Speciale Vampiri: I Vampiri che vengono dal Freddo

Creato il 06 gennaio 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
Cari Lettori,
Oggi vi parlerò dei vampiri che vengono dal freddo. Nella fattispecie, del mini vampiro di origine svedese delineato da John Ajvide Lindqvist in Lasciami entrare (non chiedetemi il titolo in svedese, per pietà). Questo volume rappresenta un unicum nel panorama letterario scandinavo dove, a parte poche antologie, non vi è una  tradizione letteraria horror. Dunque, questo bellissimo volume rappresenta una vera, fortunata eccezione nella letteratura svedese, più legata al giallo e al mistery (Larsson docet!).
Trama
A Blackeberg, quartiere degradato alla periferia ovest di Stoccolma, il ritrovamento del cadavere completamente dissanguato di un ragazzo segna l'inizio di una lunga scia di morte. Sembrerebbe trattarsi di omicidi rituali, ma c'è anche chi pensa all'opera di un serial killer. Mentre nel quartiere si diffonde la paura, il dodicenne Oskar, affascinato dalle imprese dell'assassino, gioisce segretamente sperando che sia finalmente giunta l'ora della rivalsa nei confronti dei bulletti che ogni giorno lo tormentano a scuola. Ma non è l'unica novità nella sua vita, perché Oskar ha finalmente un'amica, una coetanea che si è appena trasferita nel quartiere. Presto i due ragazzini diventano più che semplici amici. Ma c'è qualcosa di strano in Eli, dal viso smunto, i capelli scuri e i grandi occhi. Emana uno strano odore, non ha mai freddo, se salta sembra volare e, soprattutto, esce di casa soltanto la notte...Lasciami entrareè una tenera e crudele storia d'amore, vendetta e vampiri, un racconto fantastico e commovente sul dolore dell'infanzia e la forza dell'amicizia, dove sangue e orrore devono piegarsi alla potenza dell'amore e alla voglia di vivere.
RECENSIONE
Lasciami entrare è uno dei romanzi horror più intensi e forti del decennio. La figura di Eli, la piccola vampira che diviene amica di Oskar, un adolescente disadattato e solitario, è una delle rappresentazioni di vampiri più interessanti che abbia mai letto. Non stravolge il cliché del vampiro. Tutt'altro. Segno che non si deve per forza stravolgere un archetipo per tirar fuori qualcosa di buono, di nuovo e assolutamente originale.
Oskar vive con la madre in un palazzone alla periferia di Stoccolma, freddo, squallido. E' un ragazzino solitario ma molto intelligente, destinatario di atti di bullismo, incapace di confessare ciò che accade alla madre, una donna nevrotica non in grado di aiutare il figlio, che pure ama molto. Una sera d'inverno scorge una ragazzina nell'area giochi del suo stabile: si chiama Eli, è solitaria e misteriosa. Le loro camere sono confinanti e ben presto i due ragazzini creano un sistema di comunicazione da cui gli adulti sono esclusi. Sì, perchè anche Eli ha un genitore, o meglio: un adulto che si prende cura di lei.Ma davvero quest'uomo la segue come un genitore o vuole qualcosa di più, qualcosa di perverso e inconfessabile?Nello stesso tempo, iniziano a verificarsi sparizioni e uno strano, efferato omicidio viene scoperto nel parco accanto alle case popolari dove abitano i ragazzini. In questo terribile susseguirsi di eventi rimangono coinvolti un gruppo di amici (non chiedetemi i nomi , sono svedesi e un filino complessi...). Uomini e donne di mezza età che bevono insieme, che trascorrono il tempo cercando di dimenticare il loro status di derelitti e falliti: disoccupati, tossici, ubriaconi, cameriere a tempo determinato.Pian piano il gruppo si assottiglia, falcidiato da sparizioni che nessuno riesce a spiegare.
