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Splendore – Margaret Mazzantini

Creato il 28 dicembre 2013 da Linda Ferrando

www.inmondadori.it

Ho letto praticamente tutta la produzione letteraria della Mazzantini e tranne qualche raro caso, mi sono piaciuti molto i suoi libri. Si era sempre trattato di letture intense a livello di trama, quasi sempre molto drammatica con risvolti tragici, ma leggere a livello di stile, frasi brevi, scrittura pulita e senza fronzoli. Con quest’ultimo romanzo credo che la Mazzantini abbia voluto “alzare il tiro” e affiancare alla narrazione di fatti tanto drammatici uno stile denso di metafore, paragoni, frasi complesse e spesso volutamente ritorte. La decisione poi di non suddividere il libro in capitoli o in parti rende ancora più difficoltosa la lettura.

In ogni caso la trama piuttosto originale che introduce il tema dell’omosessualità in modo forte e chiaro denunciando l’atteggiamento omofobo di noi italiani – paragonati alla mentalità apertissima degli inglesi – mi è piaciuta e non voglio polemizzare sul risvolto “commerciale” che può avere in questo momento. Un secondo punto a suo favore sta nell’aver evitato salti temporali troppo incisivi e aver semplicemente raccontato la storia di Guido, dall’infanzia alla vecchiaia. L’utilizzo della prima persona come narratore fa sembrare il romanzo quasi un diario, un ripercorrere il passato attraverso i ricordi e le persone incontrate durante la propria vita.

La curiosità invoglia il lettore a proseguire attraverso queste riflessioni sulla vita e sulla morte costanti ma un po’ pesanti a tratti, inevitabile il paragone tra due città così diverse come lo sono Londra e Roma, che vanno a rispecchiare rispettivamente Guido e Costantino. Due caratteri opposti, due vite indissolubilmente legate a doppio filo. Interessante il finale che ci lascia l’amaro in bocca ma sempre volto alla speranza.

Voto: ★★★✰✰ e mezza!

♫♪ The man who sold the world - Nirvana

I giorni mi passavano accanto e io ero come una statua greca, un giovane Apollo che s’innalzava sopra le sofferenze dei mortali, abbracciavo la fredda materia che sigillava la mia ipotesi di vita.

sulcomodino



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