Ci sono 10 minuti di tempo per proporre il tuo libro. Perciò meglio avere pronta una sinossi. In quei 10 minuti devi raccontare tutto, convincerli e rispondere a tutte le loro domande. Poi suona il campanello e si passa a un altro editore. Sembrano gli speed date del film di Verdone, solo che dall’altra parte c’è un editor, oppure un agente.
A Matera in questa edizione del Women’s Fiction Festival ce n’erano parecchi. Tutti avevano indicato preventivamente cosa cercano. Così se hai scritto un thriller non andrai a proporlo a chi cerca romance e se hai scritto un erotico non lo proporrai a chi fa libri per ragazzi, ma ogni scrittore, o aspirante tale, sceglie gli editori e gli agenti potenzialmente interessati al proprio testo.
Di che genere è? Qual è la trama? Perché è ambientato proprio questi anni? Chi ti ha ispirata? Qual è il pubblico che potrebbe leggerlo? A quale romanzo lo paragoneresti? E’ in terza o in prima persona?
Queste sono alcune delle domande che ti vengono poste da editori e agenti.
Preparare una sinossi del proprio romanzo, si sa, non è semplice perché in una paginetta devi metterci tutto e ti sembra sempre insufficiente, ma il pitch è ancora peggio perché devi farlo in un paio di righe. Eppure questi strumenti sono utili sia all’editore che deve conoscere e valutare, sia allo scrittore perché già dalla sinossi si possono evidenziare eventuali debolezze del testo. Certo non in tutti i romanzi quello che conta è la trama, ma da una sinossi si vede come scrivi. Poi è bene portare un estratto del proprio romanzo, l’incipit o un paio di capitoli.
A questo punto sentiamo che dicono gli editori.
Angela Rastelli di Einaudi non si occupa di genere, non di Stile Libero. La tradizione Einaudi è forte ma questo non vuol dire che non ci sia la ricerca di qualcosa di nuovo e dirompente. Hanno due collane, i Supercoralli, quelli cartonati con la copertina bianca, che sono i testi più letterari, e poi i Coralli, collana che sfugge ai lettori anche se sempre più si orienta verso le lettrici, con storie al femminile. Hanno pubblicato anche romanzi di formazione dove la trama, se raccontata, è piuttosto banale ma non è quello che conta. “In questi giorni” dice la Rastelli, “ho sempre chiesto di farmi l’esempio di un romanzo a cui paragonare il proprio, ma tutti mi hanno risposto che non esiste niente di simile. Questo non mi è piaciuto. Non abbiate paura di avere dei modelli”.
Per Enrico Racca, responsabile editoriale di Mondadori Ragazzi e de Il battello a vapore, la storia è al primo posto come importanza, quindi negli incontri con gli autori, fin dalle prime parole lui valuta qual è la storia. Dice che è utile confrontarsi con dei modelli, che non bisogna aver paura di farlo e che è importante fare un pitch, ovvero raccontare il romanzo in due righe.E’ d’accordissimo Chiara Ferrari che si occupa di Thea, Tre60 e Nord (gruppo Mauri Spagnol): per vendere un libro bastano due righe che ti diano una precisa idea e ti invoglino a leggere altro.
A questo punto si comincia a discutere di crisi editoriale e promozione del libro, due fattori strettamente interconnessi di cui parleremo in un prossimo post.
Vorrei solo ricordare che il Women’s Fiction Festival, alla sua 14a edizione, ha fatto esordire 10 scrittori a cui si aggiungono i 2 romanzi di quest’anno: Quasi arzilli di Simona Morani edito da Giunti e Nonostante tutto di Francesca Vignali, pubblicato da Fazi.
Putroppo, durante la serata conclusiva Elizabeth Jennings, tra gli ideatori del festival, ci comunica che: “Forse finisce qua. Siamo come un aereo che è atterrato quasi senza benzina”. Così, anche se ha appena ricevuto proposte per replicare il festival a Puna, in India, e a Dubai, questa potrebbe essere l’ultima edizione.
Intanto il Women’s Fiction Festival premia Giuseppina Torregrossa, una delle sue scoperte. L’autrice siciliana racconta che nel 2008 ha pubblicato un romanzo con un piccolo editore ed è venuta a presentarlo al festival, dove però non ha avuto successo. Mentre si trovava in libreria ha conosciuto una ragazza di 26 anni che cercava un libro da leggere che si leggesse in un paio d’ore, così le ha detto:
“Legga questo e vedrà che le piacerà tantissimo”.
“Ma lei l’ha letto?”
“Sì, certo”.
La ragazza era Giulia Ichino, talent scout di Mondadori che a un certo punto le ha scritto una lettera: “Vorremmo conoscerla”. Lei ha pensato a uno scherzo delle amiche. Poi quando ha scoperto che non lo era, ha chiamato. Non sapeva che quella ragazza fosse Giulia Ichino, cosi come l’altra non sapeva che il libro l’aveva scritto lei. Quindi si sono incontrate e in brevissimo tempo le hanno fatto il contratto. Sembra proprio un romanzo, no?
Per vedere come funziona La borsa del libro, a cui possono partecipare tutti senza distinzioni di sesso, potete andare sul sito del Women’s Fiction Festival, dove trovate anche le indicazioni su quello che cercano editori e agenti, e i costi per iscriversi… tutto questo sperando in una prossima edizione.