Solo per apocalittici, astenersi perditempo
Ci siamo: popolo del Cinemanometro-vintage ecco il post che non volevate, lo specialone che mancava: adoratori del male, figli della trashofilia piu’ smodata, godete di queste (tante, troppe) immagini.
Il post-atomico è un filone a se stante nel variegato panorama della sci-fi dei primi anni ottanta. Tralasceremo volutamente i film che nel genere hanno fatto storia perchè oggettivamente belli. Quindi non vi parlo dell’insuperato “1997 fuga da New York” (il migliore di Carpenter a mio avviso), o di “Waterworld”, o di “Mad Max” ne di “Hardware“. Troppo facile abusarne qui ed ora… no la prova è molto piu’ ardua, questi sono consigli appassionati su come titillare le vostre pupille ansiose nelle notti di magra.
End game, Bronx lotta finale
Che non va confuso con “Ender’s game” che sarebbe tutta un’altra cosa. “Endgame, Bronx lotta finale” del 1983 è la perla post apocalittica del nostro sempreverde Aristide Massaccesi. Moto-ciclisti come non ne avete mai visti e bimbi telepati, mutanti e orde di squinternati.
E’ involontariamente trash, e’ divertente, è veloce nel dipanarsi tra uno scontro e quello successivo, c’è tanta roba strana e anche una storia con la trama. Merita sicuramente.
2019 dopo la caduta di New York
Sergio Martino a volte mi piace a volte no. Questa è una volta “si’”. Decisamente “si’” per il protagonista che è il prototipo dell’eroe duro e puro anni 80, solo che visto oggi è piu’ caricatura di se stesso che altro. Volta “sì” anche perchè il protagonista si chiama Parsifal…e ho detto tutto. Anzi no, dico di piu’, perchè i cattivi sono mutanti e si chiamano Eurac e girano con i cavalli, le armature, e le balestre.
Pasrsifal no, lui gira con una macchinaccia semi-spaziale arrabattata alla meno peggio e cerca l’ultima donna gravida della terra per portarla su Alpha Centauri.
Dimenticavo c’è anche il mitico George Eastman (che sarebbe poi l’italianissimo Luigi Montefiori) che fa l’uomo scimmia. Delirio godibilissimo e appagante in ogni fotogramma. Un must. Dopatevi.
I predatori dell’anno Omega
David Worth gira con 500.000 dollari di budget, con sceneggiatura postuma basata sulla locandina del film. E il risultato si vede. Oggettivamente terribile, vanta pero’ la motocilcetta piu’ tamarra mai vista al cinema. Che parla, spara, svolazza ed esplode. Godimento di soli cinque minuti. Per quei cinque minuti merita, tutto il resto è noia.
Dimenticavo c’è anche il Mr. president di 1997 fuga da New York…. che qui fa lo scienziato pazzo.
Robot holocaust
La rivincita americana. Le cose orribili le sanno fare anche loro e “Robot Holocaust” è la prova lampante che noi italiani non siamo soli al mondo.
Definito dalla critica che conta come il “piu’ brutto film mai girato” vanta locations oltraggiose per l’umana intelligenza, giardini pubblici e fabbriche dismesse a rappresentare territori inesplorati e basi aliene. Ci sono i robot alieni, gli invasati, qualche tetta e i terribili mostri fatti con i guanti di gomma (quelli da massaia). Non parlo dei protagonisti perchè non sono raccontabili. Lo stato dell’arte. Imperdibile.
She
Se gli americani hanno dimostrato il loro valore, anche in quel di Gerusalemme non se la cavano malaccio. “She”, anno del Signore 1982, è tutto quello che un film trash deve essere. Il mondo è stato cancellato. Il mondo è preda dei cattivissimissimi Norks. Poi arriva lei.
Lei che sarebbe la She del titolo è in realtà la topona bionda di “Conan il Barbaro”.
“She” è l’apoteosi assoluta del trash vanitoso. “She” è farcito di pseudo-vampiri che non volete immaginare, bande di barbari con le svastiche, poteri sovrannaturali e trappoloni medievali, dee in calzamaglia, gladiatori post-moderni e ometti che si sdoppiano, c’è il popolo dei fighetti, ci sono i mutanti che vanno in pezzi, c’è il culto sadomaso del dio Godan…un marasma di non-sense che non puo’, e non deve, essere ignorato.
…altro?
Ci sarebbero anche Deodato con “I predatori di Atlantide”, Fulci con “I guerrieri dell’anno 2072″ e quel capolavoro che è “1990 i guerrieri del Bronx”….ma questa è un’altra storia, per un altro post.