Nuovo appuntamento con la rubrica di “Italia, come stai?” dedicata interamente al fine settimana degli sport invernali appena trascorso.
Poco meno di una settimana fa avevamo espresso non poche perplessità sul potenziale del Bel Paese alle Olimpiadi di Sochi 2014 (clicca qui per leggere l’approfondimento). Dopo gli ultimi due giorni di gare, tuttavia, possiamo guardare al cammino verso la Russia con più ottimismo: in molti casi, abbiamo ottenuto le risposte che cercavamo.
Molto positivo si è rivelato il rendimento degli sport da budello. Importantissimo il ritorno sul podio a Sigulda di Armin Zoeggeler, Il Cannibale ha iniziato la stagione con un evidente ritardo tecnico rispetto allo squadrone teutonico, non avendo potuto testare a sufficienza le slitte a causa della chiusura della pista di Cesana Pariol, sulla quale la compagine tricolore aveva pianificato circa la metà degli allenamenti. I primi appuntamenti, dunque, si sono rivelati, in un certo senso, dei test competitivi. Ora di gara in gara il feeling con i materiali sta migliorando e non ci stupiremmo di vedere il 38enne di Foiana in lizza per il podio anche a Koenigssee ad inizio gennaio. Inoltre possiamo affermare quasi con certezza che a Sochi Zoeggeler lotterà per una medaglia. Il motivo? I tedeschi, come dimostrato ieri, faticano ad imporsi su piste cui girano poco o nulla durante l’anno, figuriamoci quando poi il catino rappresenta una novità assoluta o quasi (si gareggerà per la prima volta alla fine di questa stagione). Il budello russo, inoltre, è stato definito dal fuoriclasse altoatesino come una via di mezzo tra Cesana e Nagano, dunque dovrebbe adattarsi alla perfezione alle sue caratteristiche. L’esperienza e la classe, poi, faranno il resto. Intanto l’Italia ha conquistato anche un importante secondo posto nel team-event, disciplina che il prossimo anno assegnerà metalli a Cinque Cerchi.
Buoni segnali anche dal bob. Simone Bertazzo e Francesco Costa hanno sfiorato il podio a La Plagne, segnale di un rendimento tornato ormai al livello dei primissimi. La fase di spinta sta gradualmente migliorando, mentre non bisogna dimenticare che, per talento alla guida, il 30enne di Pieve di Cadore è uno dei migliori piloti in circolazione. Le prossime piste potrebbero appunto valorizzare queste doti dell’azzurro, in particolare quelle di Altenberg e St. Moritz (dove si disputeranno i Mondiali). Buoni segnali offre finalmente anche il movimento giovanile, con ben 3 equipaggi che hanno partecipato alla rassegna iridata juniores dove Luka Gschnitzer ha ottenuto un nono ed un decimo posto. Anche lo skeleton mostra segnali di vitalità, con Mattia Gaspari dodicesimo ai Mondiali giovanili: risultati impensabili per l’Italia sino a qualche anno fa.
Nello sci alpino possiamo contare sulla miglior squadra al mondo nella velocità, formidabile per quantità, qualità e varietà di caratteristiche tecniche. Disponiamo di atleti fenomenali nei tratti difficili e ricchi di curve (Innerhofer e Marsaglia), altri scorrevoli sui piani (Paris e Klotz), altri ancora completi e con l’esperienza necessaria per primeggiare (Heel e Fill). Certo, Svindal fa paura, ma in questo momento solo gli azzurri sembrano in grado di impensierire il fuoriclasse norvegese. A Wengen, Kitzbuhel e Schladming ci sarà da divertirsi. Buona anche la forma dei gigantisti, con Simoncelli quinto ed un Blardone che, senza l’uscita, sarebbe giunto certamente terzo. Cresce anche il giovane De Aliprandini. Ora attendiamo domani la riscossa degli slalomisti: Campiglio è la pista giusta per esaltarli.
