Avventurarsi nel tessuto metropolitano significa infilarsi in un organismo pulsante, dove il tempo fugge e non è mai abbastanza. La tube assomiglia ad un sistema sanguigno isterico, si va giù, sottoterra, e si corre nello spazio confinato di un tunnel, faccia a faccia con una multitudine di individui variopinti, pensosi, stressati, dormienti, persi nella sinfonia di un auricolare, tagliati fuori da internet e linee telefoniche, le mani infilate in un sacchetto di patatine, un caffè nel bicchiere di cartone, da sorseggiare la mattina. Il treno metropolitano sfila invece tra periferie sbriciolate, palazzi nuovi senza carattere, vestigia di ingegneria ed architettura vittoriana, parchi ritagliati qua e là. Si siede comodi e si guarda la città sfilare al ritmo ondeggiante delle rotaie, qualcuno parla animatamente al cellulare, una donna si rifà il trucco, i bambini della scuola vanno in gita coi maestri. A Londra si va di fretta, ovunque. Spesso camminare è un po’ come guidare, certi giorni la densità di pedoni raggiunge livelli esorbitanti. I turisti non conoscono corsie preferenziali, destra o sinistra, il loro ritmo lento e stupefatto irrita i professionisti in ritardo per l’appuntamento di lavoro. Prendere un autobus, se si ha tempo e non si teme il traffico che rallenta il viaggio, è come entrare in una specie di capsula, con un micromondo all’interno ed uno scenario affascinante, fuori dal finestrino. Come nell’antica Roma, dove insulae e ville patrizie convivevano fianco a fianco, qui si passa dal quartiere decadente e decaduto, alla zona trendy, alle strade larghe e ben tenute, sinonimo di vite più agiate. Si viaggia in mondi e culture paralleli, dalle Indie occidentali al Bangladesh, dal Medio Oriente alla Cina. I marciapiedi si animano di esseri umani abbigliati nei modi più svariati: vestito grigio, tailleur, tuta sportiva, minigonna, jeans, sari, burka… L’autobus trotta a nord e a sud del fiume, tra palazzi di cemento, cottages del secolo scorso, chiese barocche, e immerge il passeggero in una cacofonia di suoni e colori, che punteggiano ritmici il grigiume quotidiano. Il video del regista Geo Ceccarelli e del producer Bruno Palma, dal titolo “London by bus“, racconta bene l’esperienza singolare, a tratti distopica, di chi decide di affidarsi ad un tragitto in autobus. Buon viaggio.
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