La coscienza tornò a poco a poco. Per prima cosa, Miharu udì il bip elettronico del saturimetro, che misurava le sue pulsazioni e la saturazione dell'ossigeno nel sangue. Poi aprì gli occhi e, dopo un momento, mise a fuoco il soffitto bianco della stanza d'ospedale in cui giaceva. Quindi avvertì il contatto discreto della mascherina per l'ossigeno sul volto. Infine tornò cosciente della fisicità del proprio corpo, adagiato sul letto, con un catetere venoso installato nella mano sinistra per nutrirlo tramite fleboclisi. Non era più coscienza distaccata dal corpo, un aggregato di impulsi bioelettrici in forma di dati.
Con cautela, mosse braccia e gambe per assicurarsi di averne la facoltà, quindi, non senza fatica, si tirò a sedere sul letto, portando le ginocchia al petto per controbilanciare il peso del corpo. Osservò le proprie mani, si tastò il volto. Concluse che non aveva subito danni permanenti, non a livello visibile, ma un capogiro e un'ondata di nausea gli ricordarono gli effetti dell'esposizione alle radiazioni cosmiche e a quelle emesse dai detriti della colonia. Si distese di nuovo, lasciando che il flusso d'ossigeno lo aiutasse a regolarizzare il respiro e le pulsazioni del cuore.
Attivò il cicalino e giunsero un medico e un'infermiera. Mentre il medico studiava i dati riportati sullo schermo olografico incassato nella testiera del letto, l'infermiera aiutò Miharu a mettersi seduto e gli porse un bicchiere d'acqua con una cannuccia perché potesse rinfrescarsi la gola.
Congedata l'infermiera, il medico spiegò a Miharu il suo quadro clinico.
"Mi è stato chiesto di farti trasferire in un'altra struttura appena ti fossi risvegliato dal coma. Ti manderò un'infermiera che ti aiuterà a prepararti per il trasferimento. I tuoi dati saranno già stati comunicati al medico che ti avrà in carica nell'altra struttura quando arriverai." Esitò. "Buona fortuna."
Miharu lo fermò sulla porta.
"Aspetti! Mia sorella - posso vederla? Sta bene?"
Il medico parlò dandogli le spalle.
"Tua sorella è stata trasferita in un'altra struttura. È stabile, ma no, non credo che tu possa vederla per il momento."
Si congedò. Dopo qualche minuto tornò l'infermiera con un cambio di biancheria e vestiti e le sue medicine.
Amber si tolse i vGlass e li appoggiò sul comodino, prima di lasciarsi cadere sul letto con un sospiro. Aveva trascorso le ultime due settimane dentro e fuori gli uffici di tutte le autorità federali presenti sul pianeta, facendosi fare il terzo grado, rispondendo a una marea di domande e cercando di rimediare al pasticcio di Jupiter One senza danneggiare gli interessi sia della Horizon sia della Federazione.
Quando con la Gae Bolg avevano attraccato al porto orbitale terrestre, una gigantesca struttura a doppio anello che fungeva da attracco per le navi militari, mercantili e passeggeri e da collegamento con la superficie, tramite il laccio dell'ascensore orbitale, una pattuglia di federali armati fino ai denti aveva preso il controllo della nave, arrestato l'equipaggio, posto gli impiegati della Horizon agli arresti domiciliari nei loro alloggi e sequestrato i 20 bambini prestrutturati, della cui sorte Amber non era mai stata informata. Immaginava che li avessero rinchiusi in un qualche laboratorio per studiarli.
Lei e Zephyr erano stati arrestati e 'accompagnati' sulla Terra, dove l'ufficiale federale incaricato di sorvegliarli li aveva 'accomodati' in un lussuoso hotel di San Francisco, in stanze separate. Anche gli interrogatori si erano svolti separatamente. Finito il ciclo di interrogatori, Amber e Zephyr erano stati riaccompagnati all'hotel in attesa di comparire davanti a una commissione disciplinare incaricata di stabilire le responsabilità dell'incidente di Jupiter One. Finita questa farsa, si sarebbero accordati per un risarcimento a favore della Federazione, un periodo di prova in cui la Horizon sarebbe stata gestita in congiunzione con le autorità federali e, al termine, la restituzione dell'azienda a privati. A quel punto Raziel se ne sarebbe sbarazzato dichiarano fallimento o svendendola a qualche altra società aerospaziale.
