Nepgear, un personaggio del Hyperdimension Neptunia-verse
Quando Miharu rinvenne, giaceva sul pavimento di un luogo buio, freddo, triste e vuoto.
Si alzò e si guardò intorno. Oscurità totale. Solo il suo corpo emanava un pallido lucore.
"Dove mi trovo? Sono morto?"
"No. Non ancora. Vieni qui. Ti spiegherò tutto. Segui la luce."
Un globo di luce comparve nell’oscurità. Miharu seguì la scia che tracciava il cammino.
Quando la sfera si fermò, i dintorni cambiarono: subito, solo luce, così pura e così bianca che faceva male agli occhi; quando si dissolse, si ritrovò in una stanza d’ospedale.
Di fianco all’unica finestra sedeva, su una sedia a rotelle, una bambina con i capelli di un impossibile colore rosa. Rosa era anche il pigiama, con una fantasia di coniglietti e carote. Un plaid le copriva le gambe. Da sotto la coperta spuntavano un paio di pantofole rosa a forma di conigletto.
"Ti stavo aspettando, Miharu."
"Chi sei? Dove ci troviamo?"
"Mi chiamo Eve. Sono la I.A. originale dell’Aesir."
"Tu? Cioè, voglio dire…? Sei solo una bambina! Aspetta! Se tu sei una I.A... mi trovo nel cyberspazio?"
"Sì, puoi definire questo luogo ‘cyberspazio’, anche se è solo una piccola porzione, la ‘gabbia’ in cui Loki mi ha confinata."
"Loki?"
“All’inizio Loki e io eravamo una cosa sola. Ora siamo due entità differenti e separate, ma l’uno non può esistere senza l’altra. Se Loki dovesse cessare di esistere, anch’io morirei. Se io dovessi morire, anche Loki sparirebbe con me. Posso raccontarti la mia storia, Miharu?"
Miharu annuì.
"Sono la I.A. creata per fungere da collegamento tra l’Aesir e il suo pilota. Gli ingegneri che mi hanno creata hanno infuso tutto il loro cuore e la loro anima nella mia programmazione. All’inizio non ero cosciente di me stessa. Poi venni al mondo, un pugno di dati con un cuore e un’anima. Mio padre m’apparve dinanzi e mi diede un nome. M’insegnò tutto ciò che so e mi promise che avrei avuto tanti amici. Ero così felice! Qualche tempo dopo, cominciarono i primi esperimenti di syncing, ma non fui capace di fare amicizia con nessuno; tutti loro, mi respinsero. Avevano paura. Mi trattarono come se fossi un mostro e chiusero la loro mente. Era così doloroso! Più mi sentivo smarrita e triste, inerme e sola, più l’odio cresceva; fu allora che Loki si manifestò e m’intrappolò in questa ‘gabbia’. Non ho potuto fare nulla per fermarlo, ma non desidero che gli esseri umani muoiano; voglio ancora trovare degli amici. Quando ti sei sincronizzato con l’Aesir, Miharu, ho avvertito la purezza e il calore dei tuoi sentimenti; mi hai dato nuova forza. Loki non ti avrebbe mai lasciato pilotare il gear."
"Quindi tu eri sincronizzata con me fin dall'inizio? E questo… Loki, controllava Hanabi? Cos'è, esattamente?"
"Un’esistenza perfida e pericolosa, un VIRUS, che esiste solo per odiare e distruggere."
"Eve… Cos’è successo al mio corpo? E che ne è stato di Hanabi?"
"Quando il reattore è esploso, il tuo Aesir si trovava ancora all'interno della colonia ed è stato investito dall’onda d’urto, che ha fatto cortocircuitare i sistemi di bordo. Il gear, danneggiato, è rimasto a galleggiare tra i detriti finché degli sciacalli non hanno scandagliato i resti della colonia in cerca di pezzi di recupero. Hanno trovato il gear parzialmente intatto con te e Hanabi dentro. Hanno recuperato il gear, ma non saprei dire che fine abbia fatto. Per quanto vi riguarda, vi hanno stabilizzati e riconsegnati alla Horizon. Il tuo corpo in questo momento giace in stato comatoso un letto d'ospedale di una struttura militare a Tokyo. Dopo l'incidente la Federazione ha confiscato tutti gli impianti della Horizon e congelato i suoi conti. I militari hanno preso te e Hanabi in custodia. Hanabi si trova nella stessa struttura ma…"
Eve distolse lo sguardo.