Tra le donne, invece, si sta profilando un vero e proprio flop di cui riteniamo lo staff tecnico responsabile. In gigante eravamo una delle compagini da battere, invece attualmente la sola Irene Curtoni si esprime su livelli importanti (ma comunque distanti dal podio). Stiamo bruciando talenti come Lisa Agerer ed Elena Curtoni, mentre nella velocità siamo comparse o poco più. Venuta a mancare la stella Federica Brignone (che si opera oggi, clicca qui per leggere il suo diario su OA), il team si è riscoperto fragile ed indebolito dalla crescente incertezza. Possibile, ad esempio, che una campionessa come Denise Karbon abbia improvvisamente disimparato a sciare? Crediamo proprio di no. Se il trend non migliorerà, a fine stagione i tecnici dovranno assumersi le proprie responsabilità.
Si conferma nelle posizioni di vertice lo snowboardcross, con due podi conquistati nelle gare a squadre. Attenzione alla giovanissima Michela Moioli, la quale ha solo bisogno di un periodo di ambientamento in Coppa del Mondo prima di poter dare la caccia alle top5 con continuità. Nel biathlon, con Lukas Hofer ancora a caccia dell forma migliore (appuntamento a domani con il suo diario), è piaciuto l’atteggiamento di Nicole Gonthier, azzurrina dotata di un interessante passo con gli sci. In attesa che Dorothea Wierer mantenga le aspettative consone al suo talento, il settore femminile può davvero contare su un gruppo giovane e futuribile, nel quale segnaliamo anche la promettente Alexia Runggaldier. Buono il debutto di Giacomo Matiz nella Coppa del Mondo di gobbe: l’italiano è giunto 13mo a Ruka nei dual moguls.
Nello sci di fondo è arrivato l’atteso podio grazie ad un super Roland Clara. Certo, a Canmore mancavano diversi atleti importanti (su tutti Northug, Cologna e Legkov), tuttavia la concorrenza era tutt’altro che di scarso livello, tanto che ad imporsi è stato il forte transalpino Maurice Manificat. Lo scatto in salita di Clara ha lasciato tutti sul posto e denota che la condizione del 30enne altoatesino è in rapida crescita: presumibilmente Rolly darà spettacolo al Tour de Ski e, soprattutto, ai Mondiali della Val di Fiemme. Da segnalare anche il settimo posto di David Hofer nello skiathlon: l’azzurro regge ormai al meglio anche le lunghe distanze e, quando sarà riuscito a metabolizzarle completamente, con lo sprint che si ritrova potrebbe diventare uno dei migliori in questo genere di arrivi a ranghi quasi compatti. L’Italia, inoltre, ha ritrovato finalmente anche un buon Federico Pellegrino, la cui punta di velocità in volata è seconda a pochi. Infine la nota forse più lieta del fine settimana è giunta dal 23enne Mattia Pellegrin, brillantissimo nella 15 km tc terminata in 19ma posizione: e se fosse lui il cosiddetto “mister X” che stavamo cercando per completare una staffetta da podio ai Mondiali?
Infine il curling. Abbiamo seguito gli Europei con grande partecipazione e vissuto l’atmosfera di gara grazie al diario di Giorgia Apollonio. Le azzurre hanno confermato il risultato dello scorso anno, concludendo in sesta posizione e qualificandosi per i Mondiali di Riga 2013. Il sogno Sochi 2014, dunque, resta vivo. Mai nessuna nazionale italiana è riuscita a partecipare ad un’Olimpiade meritandosi la qualificazione sul campo. Diana Gaspari e company, invece, dispongono del potenziale per provarci: è necessaria una preparazione adeguata da qui alla rassegna in terra baltica, con le azzurre che dovranno svolgere diversi tornei e, possibilmente, degli stage all’estero. Serve uno sforzo (economico) da parte della Federazione affinché il sogno a Cinque Cerchi diventi realtà. Se l’Italia del curling sarà a Sochi, è naturale che a beneficiarne sarà tutto il movimento.
Oggi pomeriggio troverete su Olimpiazzurra un approfondimento sui Mondiali di nuoto a cura di Francesco Caligaris.
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OA | Federico Militello