Spose non convenzionali, un blog che racconta – 2 guest post

Creato il 22 novembre 2013 da Sposenonconvenzionali

In questo ultimo mese sono uscita con un post in due siti molto importanti in settori diversi ma ugualmente appartenenti a quello che faccio in questo blog.

Un sito è Zankyou. Un importante portale internazionale di matrimoni che ha come servizio principale la possibilità di offrire una lista nozze online, d’altra parte è anche una grande fonte di informazioni teoriche e pratiche sul matrimonio. Avrei potuto scrivere un post facile, raccontando delle stranezze che mi propongono le coppie o l’ennesimo post dissacrante sulle bomboniere (uno dei più letti su questo blog!), però siccome non mi piace vincere facile, ma soprattutto volevo sfruttare l’occasione di raccontare del mio blog, andando più a fondo, ho deciso di spiegare cosa significa raccontare dei matrimoni non convenzionali e ho deciso di ripartire dal concetto di famiglia, caro anche ai più alternativi. I matrimoni non convenzionali raccontano l’Italia che cambia: ”La società si trasforma e con questa il matrimonio, quindi dietro ai tatuaggi e alle foto con i bambini piccoli, c’è di più, molto di più. I matrimoni raccontano di un’Italia in crisi, un’Italia più laica che sperimenta nuove visioni e combinazioni di famiglia ma che non rinuncia all’amore”. Se volete approfondire questo concetto, leggete l’articolo per intero.

Foto tratta dal mio profilo Instagram. Dietro alle silhouette di tre visitatrici ci sono le opere di Chiara Tomati, un’illustratrice ironica ed onirica che rivisita in chiave “curvy” alcune icone della sua infanzia. Esposizione per This is Rome all’EX Gil

Poi ho scritto un post per C+B, un progetto che ormai mi è più che caro. C+B per me significa Casa e Bottega, significa Carriera e Bambina, significa anche Come e Bene. perché una fonte inesauribile di consigli, di una redazione di donne che stimo che crede nella condivisione e nelle competenze tra donne e per le donne. Mi sto immergendo in tante situazioni, in questi ultimi tempi, in cui si fa emporwement e rete tra donne. Sono passata dal fare cultura e politica femminista, elaborando e diffondendo strategie di forza e di difesa, ad un fare e basta. Un fare per essere più brave e più autonome. Su C+B, ho scritto un post difficile anche per me, nel senso che ho dovuto fare ordine tra le migliaia di immagini e parole che giornalmente scorro, per passare ad studio utile del linguaggio e dell’immagine di chi fa la blogger per professione. L’idea iniziale era un ciclo di post in cui analizzare il mito e il rito di queste blogger (La Lévi-Strauss che è in me batte cassa), e la prima analisi del fenomeno è in questo post: Le Self-Made-Woman del web. ”Vivono in case apparentemente normali ma curate in tutti i dettagli, frequentano cene con portate splendide, dalla mise en table alla pietanza, vestono abiti sempre alla moda, bevono il cocktail del momento, pubblicano dei loro ritratti in cui sono bellissime e si divertono. Sono delle vere self-made-woman, e vivono di un successo che si basa sulla loro reputazione e sul loro vendere se stesse a 360°. Ma stanno vendendo veramente la loro vita o è un’illusione quella che mostrano?”

Credo che ci siano delle domande che ci dobbiamo porre, per capire, noi blogger, dove vogliamo arrivare e che tipo di impegno dobbiamo metterci se vogliamo che il blog abbia successo (e per ognuna la parola successo abbia il proprio significato). Scrivere affinché un blog abbia profitto non è cosa facile, è un lavoro e mi piacerebbe raccontare cosa c’è dietro. Non è postando due foto di altri siti, quindi riproponendo il lavoro bello bellissimo di altri senza rielaborarlo che un blog cresce. Allo scrivere tanto per, al mettere collage e compilazioni di altri lavori, la mia politica editoriale è piuttosto che scrivere per buttar via le parole, meglio tacere. Meglio giorni di silenzio nel blog al vuoto pneumatico. Quindi perdonatemi se ogni tanto non scrivo: non ho l’ispirazione, non ho nulla da dire oppure è la vita là fuori che mi chiama. Oltre alla fatica e alle ore in pigiama in cui rimando la mia to-do-list perché presa dall’ispirazione, nei prossimi post su c+b racconterò, dandogli il giusto onore, della comunità che si interroga e che interloquisce con chi scrive. I numeri delle visitatrici uniche sul blog non contano molto se non c’è questo interscambio. Per questo, non mi sembrerà mai ridondante ringraziare Voi che continuate a leggermi e a scrivermi. Nonché a mandarmi gli auguri per il compleanno (Lucilla, grazie ancora).



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