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Spingo le braccia ancora

Creato il 03 maggio 2012 da Cultura Salentina

di Lele Mastroleo

Salvator Dalì: Don Chisciotte

Salvator Dalì: Don Chisciotte (Litografia)

Spingo le braccia ancora in alto,
sino a riuscire toccare il cielo,
e con la punta delle dita sfioro tutti i miei dubbi e le debolezze,
e finalmente posso dare una carezza ai miei racconti.

Quelli abbandonati sulla via del ritorno,
quelli senza fine e senza principio.

Quelli rassettati con una biro consumata,
in bianco e nero.
Come vecchi sceneggiati.
Come fumose comparse mute.

Quelli appoggiati sulle panchine dei giardinetti di scalzi pomeriggi.
Sui cartelli dei gelati nei bar, sulle tovaglie di carta dei tavolini.
Quelli mandati in orbita soffiando alito caldo sulle punte.
Quelli mangiucchiati per sentire il sapore tronfio dell’inchiostro.

Tutte quelle parole trascritte male e copiate peggio
e quelle righe dritte di accenti e apostrofi strani,
che cercano al mattino di scappare dietro la copertina,
quella fila assoluta e disarmante di pensieri assonanti,
che fanno palleggiare gli occhi sui pieni e sui vuoti.

Quelle vocali sempre uguali alle stesse congiunzioni,
e a tutte le congiunzioni che non ti somiglieranno mai,
quelle forme ovali e secche nelle sensazioni della mano,
quel girare intorno al rigo per metterci un punto, che non serve.

Spingo le braccia ancora più in alto.

Sino a sentire la terrarossa.
E con la punta delle dita sfioro quello che scrivo,
e di nuovo strappo tutti i miei racconti.
Per quella voglia di pensarti diverso.
Di doverlo fare per non morire.


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