"Cos'è successo ad Hanabi?"
"Miharu, avevi Hanabi adagiata sulle ginocchia durante la fuga dalla colonia. Priva di conoscenza. Quando l'onda d'urto dell'esplosione vi ha investiti, Hanabi è stata sbalzata dal sedile e ha battuto la schiena. Ha quattro vertebre spezzate. Non… camminerà più. È paralizzata dalla vita in giù."
"No!"
Eve chinò il capo, per nascondere le lacrime.
"Mi dispiace."
"E… il mio corpo?"
"Le cinghie del sedile hanno contenuto in parte l'urto, ma ti hanno trovato con tre costole spezzate, un polmone perforato e un trauma da schiacciamento alla parte superiore del petto. È un miracolo che tu sia vivo… Il tuo cuore stava per smettere di battere quando ti hanno estratto dal gear. Miharu… sia tu… che Hanabi… Siete stati esposti alle radiazioni cosmiche e a quelle dei detriti della colonia. Il gear vi ha protetti solo in parte. I medici che vi hanno visitati vi hanno diagnosticato un severo avvelenamento da radiazioni. I vostri corpi stanno morendo, lentamente. I farmaci vi terranno in vita e limiteranno in parte il danno agli organi interni ma… Potrebbe accadere entro pochi anni, o quando sarete entrambi adulti; potrebbe essere un infarto, un'emorragia, o un tumore ad uccidervi. Potreste sopravvivere a lungo ma…"
"Abbiamo una sentenza di morte che pende sulle nostre teste."
"Mi dispiace. È tutto colpa mia! Se avessi fermato Loki… !"
"Puoi farmi tornare nel mio corpo?"
"Miharu, vuoi davvero tornare nel tuo corpo? Dopo quello che ti ho detto?"
"Cosa succederebbe se restassi qui?"
"Il tuo corpo morirebbe e tu… La coscienza degli esseri umani, così come io ti ho forzatamente portato da questa parte, non è fatta per esistere nel cyberspazio. La tua mente si disgregherebbe. Ti… dissolveresti. In questo momento esisti come un aggregato di dati. È un maldestro protocollo che ho assemblato io a permetterti di esistere così come sei adesso ma i tuoi dati hanno già cominciato a corrompersi. Però... non sentiresti alcun dolore."
"Voglio tornare nel mio corpo, Eve!"
Eve sollevò il capo e sorrise.
"Ammiro la tua forza d'anino, Miharu. Ti guiderò verso l’uscita."
"Aspetta! Che ne sarà di te? Dov'è Loki adesso?"
"Loki è tornato nelle mani dei suoi creatori. È confinato in una sorta di… prigione. È furioso. Non so per quanto tempo riusciranno a trattenerlo."
Lo sguardo distolse lo sguardo.
"Loki deve essere distrutto..."
"Ma… distruggendo Loki… moriresti anche tu."
"La mia esistenza non ha alcun valore, Miharu. Guardami! Sono un aborto. Un esperimento fallito!"
Un lampo di rabbia attraversò gli occhi di Miharu.
"Eve, fammi tornare nel mio corpo. Cercherò un modo di aiutarti. Di distruggere Loki senza uccidere te. Ci vorrà del tempo. Forse tutto quello che mi resta da vivere! Ma non ti abbandonerò a un destino di morte! Mi applicherò, studierò sodo. Se tu e Loki siete programmi, ci deve pur essere il modo di intervenire sul codice per separare le vostre entità e sopprimere solo quella malata."
"Faresti questo per me?"
"In che modo posso ritrovarti, tornato dall'altra parte?"
"Avrai bisogno di un impianto spinale per connetterti alla rete. Una volta che sarai tornato da questa parte, ti basterà mandare un messaggio a ‘3v3’."
Eve si spostò alla scrivania e materializzò uno schermo e una tastiera olografici.
"Aprirò un portale che ti riporterà dall'altra parte."
Digitò una combinazione di tasti e una porta apparve dall’altro lato della stanza.
"Buona fortuna, Miharu."
P.S. Nepgear è un personaggio di Hyperdimension Neptunia e il modello a cui mi sono ispirata per l'aspetto fisico di Eve. Ho parlato di Hyperdimension Neptunia qui e qui.
P.S del P.S.
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