Spiando Marina

Da Paultemplar

Nel passato di Mark Derrik, ex poliziotto della squadra narcotici di Miami c’è una tragedia immensa; ha perso la moglie e il figlio, trucidati da una banda di mafiosi legati al traffico internazionale di droga.
Mark, che tempo addietro si è fatto corrompere proprio dalla principale banda che operava nel campo degli stupefacenti, è stato scoperto e mandato sotto processo.
Per evitare una condanna pesantissima, aveva svelato nomi e identità della banda, ottenendo così in cambio l’impunità.

Deborah Caprioglio

Ingaggiato per diventare il killer del capo della banda mafiosa che gli ha sterminato la famiglia, Mark arriva a Buenos Aires per compiere la sua missione.
Si installa quindi in un elegante appartamento che diventa la sua base operativa.
Dall’appartamento adiacente però arrivano spesso gemiti e lamenti di una donna; Mark scopre che la protagonista di perversi giochi erotici è una splendida ragazza, Marina Valdez, coinvolta in giochi estremi sadomaso con quelli che all’inizio sembrano essere degli sconosciuti.
Attratto irresistibilmente dalla appariscente ragazza, Mark inizia così a spiarla, scoprendone i giochi viziosi.
La vede anche amoreggiare con un serpente; sarà proprio il serpente la causa del loro incontro, che si trasformerà ben presto per Mark in una torrida relazione.
Anche perchè il caso vuole che l’amante di Marina sia i realtà il suo bersaglio….

La Caprioglio e il serpente

Sergio Martino, autore di alcuni interessanti thriller targati anni settanta come Lo strano vizio della Signora Wardh , La coda dello scorpione, Tutti i colori del buio,Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave e I corpi presentano tracce di violenza carnale gira nel 1992 usando lo pseudonimo di George Raminto questo thriller soft core lontanissimo da quei film citati prima che si erano distinti ia per la buona tenuta della trama sia per la cura con cui erano stati girati.
Con Spiando Marina il regista cerca di cavalcare l’onda del pruriginoso tout court, usando come interprete principale la prosperosa Deborah caprioglio, che due anni prima aveva conosciuto una larga ntorietà grazie al film di Tinto Brass Paprika.
Il prodotto finale è decisamente scialbo, debolissimo sia nella trama che nello svolgimento, con un colpo di scena finale che è ampiamente previsto, vista l’assoluta e pretestuosa inconsistenza della trama stessa, avviluppata attorno alle morbide e abbondanti forme della Caprioglio.

Che naturalmente è inquadrata sopratutto nel suo punto forte, quel seno abnorme che ne fece la fortuna nel brassiano Paprika.
A parte qualche metro quadro di capezzoli e di pube, il film non presenta alcun elemento per cui valga la pena esser visto.
Inutilmente il mestierante Martino punta la cinepresa sul torbido, usando anche un serpente per turbare lo spettatore:nulla di nuovo comunque, visto che l’ineffabile Jonas Reiner ci aveva provato ben 12 anni prima usando un pitone in una scena al calor bianco nel film Libidine, con protagonista l’ex bambina prodigio Cinzia De Carolis,

accompagnata nell’occasione dalla porno star Marina Frajese e dall’ex trans Ajita Wilson.
Il film si sviluppa quindi monotonamente attorno al rapporto che viene a stabilirsi tra Marina e Mark, insistendo ovviamente proprio sulla parte più voyeuristica.

Raffaella Offidani

Alla fine la noia assale come un narcotico lo spettatore; siamo ormai nel periodo di massima crisi del cinema italiano, con prodotti come questo destinato solamente a solleticare gli istinti meno confessabili dello spettatore.
Da dimenticare quasi tutto.
Anzi, toglierei il quasi e direi che a predominare in assoluto è lo squallore.
Non c’è nulla da salvare, in realtà: la recitazione non raggiunge nemmeno l’insufficienza, location e fotografia sono da minimo sindacale.

Se a qualcuno alla fine Spiando Marina è anche piaciuto, beh, buon per lui.
Il cinema non è assolutamente questo.

Spiando Marina, un film di George Raminto (Sergio Martino). Con Debora Caprioglio, Leonardo Treviglio, Steve Bond,Raffaella Offidani- Erotico, durata 97 min. – Italia 1992.

