Sperimentazione animale: volantini contro i ricercatori

Creato il 08 gennaio 2014 da Molipier @pier78

Scritto da: Grazia Franco 8 gennaio 2014 in Attualità, News Inserisci un commento

Per le strade di Milano, nella notte dell’Epifania sono stati scritti insulti contro i ricercatori e affissi dei volantini contenenti foto, indirizzo e recapito telefonico di vari docenti e studiosi dell’Università del capoluogo lombardo, rei di aver contribuito nell’arco della loro carriera a progetti di ricerca con sperimentazione animale.

Vittime di questa ingiustificata denigrazione pubblica sono Alberto Corsini docente di Farmacologia, additato per “aver torturato e ucciso animali da più di 30 anni”, Edgardo D’Angelo professore attualmente in pensione, Claudio Genchi di ruolo presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria e Maura Francolini ricercatrice presso il Dipartimento di Biotecnologie.

Quest’ultima ha deciso di sporgere querela verso ignoti dopo aver scoperto i volantini sotto il condomidio in cui risiede, accompagnati da scritte come “vivisettrice di animali” e da un cerchio nero attorno al suo nome al citofono.

Attualmente gli agenti della Digos stanno indagando sui possibili colpevoli, da collocare probabilmente nell’ala più estrema del movimento animalista, i così detti nazi-animalisti, tra i quali sono stati collocati anche coloro che poche settimane fa hanno minacciato di morte la studentessa di veterinaria Caterina Simonsen, dopo che questa aveva espresso con uno stato su facebook il suo sostegno alla sperimentazione animale.

La giovane è affetta da ben quattro malattie rare con le quali riesce a convivere da venticinque anni grazie al progresso scientifico, ottenuto anche con i test sugli animali.

Il confronto fra i sostenitori della sperimentazione e gli animalisti non si è mai acuito così tanto, diventando motivo di divisione anche politica. Tra pochi giorni sarà valutata dalla XIIa Commissione Affari Sociali e Sanità della Camera  un decreto legislativo che inasprisce maggiormente la normativa eurepea sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici ovvero la direttiva 2010/63/UE.

Qualora dovesse essere approvato il dl, la ricerca italiana ne subirebbe danni gravissimi, le aziende biotecnologiche e del settore farmaceutico non investirebbero più nel nostro Pease, perché una parte del processo di ricerca (i test sugli animali) non si potrebbero svolgere da noi.

Via | corriere della sera

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