Spiritualità e coltivazione delle bietole

Da Curtim
Paragonare la Natura ad un orologio svizzero è assolutamente sottovalutante. Perchè la Natura è molto più precisa di un orologio svizzero e soprattutto molto, molto più complessa.Si stima che siano più di otto milioni le specie viventi sul nostro pianeta, questo non contando quelle estinte. Per ogni specie, vivono da migliaia a miliardi di individui. All'interno del corpo di ogni individuo avvengono milioni di complicatissime reazioni biochimiche in ogni istante. Tutti questi individui, poi, vivono condividendo lo stesso ecosistema, in perfetto equilibrio demografico. Il numero di individui infatti si adegua al territorio, non viceversa. Direi che questi numeri bastano a far impallidire qualsiasi ingegnere meccanico, svizzero e non. Nessuno si sognerebbe di poter replicare la stessa complessità, perchè le variabili in gioco risulterebbero troppe anche per il più potente dei calcolatori, che infatti spesso si accontenta di lavorare su un modello semplificato della realtà. La mente dell'uomo non tenta di replicare la Natura ma crede, con molta vanità, di essere in grado di potervi interagire, da pari a pari. La mente infatti sopravvaluta le proprie capacità, perchè crede di essere uno strumento creativo, e non analitico. Sulla base di teorie anche molto complesse si convince di aver capito tutto, che fuori di lei non esista altro da comprendere e che, se non riesce ad operare creativamente con la realtà, è solo una questione tecnica. Il progresso scientifico le permetterà un giorno di farlo.Io non so cosa succederà in futuro, ma osservo la realtà di oggi, e non mi sembra che la nostra situazione renda giustizia alle possibilità del genere umano. L'intervento dell'uomo sulla Natura, ivi comprese le tecniche per "curare" il proprio corpo, mi sembrano in larga parte avventate e pericolose. Cosa succederebbe se dessimo il nostro orologio svizzero in mano ad un bambino di tre anni? Ecco, lo stesso facciamo noi con la natura, a tutti i livelli. Ignorando che il tempo possiede una propria qualità e che per conoscerla è necessario affidarsi a qualcosa di superiore alla mente, l'uomo continuerà sempre a lavorare "alla cieca", a faticare enormamente per avanzare nella conoscenza, combinando nel frattempo anche dei bei disastri.Intendiamoci, non desidero fare il profeta del Medioevo prossimo venturo, ma credo che l'umanità di oggi sia ubriaca di tecnica. Mi consola il fatto che in molti siano passati dall'euforia di possedere la chiave per capire il mondo attraverso lo studio della materia inerte, ad un più pacata e sincera apertura verso la spiritualità, vera quintessenza della vita e che, seppur osteggiati, riescano sempre di più a far sentire la propria voce e a riconoscersi, al di là delle ovvie differenze. Perchè, come diceva Tiziano Terzani, di questo abbiamo bisogno, di "ribelli spirituali", oggi più che mai.Si scoprirebbero quindi delle cose molto interessanti, come ad esempio che le nostre teorie segnano il passo quando l'esperienza si unisce a quell'impalpabile qualità che viene definito "momento presente". Ci si stupirebbe ad esempio nel sapere che esiste un agricoltore che, ascoltando la propria ispirazione, riesce ad ottenere dei raccolti inimmaginabili con qualsiasi altra tecnica di coltivazione tradizionale:
Questo agricoltore è in grado di coltivare senza pesticidi, di utilizzare pochissimo fertilizzante rispetto all'agricoltura convenzionale (ne usa 700 g per ettaro rispetto ai 500 kg per ettaro dell'agricoltura intensiva), di far crescere ortaggi su terreni salini, di rendere le piante più resistenti alle malattie, ecc.
Ecco cosa dice l'uomo quando qualcuno gli chiede perchè il suo metodo funzioni:
Le piante posseggono una vita come qualsiasi altra persona, come gli animali ed ogni altra cosa. Dobbiamo imparare a conoscerle, a trattarle con dolcezza. Le piante capiscono, sanno. Non tutti gli uomini hanno affinità con le piante, e non tutte le piante hanno affinità con gli uomini. È una questione di compatibilità, come avviene tra i gruppi sanguigni delle persone. Le piante stesse possono essere raggruppate a seconda dell'affinità, a seconda della loro energia.
Teilhard de Chardin sosteneva che "Non siamo essere umani che stanno vivendo un'esperienza spirituale, ma esseri spirituali che stanno vivendo un'esperienza umana". Le teorie sono utili solo se prevedono una forte interazione fra esperienza ed ispirazione personale. Pensiamoci su quando preferiremo agire secondo le nostre teorie, e non secondo ciò che in quel momento ci suggerirà la nostra ispirazione.

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