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Spotify per Android e Linux: recensione

Creato il 12 febbraio 2013 da Alessiof89 @alessiof89
Spotify per Android e Linux: recensione
Non c'è blog in Italia che non abbia trattato l'argomento: Spotify è arrivato in Italia.
Si tratta di un servizio legale (questo fondamentalmente è l'unico punto a favore di questo servizio, perché altrimenti oggi non starei qui a parlarvene) pensato per lo streaming musicale. Oggi in questo articolo troverete la recensione di un utente che utilizza molto il web per ascoltare musica in streaming  e utilizza sia Linux che Android.
Spotify per Android e Linux: recensione
Prima di fare qualunque considerazione vorrei fare una premessa. Se intendete utilizzare Spotify ANCHE sul vostro smartphone dovrete spendere 9,99 euro al mese. Non ci sono vie di mezzo, quindi se il prezzo non vi sta bene (e fondamentalmente, sono d'accordo con voi) cliccate tranquillamente in alto a sinistra su Home page per leggere altri articoli su questo blog, oppure "ci si legge, alla prossima".
Bene, da dove incominciamo? Partiamo con il client per Linux. Ora, non ho provato la versione per Windows che per quanto mi riguarda potrebbe anche essere perfetta, ma devo fare riferimento alla versione per Linux.
Spotify per Android e Linux: recensione
Personalmente sono restio ad installare un'applicazione sul PC sapendo che ci sono servizi accessibili tramite estensioni e applicazioni per Google Chrome. Spotify devi installarla, e se non bastasse devi anche installarla tramite terminale dopo aver inserito i repository nell'apt/sources.list Mi immagino già un utente che per la prima volta si affaccia al mondo Linux e si vede davanti delle istruzioni incomplete (perché la guida che vi fornisce Spotify sul sito ufficiale non è completa) come possa reagire!
Vediamo come installare dunque Spotify su Linux. Per prima cosa dovete aprire un terminale e digitare 
sudo gedit /etc/apt/sources.list  sudo leafpad /etc/apt/sources.list o sudo mousepad /etc/apt/sources.list a seconda del tipo di editor di testo che utilizzate nel vostro PC
(ma lo staff di Spotify non lo sa che senza quel "sudo" non li salvi i repository, perché non ne accenna minimamente... ma andiamo avanti)
Spotify per Android e Linux: recensione
Ora come vedete nella foto dovete copiare la seguente riga di codice nel file apt/sources.list
deb http://repository.spotify.com stable non-free 

Ora digitare:
sudo apt-get update
 e poi sudo apt-get install spotify-client
Il risultato che dovreste avere davanti è questo.
Spotify per Android e Linux: recensione
Quello che vedete davanti a voi è Spotify Premium, nel quale sono state sbloccate tutte le funzionalità. Potete provarlo per 30 giorni gratuitamente, dopo di che se non volete più utilizzare questo servizio dovrete disattivare il rinnovo automatico. Fatelo prima della scadenza dei 30 giorni se non volete rischiare di non disattivare in tempo il rinnovo.
Acquistare Spotify Premium è facilissimo: basta inserire i propri dati della carta di credito o di Paypal. 
L'interfaccia a me sembra una copia (fatta anche male, tra l'altro) di Grooveshark, servizio di cui vi ho già parlato in precedenza con la differenza che mentre Grooveshark è molto intuitivo Spotify non lo è molto anche perché il menu a sinistra si presenta con delle scritte molto piccole. Da migliorare, secondo me!
La selezione dei cantanti, degli artisti da seguire, la riproduzione è tutto molto simile a Grooveshark. Sulla qualità dell'audio ho ben poco da dire: il servizio funziona bene. E qui si vedono tutte le differenze rispetto a Grooveshark: niente versioni remixate e ottima qualità di tutte le canzoni.
Certo, però che se penso che dal mese prossimo per rinnovare questo servizio bisognerà pagare 9,99 euro al mese, francamente rimarrei con Grooveshark. Ed ora passiamo a quello che più mi ha deluso: il client per Android. 
Spotify per Android e Linux: recensione
Sarà che sono abituato a Google Play Music, ho trovato il servizio offerto da Spotify molto scadente. Il Menu prevede solo una funzione di ricerca, l'accesso alle playlist, alla Radio e alla schermata Amici. C'è la funzione di sincronizzazione ma se avete provato questa funzionalità con Google Play Music e poi testate quella di Spotify vi renderete conto di tante cose...su smartphone Android non c'è storia!!!
Morale della favola: vado subito a disattivare il rinnovo automatico!


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