Magazine Diario personale
Ma dico io, chi me lo ha fatto fare. Quale forza oscura e malsana stamattina mi ha trascinato fuori dal letto e mi ha fatto caricare in auto due pargole assonnate e un riluttante avvocato.
Avrei potuto girare in risciò sul lungomare, fare la spesa, limarmi le unghie, fare il bagno alle pupe, spulciare il gatto. E invece ho scelto di sprecare la mattinata per andare all’evento disgustoso, il PHARMEXPO (“salone dell’industria farmaceutica” titolano).
Eppure, dopo 5 anni di studi a Farmacia, avrei dovuto impararlo.
Ma coerenza e memoria non sono tra le mie virtù: sono andata a gettarmi volontariamente in quella melma di malcreati.
La mia reticenza nei confronti del popolo di farmacisti è direttamente proporzionale all’amore incondizionato per il mio lavoro di speziale.
Mi piace stare ore a pesare e impacchettare polveri bianche, adoro urlare alle vecchie che “quello di sopra va preso dopo i pasti e quello di sotto la mattina prima del caffè”, vado in brodo di giuggiole quando sento l’odore pestilenziale di medicine ammassate, amo persino mettere a posto quelle deliziose scatoline nei cassetti (perché ognuna ha il suo posto e non ti puoi sbagliare).
Indecisa tra la facoltà di medicina e metter su una bancarella di gioielli in fimo a piazza del gesù, ho scelto una strada che includesse entrambe le aspirazioni. Carica di dubbi esistenziali, sulle spalle di 3 generazioni di farmacisti appassionati, io ho avuto una vocazione laica.
La mia professione è continuamente calpestata da neomanager con una laurea, da venditori ambulanti di merce scadente e da orde di donne imbellettate aspiranti mantenute. E oggi ne ho avuto l’ulteriore conferma.
All’ingresso ti appiccicano sul petto un tesserino che ti inserisce in una delle seguenti categorie dall’importanza crescente: visitatore studentefarmacista dipendentetitolare (con variante “figlio di, aspirante titolare se riesco a laurearmi tra una serata al voga e un caffè, ma tanto sono solo al quarto anno fuori corso”).
Preciso: a me non hanno dato alcun tesserino e manco ho insistito per averlo.
-Salve, siamo della ditta Lassativi&Canguri, lei è farmacista dipendente o figlia di titolari?-No, guardi io sono qui solo per cercare il bagno.
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Io e la mia ossessione - la cancelleria
Ciao, regalatemi una cartoleria.Mia madre è una di quelle donne, forse come me adesso, che avendo letto miliardi di volte libri come Piccole Donne e tutte le... Leggere il seguito
Da Laprugna
DIARIO PERSONALE, PER LEI, TALENTI -
Nonni in festa.
La settimana che precede il Natale, nella casa di riposo dove vive mia madre, è tutta un susseguirsi di festeggiamenti: di solito si comincia con i piccoli dell... Leggere il seguito
Da Scurapina
CULTURA, DIARIO PERSONALE, SCUOLA -
Presento i personaggi del mio Romanzo LA CITTA' E IL DEMONIO - GIOSUE' AL MARE
Presento i personaggi del mio Romanzo LA CITTA' E IL DEMONIO postando un o più capitoli che lo riguardano.VAI ALLE RECENSIONICOMINCIA A LEGGEREFAI IL DOWNLOAD... Leggere il seguito
Da Esaiae
DIARIO PERSONALE -
Eresia flash: il tanfo di una serata d'autunno
DEGUSTI PUS?A volte ancora mi sforzo, vanamente, di cercare di capire come diavolo ragionino gli italioti quando valutano l’arte. Per una volta, per non sembrar... Leggere il seguito
Da Zioscriba
DIARIO PERSONALE -
Perchè Twilight ha ucciso la figura classica del vampiro?
Ieri sera io e Deborah abbiamo visto Dracula Untold.E che ve lo dico a fare?Film trashone che più trashone non si può. Ma era esattamente quello che ci... Leggere il seguito
Da Sommobuta
CULTURA, DIARIO PERSONALE -
Charms fai da te
Da piccola io i gioielli li facevo con la pasta a tubetti, con i rotolini di carta o con la pasta didò.Ora invece Creyola ha realizzato il kit che ogni bambina... Leggere il seguito
Da Marlenetrn
FAMIGLIA, MATERNITÀ, MUSICA, PER LEI