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Spending review, ovvero il processo che, attraverso il taglio mirato delle spese pubbliche inutili, punta ad assicurare il raggiungimento del pareggio di bilancio strutturale nel 2013 e a sterilizzare, in tutto o in parte, l'aumento di due punti dell’Iva, dal 21 al 23 per cento, in ottobre recuperando almeno 4-5 miliardi già da quest’anno. Obiettivo del governo ridurre di circa 13 miliardi le uscite dei ministeri entro il 2013. Oggi ci dovrebbe essere l’annuncio ufficiale con tutti i dettagli della “sforbiciata” dei professori! La spending review non si limiterà però alle sole amministrazioni centrali dello Stato, ma finirà per tagliare anche Province ed enti locali. Non solo perché lo aveva chiesto a suo tempo la Ue e lo ha confermato, anche ieri, il dossier interno alla Bce, ma anche perché il governo ha già compiuto passi significativi su questo percorso con il decreto "salva-Italia" che ha trasformato le province in enti di secondo livello, non più eletti dal popolo ma nominati dai Comuni. In attesa che si completi il percorso costituzionale, in fase avanzata di discussione alla Camera, si può intanto procedere alla riorganizzazione dell’amministrazione statale, sia a livello centrale che periferico. E’ un percorso complesso che interesserà da vicino ministeri importanti come quelli dell’Interno, della Giustizia, della Difesa, degli Esteri. L’idea di fondo è quella di una riorganizzazione nel cosiddetto Utg - Ufficio territoriale del governo - che finirebbe per accorpare in un’unica sede gli uffici periferici dell’Interno, della Salute, dei Beni culturali, dell’Istruzione, con risparmi anche sulla logistica, gli affitti, la manutenzione degli immobili. Risparmi ancora maggiori se si concentreranno le aree provinciali attuali nelle nuove macro-aree a cui si sta lavorando con la riforma costituzionale delle Province. E’ previsto l’accorpamento di 25-30 prefetture (con un risparmio quantificabile in circa 30 milioni) e un forte coordinamento delle forze dell’ordine per evitare sedi-doppione tra Finanza, Carabinieri e Polizia. E ancora, nella Giustizia, la riduzione dei piccoli tribunali e la riduzione del numero dei giudici di pace. O, per gli Esteri, la rete degli uffici e le retribuzioni del personale all’estero.