Quello che irritava Amber era che Raziel non fosse ancora intervenuto per trarre lei e Zephyr dai pasticci e per quale motivo non avesse ancora fatto in modo di far reperire ai federali il corpo di Hoshino. Amber era sicura che Hoshino a quel punto fosse stato ucciso ed era impossibile che Raziel non c'entrasse nulla con la sua morte, né che ignorasse l'ubicazione del corpo. E poi perché diavolo aveva lasciato che succedesse tutto questo casino?!
Lo aveva ideato lui il progetto, l'aveva comprata e rimessa a nuovo con i suoi soldi, la Jupiter One, una reliquia dei tempi pre-TransGate, ce lo aveva messo lui Hoshino a produrre bambini prestrutturati e aGear militari per la Federazione e sempre a lui obbedivano Amber e Zephyr. E allora per quale motivo l'onnipotente, onnisciente, onnipresente Raziel non era calato sulla Terra a trarre i suoi sottoposti d'impaccio?
E poi com'era possibile che gli fosse sfuggita una falla di programmazione grossa come una casa in quella stupida I.A.? E cosa ci guadagnava a farsi nemica la Federazione? E dove-diavolo-era-finito-Hoshino?! Sarebbe stato un capro espiatorio perfetto!
La sua mente era un vortice di domande senza risposte e non poteva nemmeno confrontarsi con Zephyr. Avrebbe potuto, se avesse voluto, ma Zephyr era stato irremovibile quando, prima di essere arrestati, le aveva intimato di recitare la sua parte della commedia. Blah! Era stanca di recitare.
Nella confusione le sovvenne un pensiero sgradevole: e se il capro espiatorio fossero stati lei e Zephyr? Scosse la testa. No! Loro erano speciali. Non erano comuni esseri umani. Erano il frutto di trent'anni di ricerche sulla manipolazione del genoma umano. Raziel non se ne sarebbe mai liberato come avrebbe fatto con delle semplici pedine!
Amber di rado cadeva preda delle emozioni umane, ma in quel momento sentì salirle un groppo alla gola. Aveva voglia di piangere.
Miharu si aspettava di essere portato in una struttura detentiva, invece fu trasferito nella base navale delle Forse di Difesa su Iwo Jima.
Dopo essere stato sottoposto a un check-up nella clinica della base, fu condotto nell'ufficio di un ufficiale superiore.
Una donna europea con i capelli corti e biondi sedeva alla scrivania. Poteva avere una quarantina d'anni. Gli occhi erano azzurri e glaciali.
Indossava l'uniforme blu della Flotta Stellare, con le stellette da generale sulle spalline.
L'ufficio era arredato con sobrietà e buon gusto. La parete di fondo, occupata da una vetrata, guardava sul mare.
"Prego, accomodati."
Indicò a Miharu una poltroncina dall'altro lato della scrivania. Il tono era cortese, ma non era una richiesta. Miharu obbedì.
"Ti hanno spiegato la tua situazione clinica, sì?"
Miharu annuì.
"Non starò ad annoiarti con i dettagli. Abbiamo raggiunto un accordo con le Industrie Horizon e da ora in poi tu lavorerai per la Federazione. Ti forniremo vitto, alloggio, un'istruzione e tutte le cure necessarie al mantenimento di un buono stato di salute. Terminato l'addestramento, lavorerai per questo ufficio e risponderai direttamente a me. È tutto chiaro?"
"Sì, signora."
La donna sorrise, ma non c'era gioia nei suoi occhi. Il sorriso era gelido.
