Penso che la spensieratezza di un bambino sia un dono, che vada protetto, coltivato, difeso...
Non voglio che mio figlio bruci le tappe prima del tempo, non mi interessa che raggiunga traguardi che non fanno parte della sua età, non mi interessa che quando andrà a scuola diventi il primo della classe.
Vorrei solo che mantenesse la sua spensieratezza e la sua "leggerezza" di bambino più a lungo possibile!
Credo che, avere avuto un'infanzia felice sia una marcia in più per quando si diventa grandi, quel tassello che, se c'è, ti fa superare meglio gli ostacoli che la vita ti pone davanti, quella forza in più che hai dentro, senza sapere di averla. Penso che un'infanzia felice fortifichi il carattere e dia quella fiducia in sè stessi che nessuno, tranne te, ti può dare.
Ma si può trovare un equilibrio tra il difendere la spensieratezza del proprio figlio e l'insegnargli allo stesso tempo a diventare un individuo autonomo? C'è un limite tra l'essere genitori affettuosi ed il mantenere allo stesso tempo la propria autorevolezza? Quand'è che baci, abbracci e coccole cominciano a perdere il loro significato e ad essere dati per scontati? Certe volte davanti a capricci improvvisi, impetuosi e immotivati, mi ritrovo in bilico tra il volere seguire il mio istinto di mamma ed il meditare invece qualche speciale tattica psicologica.
Forse a volte la dimostrazione spontanea ed autentica dei propri sentimenti non ripaga neanche con i propri figli e questo un po' mi rattrista.Come genitore, devo imparare ed accettare che anche i capricci fanno parte del gioco di diventare grandi ed anche i capricci aiutano a crescere e a diventare autonomi. Basta solo avere la fortuna di trovare un genitore che abbia la forza di dire di no, al momento giusto!Alla fine poi, passa tutto, si fa la pace e si ritorna a giocare spensierati come prima!
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Magazine Cucina
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