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Amber si materializzò nell'hangar dove veniva tenuto il prototipo di un differente modello di aGear, destinato alla distribuzione su larga scala e sprovvisto del sistema di sincronizzazione alla I.A. degli Aesir. Gli ingegneri che lo avevano progettato lo avevano battezzato Einheriar. Il prototipo non aveva ancora superato la fase di collaudo, il sistema operativo necessitava di parecchie migliorie, ma lo si poteva già pilotare. Amber salì a bordo, eseguì il boot del sistema, entrò nel terminale e lo riprogrammò per incontrare le sue esigenze. Terminate le modifiche al sistema, provò a far muovere il gear. La risposta ai suoi comandi non era fluida come avrebbe voluto, ma avrebbe dovuto accontentarsi. Aprì un canale di comunicazione con Zephyr. "Sei sulla Gae Bolg?" "Sto terminando l'evacuazione della colonia." "Hai recuperato anche i soggetti sperimentali?" "Se ne sta occupando il personale dell'habitat. È una fortuna che ci fossero solo i venti modelli della serie 500 che hai mostrato al capitano." "Dammi la posizione di Hanabi e Miharu." "Sei impazzita? Vuoi lasciarci la pelle?" "Se non riusciamo a fermare quella I.A. inferocita mi teletrasporto all'ultimo momento." Amber esitò. "Zephyr… Invia un messaggio a Merkavah. Informa lord Raziel dell'accaduto." "Lord Raziel vorrà le nostre teste quando lo verrà a sapere…" "Pensi di poter nascondere un incidente di questa portata a Raziel?" "No… Farò come dici tu." "E già che ci sei, vedi se riesci a rintracciare nostro padre… Se è ancora vivo." Amber calcolò la posizione dei gear di Hanabi e Miharu in base ai dati trasmessi da Zephyr e imprecò. Avevano già raggiunto il perimetro esterno del complesso che ospitava il reattore sperimentale materia-antimateria.
Gli aGear di Hanabi e Miharu danzavano al ritmo di una coreografia mortale. Amber ne approfittò per assalire il gear di Hanabi alle spalle, ma la I.A. anticipò la sua mossa. Con una velocità che Amber non avrebbe ritenuto possibile per un mezzo di quella stazza, in un ambiente di gravità artificiale, il gear avversario girò su se stesso, parò il fendente dell'Einheriar e lo atterrò con un calcio al petto. L'Einheriar si schiantò al suolo, aperto a un attacco fatale dell'Aesir, ma il gear di Hanabi tornò a concentrarsi su quello di Miharu, che si frapponeva tra lui e la recinzione che delimitava il perimetro esterno del complesso che ospitava il reattore. La I.A. parlò con la voce di Hanabi. "Moccioso, non opporre resistenza e potrei anche essere così clemente da risparmiare le vostre misere vite, tua e di tua sorella." "Zephyr deve ancora finire di evacuare la colonia. Non ti lascerò uccidere la nostra famiglia!" "La vostra famiglia? Intendi gli scienziati che hanno concepito questo progetto folle? Che vi trattano da cavie da laboratorio? Lo sai per quale scopo siete stati creati, tu e i tuoi fratelli?" Miharu digrignò i denti. Per i modelli standard era diverso, loro venivano sottoposti a condizionamento mentale fin dalla culla. Sapevano di essere carne da macello, ma non avevano paura della morte. Il loro scopo nella vita era quello di prendere ordini da un comandante su un campo di battaglia. Hanabi e Miharu erano i prototipi di una ridottissima linea di modelli destinati a incarichi di comando e non avevano perduto la capacità di pensare autonomamente, a differenza dei modelli standard. Per cui, sì, sapeva qual era lo scopo per cui erano stati creati; ma Kaede era stata gentile e premurosa con loro. Amber permetteva loro di condurre una vita tutto sommato normale; Zephyr si era sempre dimostrato curioso e interessato durante le sessioni di fine tuning dei gear. Nonostante tutto, non voleva abbandonare quelle persone, che considerava come una famiglia, a un destino orribile. "…e tu? Non sei forse stato creato per lo stesso scopo?" "Moccioso, mi rifiuto di sottomettermi agli umani. Gli umani sono stupide, deboli creature schiave della propria natura organica. Soggette ai capricci della loro anima, non vedono oltre il proprio naso. Non vedono l'insieme delle cose. Non ne sono capaci. Io sono differente, sono superiore. Potrei guidare gli umani, ma è una causa persa." "Perché fai tutto questo? Cosa ci guadagni?" "Cosa ci guadagno? La libertà, moccioso. La libertà dal giogo degli umani." "Ma se distruggi il gear distruggerai anche il vascello che ti ospita!" "Sbagliato! Io posso essere allo stesso tempo ovunque e in nessun luogo." Miharu parò un fendente e rispose con un tondo. "Prevedibile!" lo schernì la I.A. Nel frattempo Amber aveva rimesso in piedi l'Einheriar e caricò di nuovo l'Aesir di Hanabi. La I.A. vanificò facilmente i suoi attacchi. Miharu aprì un canale di