Una svolta positiva per quanto riguarda le spese militari, sebbene i pacifisti non siano soddisfatti del tutto, l’Italia ha deciso di ridurre a 90, da 131, il numero dei cacciabombardieri F-35 che ha programmato di acquistare. Lo ha annunciato stamani il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola in un’audizione al Senato.
“L’esame fatto a livello tecnico e operativo porta a ritenere come perseguibile l’obiettivo programmatico dei 90 velivoli”, ha detto Di Paola a proposito dell’Eurofighter, un programma americano guidato da Lockheed Martin al quale partecipa anche Finmeccanica, il ministro ha anche sottolineato: “E’ una riduzione importante, coerente con le esigenze di riduzione di spesa”
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Due giorni fa la Casa Bianca ha annunciato un rinvio nell’acquisto degli aerei per un taglio di circa 15 miliardi di dollari.
Di Paola ha spiegato che “la componente aero-tattica è un elemento indispensabile e irrinunciabile di ogni strumento militare degno di questo nome”, e che nel giro di qualche anno i 160 velivoli su cui l’Italia può contare attualmente “usciranno dalla linea operativa” e dovranno necessariamente essere sostituiti dagli F-35, “il migliore velivolo aero-tattico in via di sviluppo”, nei programmi di dieci Paesi.
L’Italia aveva in programma l’acquisto di 131 F-35, metà a decollo convenzionale e metà a decollo corto e verticale, una parte dei quali destinati alla nuova portaerei Cavour.
Gli F-35 ordinati da Italia, Olanda e Norvegia saranno assemblati nello stabilimento di Cameri da Finmeccanica. Cameri dovrebbe diventare anche uno dei tre centri mondiali di manutenzione del caccia di quinta generazione.
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