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Spento sarà lei

Creato il 29 novembre 2012 da Patuasia

Il critico e curatore di Svenart, Paolo Levi, così esordisce in conferenza stampa: ” Grazie a Rollandin, questo presidente illuminato di un paese spento“. Doveva arrivare lui, professore di arte, per dirci che siamo spenti. Spenti, ma spendaccioni visto che gli abbiamo dato 500.000 euro per il suo giocattolo. L’anziano signore nel suo delirio afferma che Saint-Vincent rottamerà eventi come la Biennale di Venezia, Documenta a Kassel, la Tate Gallery (che non è un evento, ma un museo), Rivoli (che non è un evento, ma un museo). A questo parole persino Rollandin che di arte non solo non ci capisce, ma non gliene frega un accidenti, solleva un sopracciglio, accenna a un sorrisetto che Levi, nel suo personalissimo vaneggiamento, non nota. Dunque, Saint-Vincent affida la sua “sfida culturale”, come dice Adalberto Perosino più somigliante a una sorpresina kinder che a un sindaco, a un personaggio simile. Ma li cerchiamo con il lanternino questi qui? L’altro curatore-insegnante, Federico Faloppa, trova azzeccatissima l’idea di essere venuto in Valle d’Aosta e gli credo. Quale altra amministrazione avrebbe sponsorizzato una roba simile? Faloppa con le parole galoppa, aggiunge che si tratta di una grande esposizione: ottantotto opere una grande esposizione? Così grande da mettere in crisi la Biennale di Venezia? Le parole chiave che gli hanno aperto le porte di questa brillante idea sono: nuovo e altro. Parole davvero nuove e altre. Dice che Svenart fotografa quello che sta succedendo in Europa. Ma di Biennali di giovani artisti europei ce ne sono diverse e nate molto prima, grazie anche ai fondi UE. Ma Svenart è soprattutto una “filosofia europeista per giovani” conclude in conferenza stampa tale Claudia Trafficante, sputando così non solo sull’arte, ma anche sulla filosofia.


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