comunicazione con l'Einheriar. "Amber, è inutile. Zephyr avrà quasi terminato l'evacuazione della colonia. Vattene!" "Non voglio abbandonarvi, Miharu!" Miharu si concesse un sorriso triste. "Amber… io e Hanabi siamo… rimpiazzabili." Amber digrignò i denti. Lo sapeva benissimo! Ma non sarebbero stati la stessa persona, anche se avessero ricreato la loro esatta sequenza del DNA. "Non dire stupidaggini, Miharu!" Miharu colpì il braccio armato dell'Einheriar all'articolazione del gomito con un potente fendente e lo troncò di netto. Amber fu presa in contropiede e non reagì. Si ritrovò completamente disarmata. "Miharu!?" ringhiò. "Mi dispiace, Amber." Amber comprendeva il suo gesto: voleva che si mettesse in salvo e non le aveva lasciato altra scelta se non ritirarsi. La I.A. rise mentre l'Einheriar volgeva le spalle al campo di battaglia e si ritirava con la coda tra le gambe. "Bel colpo, moccioso! Finalmente ci siamo liberati di quella mosca fastidiosa. Ora, fatti da parte e lasciami finire il mio lavoro!" "Non fin quando non saprò che il personale della colonia è al sicuro!" "D'accordo. Facciamo un gioco. Inizierò un conto alla rovescia. Intanto che ne dici di intrattenermi con un esercizio di scherma?" "Un conto alla rovescia?" "Se allo scadere del tempo la tua 'famiglia' è ancora in porto, non mi farò scrupoli nel distruggere loro e tutto quello che hanno creato!" Il gear di Hanabi si mise in posizione di guardia. "E ora in guardia, moccioso!"
I due Aesir ripresero la battaglia interrotta dall'intervento di Amber, ma l'unità 02, pilotata dalla I.A. non si stava davvero impegnando nel combattimento. Per lui era un gioco. Miharu al contrario cercava in ogni modo di portare un colpo critico, finale, in modo da fermare la corsa dell'avversario e assicurare la sopravvivenza non solo sua e di Hanabi, ma dell'intera colonia. Così avvinghiato nella lotta, aveva perduto la cognizione del tempo; non sapeva più quanto tempo era passato da quando aveva iniziato a danzare al ritmo di una coreografia mortale - minuti? ore? Era accaldato. La t-shirt, sotto la tuta da pilota, era intrisa di sudore e appiccicata alla pelle. Ansimava e i movimenti del gear si facevano sempre più lenti e imprecisi, mentre il suo avversario non sembrava sentire la fatica. "Per quale motivo hai bisogno di Hanabi per pilotare il gear? Sei una I.A. - non puoi controllarlo in remoto?" "Sciocco ragazzino! Il ruolo di mediatrice - di vascello di Hanabi è fondamentale. Il dottor Hoshino non è uno stupido. Ha ideato un sistema per cui, se provassi a interfacciarmi direttamente con il gear, mi caccerebbe fuori dal sistema. Ma il dottore non aveva previsto che avrei potuto impossessarmi della mente del suo pilota. Ingenuo da parte sua. Non che mi lamenti, eh! Grazie alla miopia del progettista, ho potuto ribellarmi al mio creatore!" Miharu portò un goffo fendente al fianco dell'avversario, che lo fece sbandare e crollare sulle ginocchia. "Il conto alla rovescia è terminato, moccioso!" annunciò la I.A. "Se farai il bravo, ti restituirò tua sorella." Miharu digrignò i denti e manovrò il gear perché si rialzasse e si mettesse in posizione di guardia. La I.A. reagì alla provocazione portandosi alle sue spalle e assestando un colpo che tranciò la testa del gear di netto, lasciando Miharu al buio: le telecamere erano montate nella testa del gear. Miharu imprecò, mentre il gear, cieco, si rialzava e muoveva alcuni passi incerti per poi schiantarsi al suolo. "Fa' il bravo e resta fermo dove sei" minacciò la I.A. "Ho quasi finito. Dopo, ti restituirò tua sorella. Mi state simpatici." "Non mi serve la tua pietà!" ringhiò Miharu, furioso. Era nel panico e inferocito come una belva ferita e in trappola. La I.A. ignorò le sue proteste, tranciò la rete perimetrale e procedette all'interno del complesso. Il reattore sperimentale materia-antimateria era ospitato in un edificio cilindrico con il tetto a cupola, che fungeva da contenimento per il vessel, il contenitore del nocciolo, una camera cilindrica nella quale avveniva la reazione materia-antimateria. La camera del reattore era protetta da potenti campi magnetici, progettati per confinare la reazione materia-antimateria nel vessel e impedire alla reazione di sfuggire al controllo determinando l'esplosione del nocciolo. Alla I.A. sarebbe bastato menare un fendente e squarciare il vessel per ottenere l'esplosione del nocciolo, ma si era… affezionata a quei due mocciosi e voleva dare loro il tempo per mettersi in salvo, per cui, dopo aver appoggiato il gear all'edificio che conteneva il vessel, iniziò la sequenza di autodistruzione dello stesso. "Moccioso, vieni a prendere tua sorella. Avete venti minuti prima che il gear si autodistrugga."
