1978
Messico
Regia: Juan López Moctezuma
Soggetto: Sheridan Le Fanu, Alexis Arroyo, Tita Arroyo, Juan López Moctezuma, Yolanda López Moctezuma
Sceneggiatura: Alexis Arroyo, López Moctezuma
Juan López Moctezuma è il papà di una manciata di film devoti al genere horror e dintorni d'esso.
Districandosi fra regia, soggetto, sceneggiatura e produzione cura The Mansion of Madness (1973), Mary, Mary, Bloody Mary (1975), To Kill a Stranger (1987), El alimento del miedo (1994) e questo Alucarda, facendosi aiutare da altri, nonché ispirandosi anche alla letteratura, fra cui quella di Edgar Allan Poe per The Mansion... e quella dell'apprezzatissimo da noi Sheridan Le Fanu per l'opera analizzata in questo post, con un velato riferimento a Carmilla. Cosa di non poco conto, è anche produttore di due opere del sommo Alejandro Jodorowsky: Il paese incantato e El topo.
Il più conosciuto di tutti è di certo questo Alucarda, sulla scia cronologica de L'esorcista e filone, ma essenzialmente diverso come impostazione.
Esempio di come un esorcistico può essere anche una storia d'amore... fra Justine, dopo la morte dei genitori arrivata in un convento di suore, e la protagonista, unite da Eros e Thanatos, l'uno collegato indissolubilmente all'altro, l'uno che innesca l'altro. Amore che è l'elemento cardine della possessione delle due ragazze, con Alucarda già da tempo nelle spire del Maligno, Justine introdotta dopo, grazie alla guida della sua speculare anima gemella, in un rito di sangue e carne; entrambe poi assistite da un gruppo di gitani satanisti, praticanti di riti orgiastici. A contrasto ci sarà altro forte sentimento, quello di sorella Angélica verso Justine, forse rappresentazione dell'amore divino calato in mortale o magari potere di una terza via non religiosa né scientifica. Sì, perché c'è anche la strada materialista, percorsa dal dottore del paese, che però finirà per ricredersi. Il medico ha una la figlia, che sarà, nel seguito della vicenda, un possibile nuovo elemento speculare di Alucarda.
La conclusione riprende le domande espresse poc'anzi...
Fotografia, del professionista Xavier Cruz, virata su un infernale rosso, colori molto accesi, secondo il tema esposto nella scena, potenti scenografie, non immensità da kolossal, siamo nel low budget ed è evidente anche dall'interpretazione multipla di alcuni attori, ma efficienza d'atmosfera. Merito per costumi e trucco, a tratti volutamente sopra le righe; surreali i "gypsy", sembrano delle entità dei boschi, quello più in evidenza pare un Fauno, creatura pagana ma maligna secondo un'accezione cristiana, quindi ben in tema.
Più d'una sequenza da ricordare: il rito di coppia fra le due ragazze, il montaggio alternato fra quello orgiastico e quello contrapposto, con tanto di transizione a flash nel momento in cui è stato montato quello maligno, allo scopo di enfatizzare la natura dello stesso, ed il finale, che strizza l'occhio al Carrie di De Palma.
Tina Romero, che interpreta Alucarda, è bene in parte, con quella scintilla di perfidia sempre attiva.
Produzione messicana, ma lingua originale è l'inglese.
«Anagramma: trasposizione delle lettere che formano una parola o una frase, in modo da formare con esse una o più parole o frasi nuove, di diverso significato»