Chi mi conosce sa che io e il Natale non siamo mai andati d’accordo…o meglio, un tempo eravamo molto amici, si festeggiava insieme a tutta la famiglia, magari a Bologna dalle zie, con tutti i cugini, o a Genova con la parte paterna della mia numerosa famiglia.
Dalla parte della mamma eravamo otto cugine, tutte più o meno nella stessa fascia di età e tre cugini maschi più piccoli (Lorenzo e Gabriele sono arrivati dopo). Generalmente si festeggiava dalla zia Agnese, noi partivamo da Genova con tantissimi regali e specialità culinarie.
Quando non si poteva andare a Bologna, perché papà doveva lavorare fino a tardi il 24, si festeggiava dalla zia Gabry il pranzo del 25 e poi si iniziava una maratona di “giochi d’azzardo” o a casa nostra o dalla zia Dori.
Tombola, sette e mezzo, mazzetti. Tutto rigorosamente con soldi veri. Puntata massimo 1000 lire.
Le nostre bische clandestine andavano avanti dal 25 dicembre al 6 gennaio, in occasione di tutte le feste comandate…se poi in mezzo capitava anche una domenica, non ci facevamo certo scappare l’occasione!
Quelli sono i periodi di vita famigliari più belli e li ricordo con tanta nostalgia.
C’erano i miei nonni, gli zii, i miei cugini, i miei genitori…e c’ero io. E tutti insieme mangiavamo, giocavamo e ci divertivamo un sacco. Ridevamo a crepapelle quando mio papà litigava con Simone, fregato ai mazzetti, e ci arrabbiavamo diventando verdi d’invidia quando la zia Rita zitta zitta se ne usciva con un filo di voce: Tombola!
La notte di San Silvestro non ci facevamo mancare ovviamente botti e mortaretti, alcuni anni, con Simone e Flavio in piena forma, facevamo invidia ai più bravi organizzatori di fuochi d’artificio.
A volte penso che vorrei avere una macchina del tempo per poter tornare a quei giorni, tutti insieme e tutti felici, nonostante i problemi e le difficoltà che certo non mancavano, soprattutto nella nostra pazza famiglia. Per fargli vedere a Ste le nostre tavole imbandite, le prelibatezze che la mamma e le zie cucinavano (memorabile l’insalata di tonno della zia Gabri e il Capo Magro di mia mamma), e come riuscivamo a divertirci con poco.
Poi penso che purtroppo non è possibile, allora spero in futuro di poter dare ai miei figli la stessa atmosfera natalizia in un ambiente sereno e famigliare…perché allora era davvero una gioia aspettare quei giorni e vivere il Natale così.
Spero che i miei figli possano avere intorno tanti cugini, zii e nonni, e che ci sia la possibilità di festeggiare tutti insieme, nonostante i problemi e le avversità della vita.
Negli ultimi anni, da quando i nonni hanno iniziato ad andarsene, e la stanchezza generale dei genitori ha fatto sì che smettessimo di festeggiare tutti insieme, ho iniziato ad odiare questo periodo dell’anno.
Perché senza la famiglia non è Natale.
Senza pranzi che durano fino alle quattro del pomeriggio e cene che riprendono dopo un paio di ore, giusto il tempo di riprendersi, non è Natale.
Senza tombola e sette e mezzo non è Natale, almeno per me.
Ho deciso però di dare una svolta a questo sentimento negativo!
Già l’anno scorso avevo cercato di migliorare un po’ organizzando un pranzo da Lucia con Daniela e famiglia. Perché quando ci sono i bambini è tutto diverso. Stefano si era vestito da Babbo Natale ed era arrivato portando i regali ad Emma e Asia, che l’avevano però accolto con fiumi di lacrime.
Quest’anno non abbiamo badato a spese!
Innanzitutto entrambi torniamo a casa per festeggiare il Natale con le nostre famiglie, e io spero vivamente che si possa ricreare un’atmosfera simile a quella di 15 anni fa. Con le mie cuginette Sofia, Aurora e Agnese sarà sicuramente più bello. Saremo lontani con Ste, ma avremmo vicino i nostri genitori, anche se ci siamo ripromessi che questo sarà l’ultimo anno che lo passeremo separati.
Poi, per ricercare meglio lo spirito giusto, abbiamo deciso di passare un weekend a Dusseldorf con i Ciri, per visitare i mercatini natalizi e respirare a pieni polmoni l’aria del Natale in Nord Europa.
I magnifici 4 a Dusseldorf
E per finire abbiamo comprato un albero alto un metro e ottanta, con tante palline e addobbi, ovviamente rosso e blu, per far si che anche nella nostra piccola casetta si respiri un po’ di quella atmosfera magica.
In Olanda il Natale è molto sentito e i festeggiamenti iniziano già da metà novembre con l’arrivo di Sinterklaas, il corrispondente dutch del nostro Babbo Natale, anche se storia e modalità sono un po’ diverse. Per strada sono numerosi i chioschi di Olliebollen, frittele di mele o uvetta, e dalle finestre si iniziano ad intravvedere gli alberi addobbati e i carillon sui davanzali.
Quale miglior occasione quindi per mettere da parte il Grinch che è in me, e godersi un pochino l’atmosfera natalizia?
E per voi…non è Natale senza…