Mentre gli indici di debito pubblico italiano aumentano, contrariamente a quanto segnalato dal Governo del Fare si avvia a compimento un'altra manovra. Ciascun Ministro, sottosegretario ed interessato sta nel governo battendo i pugni sul tavolo affinchè qualche promessa per la sua delega sia rispettata o mantenuta: andando dal quoziente familiare al rinnovo degli incentivi per il settore delle rinnovabili, tutto si pone in continua e costante richiesta. In aggiunta al devastato bilancio che ci mette senza appello sotto il fuoco incrociato delle agenzie di rating mondiali troviamo anche indici di crescita ridicoli, se confrontati con quelli di altri Paesi Europei e non solo. Se la crisi ci ha trascinato indietro di moltissimi anni, sembra necessaria altrettanta attesa per vederci raggiungere nuovamente i livelli produttivi pre-crisi. L'ultima manovra è ancora una nebulosa di proposte, di tagli e sforbiciate definite da stessi esponenti di Governo provvedimenti da psichiatria (Crosetto dixit, nds). Sono messi in conto risparmi per 40 miliardi di Euro circa, giudicati in modo positivo o negativo a seconda dell'andamento maggioranza-opposizione. Ciò che sembra certo è un ennesimo attacco (o ritocco, nds) al sistema pensionistico. In un Paese dove è stato enormemente faticoso regalare ai più indigenti una social card con 40 Euro/mese di ricarica, sembra altrettanto complicato apportare modifiche ad un sistema dove il 79% degli aventi diritto sta sotto cifre prossime ai 1000 Euro. L'ipotesi di riforma fiscale accostata alla manovra economica di revisione dei conti sembra prevedere, pertanto, la contemporanea attuazione delle misure seguenti:
- Tre aliquote IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche);
- Abolizione dell'IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive);
- Innalzamento delle già esistenti aliquote IVA (Imposta sul Valore Aggiunto);
- Abolizione dell'Istituto per il Commercio Estero, con possibilità di decentramento con delega allo svolgimento di Expo2015.
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