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Nella baraonda di dichiarazioni, ipocrite, che si sono alzate dopo la certezza che gli Stati Uniti spiano governi e cittadini europei c’è un’assenza che si fa notare: la voce della Gran Bretagna. Gli inglesi infatti più che rimanere a guardare non hanno fatto. E’ l’ennesima conferma di come il Regno Unito non sia altro che il maggiordomo degli Stati Uniti sul continente europeo; anzi essendo un’isola è estraneo anche al continente e infatti ne è sempre stato un elemento esterno e nemico.
Anche i nostri governanti spiccano per atlantismo e sudditanza a Washington ed è per questo che guardare i comportamenti di Londra è interessante, perché quello che succede a loro è solo la punta dell’iceberg che ci sta investendo da anni.
Lo spionaggio anche è solo una minestra riscaldata, un segreto di pulcinella: in Italia ci sono più di cento basi Usa sulle quali non abbiamo sovranità, dalle quali partono raid mortali e nelle quali sono presenti armi atomiche e centri di spionaggio. E’ quindi una sorpresa che Washington ci spii?
Ma evidentemente non c’è bisogno di spiare Letta o qualche altra mezza calzetta: quelli basta fargli una telefonata e dirgli cosa fare, sono servi fedeli. Lo spionaggio diventa pericoloso perché in realtà riguarda il comparto economico.
Lo spionaggio messo in atto dagli Stati Uniti è spionaggio industriale e serve a carpire politiche industriali poste in essere in Europa, così da avere vantaggi indiscutibili sia nella ricerca, sia nell’aggredire i mercati. Questo tipo di spionaggio, specialmente mentre lorsignori tentano di creare un mercato comune USA-Europa è per noi letale. Non si può avere un alleato e un partner che carpisce i segreti industriali per rubare quote di mercato e quindi per vivere alle spalle degli europei come un parassita.
Non stupiscano quindi le notizie per cui Obama sapeva e continua lo spionaggio: questo è un aspetto necessario alla sopravvivenza del dominio statunitense che è fondato maggiormente sullo sfruttamento dei cittadini europei ed eurasiatici.
Matteo Guinness