"Senza lavoro non c'è dignità" scriveva disperato, prima di togliersi la vita, un operaio disoccupato di Trapani, ennesima vittima della crisi: lavoratori, imprenditori, disoccupati e pensionati che non vedono più una via d'uscita da una situazione economica sempre più difficile e scelgono la via del gesto estremo.
I numeri dei suicidi da crisi sono, fortunatamente, in calo rispetto ai terribili picchi del 2009 (357 morti) e del 2010 (362), ma restano preoccupanti: nel 2012, sono stati 89 i suicidi provocati dalle preoccupazioni economiche e lavorative, con una prevalenza schiacciante di uomini (86) e concentrati, in particolare, nel Nord-Est (il 30% del totale), mentre ben 48 sono stati i casi di tentato suicidio.
E non c'è molto da star tranquilli, perchè la situazione rischia di ridiventare drammatica, se si leggono i dati del 2013: già 32 casi nel primo trimestre dell'anno, con un aumento del 40% rispetto al 2012 (analisi dati Link Lab). Per arginare il fenomeno, bisogna intervenire subito e con decisione, ma la politica nazionale sembra godere, perversamente, nel perdere tempo inutilmente (nè Governo, nè Presidente della Repubblica: bravi!).
Per fortuna c'è chi non resta con le mani in mano. Sono molte, ad esempio, le ASL locali che aprono sportelli dedicati a fornire sostegno psicologico gratuito ai disperati della crisi. Ma molto più attive appaiono le associazioni nate direttamente dalla società civile, come, ad esempio Speranzaallavoro, nata per iniziativa dei familiari di alcuni imprenditori suicidi e che ha raccolto subito il sostegno e l'adesione di Filca, Adiconsum e Psiop.
L'associazione si pone l'obiettivo di dare supporto di tipo psicologico a disoccupati, cassintegrati, esodati, imprenditori, artigiani e pensionati, insomma tutti coloro che, colpiti dalla crisi, si trovano invischiati in una situazione economico-lavorativa, che sembra senza uscita.
Sulla stessa lunghezza d'onda, lavora anche l'Associazione Rivivere, che ha creato il progetto Primomaggio, "un servizio gratuito di sostegno psicologico mirato e professionale che supporti quanti vivono in prima persona la difficile congiuntura economica e la conseguente precarietà lavorativa".
Un obiettivo, in tutto e per tutto, condiviso dal progetto Terraferma, che, in prevalenza, mira a fornire sostegno psicologico a imprenditori medio-piccoli ed artigiani oppressi dalle difficoltà della crisi, mettendo a loro disposizione una rete di psicologi, che fornisce ascolto e supporto gratuito telefonicamente, ma disponibile anche ad appuntamenti personali a pagamento (commisurati alle disponibilità economiche).
La società civile dimostra, quindi, di essere ben intenzionata a rimboccarsi le maniche, non solo per risolvere la crisi, ma anche per sostenere quelle parti che, schiacciate dalle difficoltà economiche e lavorative, hanno bisogno di aiuto. Purtroppo, non sempre questo è sufficiente, senza il sostegno delle istituzioni. Allora, quand'è cha anche la politica si da una mossa?
Danilo