Sport e Celiachia

Da Gftl

Che sia calcio, che sia pallacanestro, pallavolo, ping pong, karate, equitazione o pugilato, lo sport fa sempre e comunque bene!

Sport e celiachia

Quanti di noi ricordano con tenerezza le parole dei nostri genitori quando ci invitavano a praticare dello sport: “per il tuo bene”, e noi tutte le volte a far orecchie da mercante continuando a poltrire davanti la TV?!

Ma lo sport non soltanto “fa bene” al nostro organismo, nel senso che ci aiuta a crescere sani e forti, ma ci da anche la possibilità di entrare a far parte di un contesto privilegiato che mette in moto processi importanti come la socializzazione tra pari, il confronto con gli altri, la competizione, il lavoro di squadra, lo sviluppo dell’autostima e dell’autonomia.

E’ importante dunque che i bambini e i ragazzi, celiaci e non, possano sempre fare del sano sport!

Per un bambino/ragazzo celiaco l’appartenenza ad un gruppo sportivo, potrebbe configurarsi come un rischio e una sfida allo stesso tempo.
Rischio, poiché come in ogni contesto che prevede l’instaurazione di relazioni sociali, sarà chiamato a confrontarsi con la propria “diversità”: basti pensare ai momenti di condivisione dei pasti, alle possibili uscite di gruppo, alle trasferte, ecc…
Sfida poichè, come detto in altri post, bisogna affrontare queste situazioni non richiudendosi in se stessi o “in una campana di vetro”, ma affrontando questa “nuova abitudine” (la dieta senza glutine) e ORGANIZZANDOSI.

Innanzitutto, che siano grandi o piccoli, bisogna insegnare ai nostri ragazzi ad essere quanto più possibile AUTONOMI nel gestire la scelta dei prodotti idonei per la dieta senza glutine.

Poi ricordiamoci di AVVISARE gli adulti di riferimento (in questo caso allenatori) sul tipo di dieta che segue il celiaco, e quindi di supervisionare in modo discreto quest’ultimo su eventuali consumi di cibi proibiti.

In caso di trasferte, concordate in largo anticipo con allenatori o dirigenti, i ristoranti o trattorie nei quali si recherà la squadra, in modo da poter contattare la struttura e avvisare in tempo per dei pasti senza glutine.

Ma, per esperienza personale, rimpinguate i borsoni o le valigie con cracker, panini o pane, merendine o biscotti, affinchè non ci si trovi sprovvisti di nulla.

Beh, se poi siete dei genitori particolarmente “attivi”,di quelli che seguono i loro ragazzi in tutte le trasferte, non vi mancherà la voglia di organizzare pic-nic only gluten free (focacce, crostate, muffin, pane imbottito, ecc).

Per coloro i quali praticano dello sport a livelli agonistici è importante, sia che non siano celiaci, ma soprattutto se lo sono, farsi seguire da un bravo nutrizionista e/o dietologo, in grado di fornire un’adeguata dieta.
Alcuni studi hanno evidenziato delle carenze nutrizionali sia per coloro che hanno appena intrapreso la DGF sia per coloro che la praticano da anni. Nel primo caso, per i neo-diagnosticati, si riscontrano ad esempio delle carenze di ferro, calcio, vitamina D, B12, che permangono finchè i villi non riprendono a star bene, quindi seguendo una rigorosa DGF e possibilmente facendosi supportare da uno specialista dell’alimentazione.

Nel secondo caso si parla di “malnutrizione per eccesso” ovvero l’eccessivo consumo di prodotti senza glutine  ricchi di grassi saturi, zuccheri semplici e sale, possono influire sulla comparsa di patologie cronico degenerative. Per questo dunque è importante scegliere in maniera consapevole quali prodotti senza glutine consumare e ove possibile sostituirli con prodotti naturalmente senza glutine.

Ribadiamo inoltre, che ogni persona è una caso a sè, quindi è importante rivolgersi a medici esperti per una dieta personalizzata sana ed equilibrata, soprattutto per coloro i quali praticano sport a livello agonistico. Un’esempio di come gestire questo tipo di situazioni lo abbiamo incontrato intervistando la nostra amica pallavolista FEDERICA STUFI

Riprendendo il filo iniziale, i contesti sportivi possono essere dunque dei contesti privilegiati per un sano sviluppo psicosociale dei nostri ragazzi, poichè:

– socializzare e conoscere nuove persone permette ai ragazzi di confrontarsi, di riconoscere se stessi, con le proprie peculiarità e caratteristiche (fisiche e caratteriali), e al tempo stesso, identificarsi come membri di un determinato gruppo (gruppo sportivo);
– la pratica dello sport, per coloro che non hanno accettato positivamente la celiachia,  potrebbe essere una valvola di sfogo per delle ansie maturate;
– fare sport  significa entrare a far parte di un contesto nuovo nel quale scoprire nuove risorse e qualità, che faranno in modo di distogliere la propria attenzione da aspetti della propria persona che non vanno e non si apprezzano, concentrandosi invece, su quanto di buono c’è e si è in grado di fare;
– il gruppo sportivo è anche un luogo di aggregazione e di costruzione di nuovi legami.

Inoltre, un adulto esperto che guida il gruppo sportivo sarà in grado di mediare eventuali attriti e difficoltà fra pari, sarà in grado di incentivare una sana competizione che permetterà ad ogni ragazzo di maturare le proprie qualità.

Ricordiamoci sempre che lo sport, così come qualsiasi altra passione, è un momento di piacere e di svago…anche se per i genitori talvolta diventano lunghi momenti d’attesa

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FOTO: dal web.

http://www.drschaer-institute.com/smartedit/documents/yourlife/schaer_coeliacforum_02-2010_it_internet.pdf


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