Spieghiamo mercatore - ii parte

Creato il 06 luglio 2013 da Ilmulinodeltempo @IlMulinodelTemp
Ipparco da Nicea dovrebbe essere l’inventore dell’angolo giro (cerchio o circonferenza) da 360°; poi ci ritroviamo con la misura di 360° che ci viene dalla notte dei tempi. Quella misura, solo quella, era usata; il giorno era diviso in 24 parti da sempre. Quindi si aveva il concetto di 24x15 dove 24 sono le parti della sfera e 15 erano i gradi di ogni singola parte. 24x15=360
La Carta Veneziana del 1484, oggi al Correr di Venezia, ci permetterà di capire una stravaganza riscontrata nelle Carte Portolane. Ci permetterà di capire perché traviamo una Terra suddivisa in due emisferi da 40 x 40 settori da 4,5 (quattro gradi e mezzo) o da 20 x 20 da 9° invece dei canonici emisferi da 18 x 18 da 10° ( dieci gradi) o da 36 x 36 da 5° (cinque gradi). 18x10=180 come 20x9=180; stesso risultato.
Se presento la carta del 1484, sviluppata con la rosa dei venti a 24 direzioni, posso farla combaciare su di una moderna proiezione satellitare con settori da 4,5 gradi. Trovo la stessa scala, trovo lo stesso schema da 13unità utilizzato dagli altri cartografi. Il suo schema generale da 13 dovrebbe essere la quarta parte del mio schema base che utilizza un giro di compasso da 26 unità. Qualcosa non quadra. Perché 4,5 gradi? Posso dire che, per essere una carta del 1484, è sin troppo precisa. Sono sicuro che queste carte sono copiate. Questo è un errore di lavoro. Qualcosa è sfuggito agli autori. Presentiamo lo strumento che ha permesso i miracoli cartografici del medioevo.

Posso impostare la mia bella cornice da 11 settori per lato. Posso assegnare qualsiasi valore al singolo settore: posso dire che vale 5 gradi oppure 4,5 e farmi tutti i miei lavori. Facciamo finta di essere un cartografo medievale. Abbiamo il nostro bel globo (avevano l’immagine) e vogliamo proiettare la sfera in piano. Ci prepariamo il nostro bello schema a quadrati. Ipotizziamo che ogni settore sia da 5 (cinque gradi) e cominciamo a riportare, quadrato dopo quadrato, ogni singola porzione del globo. C’è una seconda possibilità: dove scatta la trappola. Riporto la “rosa a 24 venti” su di una cornice di 10 settori da 5 gradi e, senza neanche accorgermene, mi ritrovo con settori da 4,5 gradi; ne lavorerò solo 10 sicuro che siano 50 gradi mentre sono 45 reali. E le terre si dilatano. La cornice da 10 settori non restituisce 5 gradi a settore.

Possiamo impostare una cornice da 11 settori. Ogni settore può avere un valore di 5 o altri valori. Con 11 settori di cornice va tutto bene. Osserviamo, invece, come si presenta una cornice da 10 settori per lato e come NON restituisce i 5 gradi per i quali è stata impostata:
Io mi ritrovo con settori da 4,5 gradi dove LORO calcolano 5 gradi. Mi ritrovo una Terra suddivisa in 80 settori x 40 dove ogni settore misura 4,5 gradi.

Riassumendo. Se imposto una cornice da 10 unità, da 5 gradi per ogni singola unità, mi ritroverò con 11 unità da 4,5 gradi: 4,5 x 11 = 49,5; contro le dieci unità da 5 gradi: 10 x 5 = 50 Io userò 10 unità da 4,5 gradi sicurissimo che sono da 5 gradi. (Ci sono cascato pure io… e prima di capirlo…. Campa cavallo!)
Consiglio: mai usare cornici da 10 unità.
Ecco spiegato il motivo delle terre dilatate. I cartografi del periodo erano sicurissimi di avere dei settori da 5° e su quelli hanno basato le distanze. Se si partiva dalla Grande Canaria erano sicurissimi di trovare, a ovest, terra a circa 75° di distanza e a 16° nord (Vespucci) e ci ritroviamo in Honduras con le carte moderne. Se ai settori assegniamo un valore di 4,5° ci ritroviamo sotto Cuba. Sarebbe il punto esatto che vede incrociarsi il parallelo di Capo Verde con il mitico parallelo di Alessandria. Quel parallelo che presenta un’inclinazione di una quarta di vento di differenza rispetto ai Tropici e all’Equatore. Colombo non ci ha capito nulla. E non solo Colombo.

Quando il LORO parallelo di Alessandria si incrocia con il vero parallelo delle Isole del Capo Verde, siamo a ridosso delle Grandi Antille. I veri cartografi lo sapevano. Quando si troverà una carta che, su quell’incrocio, non riporta isole vuol dire che siamo di fronte,solo, ad un buon disegnatore.

Possedevano un’immagine di un emisfero completo?

Qualcosa di simile lo avevano di sicuro.
Rolando Berretta 


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