Magazine Società
- La riorganizzazione degli enti locali: - Contrazione delle Provincie con l’eliminazione di quelle inutili che non corrispondono a criteri di efficienza e di economicità; -Accorpamento dei piccoli comuni che non sono in condizioni di erogare servizi di qualità nel rispetto del criterio dell’economicità di gestione;
- La realizzazione della trasparenza totale nel sistema pubblico che ricade notevolmente sul tasso di corruzione del paese e sulla competitività delle imprese;
- Eliminazione degli enti inutili che sono rilevanti solo per la spesa che producono. Inchiesta di Repubblica;
- L’eliminazione del Comitato tecnico scientifico per il coordinamento in materia di valutazione e controllo strategico delle Amministrazioni dello Stato, presieduto dall’ex ministro Paolo Cirino Pomicino, che rappresenta un doppione rispetto alla Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle Amministrazione Pubbliche, istituita a fine 2009 ai sensi dell’art 13 del D. Lgs. N. 150 del 2009;
- L’eliminazione del Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ), composto da 24 membri, dell’Inps, dell’Inail e degli altri enti previdenziali. I compiti assegnati a tale organo possono essere svolti senza problemi dal Consiglio di Amministrazione, dal Collegio sindacale e dall’Organismo indipendente di valutazione (Oiv), costituito ai sensi dell’art. 14 del D. Lgs. n. 150 del 2009, dell’Ente. Tra le competenze dell’Oiv rientrano diverse funzioni assegnate a suo tempo al Civ;
- La revisione del D. Lgs n. 150 del 2009 nella parte riguardante gli enti locali, i quali stanno facendo poco o niente per migliorare la propria performance, per rendere più incisiva la riforma. La eliminazione del Nucleo di Valutazione negli enti locali, cosi come è stato fatto per i servizi di controllo interno (art. 14), in quanto tale vecchio organismo non corrisponde agli obiettivi che si pone il Decreto ed alle direttive del Civ (trasparenza, indipendenza, valutazione e processo di selezione dei membri). Lasciare solo la possibilità agli enti locali di istituire o meno l’Organismo indipendente di valutazione;
- La riconsiderazione normativa delle 3.662 imprese create dagli 8.100 comuni (2,21 comuni per ogni impresa). Di tali imprese 1.266 si occupano di servizi pubblici locali, 537 di infrastrutture e di edilizia, 266 di cultura, turismo e tempo libero e 140 di istruzione, ricerca e sviluppo. Occorre intervenire per impedire che i comuni continuino a costituire società in settori diversi dai servizi pubblici locali ed accompagnare le imprese che presentano un deficit rilevante a perseguire in tempi prestabiliti il pareggio del bilancio. Si ritiene urgente approvare una legge che regolamenti le nomine nei consigli di amministrazione che devono essere effettuate in modo trasparente valutando le conoscenze e le competenze dei candidati e non l’appartenenza politica e la fedeltà ai potenti di turno. Occorre impedire che la singola società di un comune che gestisce un servizio pubblico locale costituisca altre società collegate con il conseguente appesantimento dei costi di gestione e prevedere in alternativa la organizzazione di business unit. Corriere della Sera;
- L’applicazione di una politica attiva del lavoro che oltre ad attuare politiche di sostegno del reddito per i lavoratori disoccupati realizzi servizi efficaci di riqualificazione professionale e di rioccupazione;
- L’eliminazione dell’attività di docenza retribuita effettuata dai funzionari pubblici nei corsi di formazione a favore di enti ed amministrazioni pubbliche. In tali casi i formatori per il medesimo orario di lavoro sono retribuiti due volte con la retribuzione e con il compenso per la docenza.
Sono stati indicati alcuni degli interventi da effettuare per eliminare la spesa pubblica improduttiva e gli sprechi che non creano valore per i cittadini.
Il sistema pubblico non funziona a dovere e viene appesantito da una legislazione che non porta benefici ai cittadini e per tale motivo occorre porlo sotto controllo ed attuare politiche di miglioramento e di riforma strutturale.
La macchina pubblica spende troppo per i servizi che eroga ed il Governo continua anziché eliminare gli sprechi e proporre riforme strutturali che migliorino il sistema continua a tagliare in modo indiscriminato la spesa pubblica riducendo i servizi per i cittadini.
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