"Molto bene. Io sono il generale Marianna Delacroix, Intelligence della Federazione. Mi risulta che la Horizon si riferisse a te come soggetto sperimentale R-0666 o come Miharu. D'ora in poi ti chiamerai Miharu Ishikawa. Alloggerai nella base, dove riceverai il tuo addestramento. Per la durata dell'addestramento e della tua permanenza nella base sarai affidato al tenente Anamaria Torres. Il mio attendente, tenente Meguro, ti accompagnerà al suo alloggio dopo questo colloquio. Hai delle domande?"
"In ospedale mi hanno detto che mia sorella è stata trasferita in un'altra struttura. Dove si trova? Posso vederla?"
"Il soggetto sperimentale R-0667 è stato restituito alle Industrie Horizon. La sua ubicazione mi è sconosciuta. Mi spiace."
"Ma non controllate voi le Industrie Horizon, adesso?"
"Un altro ufficiale è incaricato di supervisionare alle attività della Horizon - e in ogni caso, le Industrie Horizon riprenderanno a operare in modo indipendente dopo che saranno state accertate le responsabilità dell'incidente di Jupiter One e alla Federazione sarà offerta la giusta compensazione per i danni arrecati. Abbiamo finito."
Delacroix toccò un pulsante sulla propria console ed entrò un giovane ufficiale.
"Tenente, accompagni il ragazzo ai suoi alloggi."
"Sì, signora."
Miharu comprese che non avrebbe ricavato altre informazioni da Delacroix e seguì Meguro fuori dall'ufficio.
Uno scampanellio. Bussavano alla porta. Amber ordinò al computer di aprire, si alzò da letto e si diede una sistemata.
"Signorina Hoshino." Era il suo ufficiale. "È libera di andare. Mi sono preso la libertà di chiamarle una navetta per l'ascensore orbitale."
Amber gli rivolse un'occhiata interrogativa.
"Mi era stato detto che sarei dovuta comparire davanti a una commissione disciplinare…?"
"Sono appena stato informato che è stato preso un accordo privato. Lei e suo fratello siete liberi di andare. È stato arrangiato per voi un passaggio per il Sistema della Libra." Esitò. "Le auguro buon viaggio."
"Che ne sarà della Gae Bolg e del personale della Horizon?"
"Non conosco i dettagli, ma la Gae Bolg rimarrà alla fonda nel porto orbitale e poi sarà trasferita nei cantieri di Nettuno per essere riconvertita a uso militare. Il personale della Horizon è stato rilasciato. Mi è stato detto che stanno scendendo sulla Terra per riunirsi alle proprie famiglie. Manterranno le loro posizioni e potranno riprendere il lavoro."
"Nessuna notizia di mio p- del dottor Hoshino?"
"Mi spiace."
"D'accordo. La ringrazio. Ehm… è congedato?"
"Faccia buon viaggio, signorina."
Amber ringraziò e scese nella hall, dove si riunì a Zephyr.
"Raziel si è finalmente degnato d'intervenire e mettere una pezza a questa faccenda?"
Zephyr scrollò le spalle.
"I disegni di Raziel sono imperscrutabili."
"Certo, come se lui non fosse a conoscenza della falla nella programmazione di quella stupida I.A. - e poi perché inventare un'idiozia come il LINKAGE//System?"
"Raziel ci ha richiamati sulla Merkavah. Cerca di risposare durante il viaggio, perché rispondere a Raziel non sarà come giocare con questi esseri umani."
Amber si massaggiò le tempie. Aveva l'emicrania.
"Lo so. Continuo a non capire cosa ci guadagna Raziel a farsi nemica la Federazione."
Zephyr scrollò di nuovo le spalle.
"Non sono così presuntuoso da porre in dubbio la lungimiranza di Raziel."
"Mi fai venire il voltastomaco."
Zephyr le rivolse un'occhiata dura.
"Si chiama 'malizia', Amber. Raziel non piace nemmeno a me, ma io ci tengo alla pelle e so che far infuriare Raziel è il modo migliore per farsi ammazzare. Ora, vogliamo andarcene da questo buco puzzolente? Ne ho avuto abbastanza della Terra e di queste scimmie maleodoranti che l'ammorbano."
Amber non avrebbe potuto essere più d'accordo.