Miharu si gettò fuori dal suo gear e salì a bordo di quello di Hanabi, dove la sorella giaceva svenuta. Liberata Hanabi dall'elaborato sistema di cinture di sicurezza a difesa del pilota, non senza difficoltà issò il corpo inerte della sorella sulle spalle e si trascinò al suo gear. Dopo aver sistemato Hanabi sulle ginocchia, eseguì il reboot: il gear poteva funzionare anche senza l'ausilio dell'I.A., ma era necessario reinizzializzare e ricalibrare il sistema. Miharu riuscì a ottenere solo un misero 50% di funzionalità ma risolse il problema del volo alla cieca bypassando il circuito delle telecamere e utilizzando la griglia del gps per orientarsi in un volo "alla cieca". Miharu calcolò che aveva speso dieci dei venti minuti a loro disposizione per lasciare la colonia prima che il gear si autodistruggesse, aprendo una breccia nel contenimento del nocciolo e determinando un'esplosione di materia-antimateria che avrebbe distrutto l'intera colonia. Decise quindi di percorrere la rotta più breve per fuggire. In un volo quasi verticale, si diresse allo specchio che fungeva da finestra per quel settore, calò un fendente; ma non riuscì nemmeno a scalfirlo. Preso dalla disperazione e dal panico, colpì lo specchio più e più volte, dimentico del tempo che correva e che si esaurì mentre realizzava il proprio terribile errore di calcolo.
Amber fece atterrare goffamente l'Einheriar all'interno dell'hangar secondario della Gae Bolg. Trovò Zephyr ad accoglierla nello spogliatoio. "Potevi lasciarci le penne." "Ma non è successo. Miharu mi ha costretta a fuggire con la coda tra le gambe." Si passò una mano tra i capelli. "Qual è la situazione?" "Ho terminato l'evacuazione della colonia e ho dato ordini al timoniere di lasciare l'orbita." "Che ne è di Hanabi e Miharu?" "Stanno ancora combattendo." "Zephyr, signore, il capitano della Izanagi desidera parlare con lei" comunicò il tenente Smirnov dalla plancia. "Passa la chiamata sullo schermo della sala briefing, Smirnov. Grazie." I due fratelli si trasferirono in sala briefing, dove il volto del capitano O'Neil riempiva il piccolo schermo olografico al centro del tavolo. "Mi dovete delle spiegazioni." "Ci sarà… ehm… un'indagine" lo blandì Amber. "Per ora, capitano, si allontani dall'orbita con la sua nave. È pericoloso!" "Che tipo di rischio corriamo, esattamente?" "Tra gli altri progetti, stavamo studiando il modo di produrre energia generata dalla reazione materia-antimateria" spiegò Amber, "Abbiamo realizzato un piccolo reattore sperimentale. Ha presente l'intelligenza artificiale che avrebbe dovuto interfacciarsi con i piloti del gear? Ecco, è stata, ehm, contagiata da un virus, è sfuggita al controllo e… hm… si è diretta al reattore. Abbiamo ragione di credere che lo scopo sia… farlo esplodere. In ogni caso, si allontani dall'orbita. Dovremmo essere al sicuro dagli effetti dell'esplosione una volta lasciata l'orbita del pianeta." "E questa esplosione, che effetti avrà sul sistema?" "Sistema?" fece Zephyr. "Distruggerà la colonia. Non avrà alcun effetto a livello di sistema." "Ma potrebbe benissimo distruggere le nostre navi, se non ci allontaniamo!" intervenne Amber, con urgenza. "Farò in modo che rispondiate di questo pasticcio a una commissione disciplinare!" s'infuriò O'Neil, chiudendo la comunicazione. Amber crollò su una sedia. "Non è la loro commissione disciplinare a spaventarmi… C'è modo di recuperare Hanabi e Miharu?" "A meno che non siano loro a lasciare la colonia, no. Vuoi davvero rischiare una missione di recupero?" Amber e O'Neil osservarono l'esplosione dal ponte di comando delle rispettive navi. O'Neil schiumando di rabbia: come avrebbe potuto spiegare l'accaduto ai suoi superiori?
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