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splendori e miserie del rat-pack...

Creato il 29 novembre 2011 da Omar
splendori e miserie del rat-pack...Ascoltando ieri da Fiorello l'ancora splendida voce dell'ottantenne Tony Bennett, al titolare del blog è tornato in mente un fantastico libro di qualche anno fa, Dino, la biografia «non autorizzata» che il bardo dei reietti statunitensi Nick Tosches dedicò all'esistenza favolosa e tragica di Dean Martin. Non un saggio, né tantomeno un'accozzaglia di gossip postumo attorno al divo, il tomo (650 succulente pagg. che scorrono come un fiume in piena) va inteso piuttosto come l'ennesima, imperdibile tessera di quel Grande Mosaico Letterario che gli U.S.A. stanno costruendo da più di cinquant'anni su sé stessi. Questo dotatissimo scrittore (tra l'altro autore di altre meravigliose biografie come quella sul pugile «cattivo» Sonny Liston) utilizza abilmente la parabola del famoso cantante italo-amercano come filo conduttore di un modo di vivere e di un'epoca irripetibile e seminale (nel bene e soprattutto nel male), per imbastire con uno stile alla American Tabloid un racconto che è la cronaca inarrestabile della nascita di un mito: figlio di umili emigrati abruzzesi, il piccolo Dino Crocetti viene catapultato nel bel mezzo del palcoscenico planetario grazie al dono della propria voce. Fascinoso e sornione come molti crooner a lui coevi, Martin era uno sbevazzone incallito capace d'incantare chiunque in ragione d'un irresistibile sguardo malinconico e sbruffone. Era anche l'esponente più fanatico e modaiolo del Rat-Pack, il gruppo di allegri ragazzacci dall'ambigua collocazione etico-politica che fecero faville negli anni '50 e '60, e di cui facevano parte, accanto a lui, Dean Martin, Frank Sinatra, Sammy Davis Jr., Peter Lawford e Shirley McLaine - e anche, marginalmente, JFK, per cui il gruppo cantò alla convenzione democratica di Los Angeles del 1960, inaugurando una lunga scia di sudici legami tra politica e show-businness.splendori e miserie del rat-pack... Tosches pesca nel torbido, delinea ombre e luci del personaggio accendendo al contempo i riflettori sulla immensa anima nera del suo paese: Dean Martin, gigantesco baro consapevole, sorta di epico cavaliere dal talento ammuffito nell'alcool e nella troppa vita, era conscio che «non ci sarebbe stato posto a Camelot per loro», forse anche per merito del fatto che, goffamente, la sera della nomination del giovane presidente, aprì il proprio show lanciandosi in un imbarazzante discorso in cui prometteva di spiegare «le buone cose che la Mafia sta facendo» Romanzo a suo modo mitologico e imprescindibile documento storico, Dino è la vita di un santo medievale corretta e ribaltata dalle ombre più fetide dell'intero Novecento. L'avvincente elegia di una star che dalla vita ha avuto troppo, o forse troppo poco. Un grande libro, grazie al quale il nome di Dean Martin s'imprime in maniera indelebile sui gradini dell'Olimpo della letteratura.
Dino - Nick Tosches (Ed. Baldini Castoldi Dalai)

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