L’uomo ha quello sguardo da cacciatore che potrebbe rivelarsi utilissimo se una beccaccia sfrecciasse in salotto, ma che lo rende totalmente inetto a reperire il burro nel frigo. La donna si lamenta, e vorrebbe che lui le dicesse quanto è brava, eroica e meravigliosa: lui, ammesso che sia rimasto nella stanza ad ascoltare, cercherà una soluzione rapida al problema. Sposare un uomo, che appartiene irrimediabilmente a un’altra razza, e vivere con lui, è un’impresa. Ma è un’avventura meravigliosa. È la sfida dell’impegno, di giocarsi tutto, di accogliere e accompagnare nuove vite. Una sfida che si può affrontare solo se ognuno fa la sua parte. L’uomo deve incarnare la guida, la regola, l’autorevolezza. La donna deve uscire dalla logica dell’emancipazione e riabbracciare con gioia il ruolo dell’accoglienza e del servizio. Sta alle donne, è scritto dentro di loro, accogliere la vita, e continuare a farlo ogni giorno. Anche quando la visione della camera dei figli dopo un pomeriggio di gioco fa venire voglia di prendere a testate la loro scrivania.
Mi sono davvero divertita a leggere questo libro. Il titolo non mi incoraggiava molto devo ammetterlo, ma l'amica che me lo ha prestato me lo raccomandava caldamente. Temevo potesse essere un po' troppo impregnato di dottrine cattoliche e non avevo decisamente bisogno di sapere come la donna dovesse essere sottomessa in un matrimonio moderno! Al primo capitolo lo scoraggiamento stava prendendo il sopravvento ma per fortuna ho retto e sono andata avanti. L'autrice ha sicuramente una fede più stabile e sicura della mia, ma al di là di alcuni passaggi che ho volutamente ignorato e con cui non mi trovo d'accordo, il libero val la pena di essere letto.
Una vita la sua in cui posso riconoscermi ad ogni passo e leggerla in una chiave così ironica fa sicuramente del mal comune mezzo gaudio :) In uno stile epistolare alquanto singolare, la Miriano "avvisa" i propri amici di tutto ciò che li aspetta sia che decidano di metter su famiglia sia che scelgano di rimanere single "contronatura".
Uno dei miei capitoli preferiti, che mi ha fatto davvero ridere poiché mi sembrava di leggere me e mio marito, è quello dedicato ai padri. Ecco uno stralcio, per il suo amico Antonio sul punto di avere un bimbo con la sua compagna
"Antonio, ovvero, yes you can"
....Tu avrai molti altri compiti ma te la caverai benissimo. Anche perché, oltre a non allattare, non avrai bisogno di conoscere l'ubicazione in casa (nel mobiletto dei medicinali per tua curiosità) né il dosaggio degli antipiretici; non conoscerai i nomi delle maestre (a meno che non siano particolarmente gnocche), né i loro gusti in materia di fiori; non dovrai tenere a mente nomi di dozzine di amichetti né compleanni, e non andrai alle loro feste, e di conseguenza non dovrai sostenere conversazioni sulla scorsa gita scolastica, della quale peraltro ti sarà giunta solo una debole eco; non conoscerai le scadenze dei vaccini né dei controlli ortopedici, otorinolaringoiatrici, oculistici di routine; non ripasserai il Piemonte né le sottrazioni col riporto; non discetterai con competenza del colore che meglio si addice a ogni principessa; non racconterai fino a sgolarti la storia di Adamo e "Deva"; non canterai Niente ti turbi nel cuore della notte in seguito a un incubo. In compenso per i tuoi figli sarai una specie di divinità, l'unico essere umano in grado di risolvere problemi, aggiustare, cambiare batterie, trovare soluzioni, dire parole definitive, uccidere mostri, annientare paure. Tu sarai dotato, in quanto essere umano di sesso maschile, di un orecchio selettivo, che non ti costringerà a rispondere ogni volta che sarai interpellato. Avrai un sensore raffinatissimo che ti renderà, a differenza di una madre, capace di distinguere quando è necessario alzarsi e andare a vedere che succede. Saprai rispondere "Ah si?" con garbo inglese a quasi ogni informazione che ti verrà conferita, soprattutto se starai guardando il Milan e la notizia riguarderà lo smarrimento di un coniglio di pezza... In quanto uomo saprai resistere agli accorati richiami serali, astute trappole del ragazzo che piuttosto che dormire acconsentirebbe anche a venire a trovare la vecchia Zia Sandrina. "Non mi sento bene" dice furbo. "Chi non dorme salta il suo giorno di Play". "Ma io ho paura!" "Di che?" "Di quel mostro giallo arrampicato lì". "E' un riflesso del lampione sulla tenda" risponde lucido e pragmatico un padre, ammesso che sia venuto fino in camera. Una madre no, piomba nell'ansia: ho un figlio pauroso, quindi ho sbagliato tutto, è colpa mia, lo devo rassicurare, adesso come faccio: regola o eccezione? Minimizzare o consolare?Alzare la voce o accarezzare? Un intero psicodramma consumato in silenzio dentro di lei nel tempo in cui il padre è tornato di là, si è grattato, si è versato un bicchiere di succo d'arancia e si è steso sul divanoVisitate anche il blog di Costanza Miriano
Buona lettura!!!