Debora Caprioglio – Marina Valdez
Steve Bond  – Mark Derrick
Sharon Twomey – Irene
Leonardo Treviglio – Hank
Pedro Loeb – Steinberg
Raffaella Offidani -Prostituta
Martín Coria – Indio
Roberto Ricci- Killer


Regia: Sergio Martino
Sceneggiatura: Sergio Martino e Piero Regnoli
Musiche: Luigi Ceccarelli
Editing: Alberto Moriani
Costumi: Silvio Laurenzi

Le recensioni appartengono al sito www.davinotti.com

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Disastroso tentativo di commistione fra noir ed erotico, con dialoghi tremendi (presumibilmente regnoliani) e recitazione davvero mediocre di tutti, con la vistosa eccezione della Caprioglio, che è addirittura agghiacciante. Il tutto in una desolante povertà di luoghi e di idee, qualora si escluda il primo dei colpi di scena, peraltro rovinato da quelli (telefonatissimi) successivi, fino al grottesco finale strisciante. Il cinema e la logica sono i grandi assenti. Nel grande vuoto, per di più, la musica apppare invadente.

Ammettiamolo una buona volta: l’erotismo non sempre (o non solo) è dato da due tette al vento ed un (pur bel) paio di chiappe in bella vista. La Caprioglio veniva dal brassiano Paprika e, a suo modo, era famosa. Ma non è (meglio era) quella bellezza in grado di affascinare, apparendo troppo “terrena” e spesso volgare. Per il resto Martino è un regista in grado di dare ritmo al film, inserendo un intermezzo noir (il poliziotto ed il mafioso) ed utilizzando un discreto reparto musicale a cura di Luigi Ceccarelli.

Questo disastroso thriller erotico firmato da Martino (con cognome anagrammato…) si basa tutto sulla bellezza della brassiana Caprioglio, che concede un amplesso dopo l’altro, inframmeazandoli con una recitazione imbarazzante. Colpi di scena finale; blandi richiami a 9 settimane e a Orchidea selvaggia e qualche flashback, con svogliate scene di sparatorie. I tempi dei gialli martiniani Hilton-Fenech sono solo un ricordo…

Noioso e stucchevole thriller blandamente erotico firmato con uno pseudonimo da un Martino che forse si vergognava del lavoro svolto e che qui raggiunge uno dei punti più bassi della sua carriera. Inutile, infatti, cercare il più piccolo briciolo di tensione o di sensualità. L’unica cosa che abbonda è la noia.

“Se mi dai un colpo con quelle tette mi ammazzi”. Eddie Murphy (in Una poltrona per due) aveva già scritto la recensione di questo film. Considerato il differenziale di reddito, lo pregherei di lasciarmela usare senza esigere copyright. La storia in sé non è nemmeno male, con l’ex cop corrotto costretto a fare l’assassino a contratto in Sudamerica. Però la comanda è chiara: dateci dentro con la Debbborahhh (con l’acca). Il ½ in più lo metto solo perché non sono insensibile al tipo fisico in questione. Il resto è tragicommedia.

Orrido. D’accordo che la Caprioglio è un belvedere indiscutibile (anche se a me qui risulta leggermente acerba), ma da Sergio Martino ci si aspetterebbe qualcosa di più. Come tutti i film da lui diretti dagli Anni Ottanta, un altro film orrendo. Dedicato ai vouyeristi convinti.

Da un maestro del thriller all’ italiana una schifezza senza arte né parte. Riflette in pieno lo squallore del cinema italiano Anni Novanta; la bella Caprioglio allora in auge non basta a salvare questa squallida pellicola. Trama poco originale, che mi ricorda il bruttissimo Sensi.

Banalissimo sul versante thriller e risibile su quello erotico. Scialbo, finto, patetico pseudo film girato da un Martino che nulla può più chiedere alla propria carriera. Egli, infatti, ha dato il meglio di sè in anni passati, sopratutto con Banfi. Imbarazzante a dir poco il cast. La Caprioglio è bellissima ma in quanto a recitare è meglio stendere un velo pietoso. E cosi gli altri. Da evitare.




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