La storia si dipana così su due livelli: uno è quello della strana relazione tra Oskar ed Eli, che diviene più intima, tale da riempire il vuoto delle vite di queste due creature. Perché, benché Eli sia un vampiro centenario, è ancora un adolescente sola e amareggiata che non ha avuto un corpo in grado di crescere. Da questo punto di vista mi ha ricordato molto la figura di Claudia di Intervista con il vampiro di Ann Rice. Tuttavia, mentre Claudia era una bambina rabbiosa e viziata, Eli invece è maturata, tanto da sviluppare una sorta di senso di protezione per Oskar, l'unico che gli abbia dato fiducia e affetto senza chiedere nulla in cambio. Quest'ultimo è una figura tratteggiata con forza e delicatezza insieme: è un ragazzino arrabbiato con il mondo, che è sulla soglia dell'infanzia ma è già proiettato verso il futuro, la crescita e la maturazione sessuale. L'attrazione che egli prova per Eli è un misto di affetto fraterno, attrazione appena accennata e incredibile bisogno d'affetto. Perché Eli è la sola che comprende quanto Oskar si senta fuori posto in quella periferia squallida coperta di neve. Eli sente che Oskar e sua madre si amano ma quell'affetto non basta. E, nel medesimo modo, Oskar cerca di aiutare la piccola vampira a sentirsi di nuovo adolescente. Lo fa con i fumetti e la musica, con le storie della sua vita, della scuola e dei compagni che lo torturano. Tuttavia quest'aspetto è più sfumato.
L'approfondimento psicologico è uno dei tratti salienti di questo romanzo, ciò che lo impreziosisce e lo rende davvero unico. L'aspetto più originale e interessante è l'intensità con cui le relazioni tra i personaggi vengono descritti e l'equilibrio, perfetto e delicato tra horror, romanzo di formazione e una storia d'amicizia. Il fenomeno del vampiro rimane, almeno in certi punti, sullo sfondo: il vero orrore, sembra dire Lindqvist, è quello del quotidiano, dei servizi sociali che decidono se concederti un sussidio o meno, del pedofilo che si lega alla sua vittima, dell'abbrutimento dato dall'alcool, dalla solitudine e dall'incomunicabilità.Ma, nel momento in cui la vera natura di Eli viene fuori, non c'è ne è per nessuno. Eli è una ragazzina ma è anche un mostro. Un vero mostro, che crea altri suoi simili. E li distrugge in modo orribile. Memorabile è il finale in cui si descrive un bagno di sangue. In senso letterale.
Due sono le note caratterizzanti di questo volume. Uno è dato dai colori. L'uso che fa l'Autore delle descrizioni  è notevole. Predomina il bianco: una tinta algida, ghiacciata, che non è rassicurante. Tutt'altro: è lo sfondo più tetro e angosciante che si possa immaginare. Da lì, ci sono una serie di gradazioni: grigio sporco, il colore della cenere, le ombre del bosco, il grigiore diffuso delle case popolari... e il rosso del sangue.
D'altra parte, c'è lo stile. Giornalistico, scarno, diretto. Probabilmente dipende dal retaggio dell'Autore, che per lungo tempo ha scritto per la televisione e per le sitcom che richiedono una scrittura rapida e scattante. Lo stile di Linqdvuist è incisivo: incide, appunto, la coscienza del lettore pagina dopo pagina, commuovendo, emozionando... e dando brividi di autentica paura. E' un vero turn page che è difficile dimenticare.
IL FILM
Il film svedese, diretto da Tomas Alfredsson, vide alla sceneggiatura lo stesso autore; nel ruolo di Oskar ed Eli due giovanissimi attori scandinavi. I toni erano decisamente horror, per palati forti e dalle coronarie perfette. Tale è stata l'accoglienza del pubblico per questo piccolo gioiello svedese diffuso dalla distribuzione cinematografica indipendente che Hollywood ha deciso di crearne un remake con una attrice già famosa, l'adolescente Chloe Grace Moretz, veterana del genere, nei panni di Eli e con Kodi Smith Mc Fee nei panni di Oskar (per il trailer qui). Inutile dire che aspetto di vederlo... sperando solo che la magia, la delicatezza e l'orrore dell'originale svedese non vada del tutto perduto.
TRAILER
Il romanzo di Linqdvist ha avuto un successo planetario. Nel 2008 è uscita una pellicola svedese, Let me in, arrivato nelle nostre sale in contemporanea con l'esplosione del fenomeno Twilight e subito i cultori del genere notarono le differenze abissali tra i due personaggi (con una netta vittoria per il vampiro che viene dal freddo). Mentre Eli è e rimane un mostro, Edward e i Cullen sono molto, ma molto più soft.

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