E’ quanto emerge da uno studio pubblicato da Eurostat che compara la spesa pubblica nel 2011.
Per l’Unesco l’Italia detiene il più alto numero al mondo di beni patrimonio dell’umanità. Un dato in controtendenza alla spesa pubblica destinata dal Paese alla cultura: l’1,1% del Pil contro il 2,2% medio dell’Ue e all’ultimo posto in Europa dietro anche alla disastrata Grecia che spende l’1,2% del Pil.
L’Italia risulta e al penultimo posto in Europa, seguita solo dalla Grecia, per la percentuale di spesa in istruzione, l’8,5% a fronte del 10,9%.
Per David Joseph Bach (1874-1947, intellettuale non a caso osteggiato in eguale misura dal nazismo e dallo stalinismo), tutti dovevano impadronirsi della storia della musica e delle grandi opere “da Mozart a Beethoven, a Wagner a Brucker a Mahler – imparando a frequentare i concerti e a prepararsi all’ascolto“. Come aveva osservato anche RichardStrauss, dirigendo il primo tempo della Terza di Mahler, si potevano immaginare interminabili schiere di lavoratori in marchia verso il Prater per celebrarvi il Primo Maggio”.