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"Popolo Servo... hihihihi... Popolo Servo!". Anche a 10 - 'X' come lo chiamava il Papa - piaceva spesso giocare con le parole ed i doppi sensi. Era una strana abitudine di tutti i membri del Comitato, quasi a caratterizzare il loro cinismo, la loro continua voglia di scherzare su qualunque argomento, anche i più terribili, incluse le torture, la morte, il tradimento.
"L'Era del Popolo Servo non finirà mai, Magnus. Fidati di me, fidati del Comitato, e continua le Perlustrazioni. Insieme a te siamo riusciti a fare cose che nessuno avrebbe mai immaginato... giocare con il sistema circolatorio di un qualunque umano del Popolo... e ancora meglio... inventare il Ricambio Digitale per sopravvivere alla malattia... E grazie a te, girare tra i secoli... saltare da un pianeta all'altro come fosse una passeggiata... hihihihihi".
La risata di 10 aveva qualcosa di satanico, la sua voce squillante, degna di un bambino di pochi anni, sarebbe stata poco credibile se non fosse stato per tutto il resto del suo corpo, che gli attribuiva un carisma ed un'imponenza grandiosa: un fisico asciuttissimo, alto più di due metri, sempre vestito in doppio petto blu scuro, con i bottoni di oro gioviano, sia sui polsini della giacca che per tutta la lunghezza delle camicie bianchissime e trasparenti di lino terrestre. E gli inconfondibili gradi del Comitato sul petto. I tratti somatici del volto di 10 denotavano le sue origini del pianeta Terra, delle zone del Nord Europa di un tempo: capelli biondi chiarissimi, quasi bianchi, pelle chiara, anche se il volto era ormai molto rugoso e tradiva l'età, occhi di un grigio-azzurro che solo i lupi della regione Nord di Venere, che discendevano dai lupi terrestri di quelle terre del Polo Nord, avevano mantenuto.
"Vedo che ancora il quesito del Kaiser non è stato risolto... 10, è ora di muoversi, non abbiamo più energie per continuare oggi, mi sento stremato... devo chiudere... Trovami l'uscita"
"Dove ti trovi ora?"
"Europa del sud... no, Africa del nord, è molto caldo, zone desertiche, il paese si chiama Benghazi mi pare. Trovami l'uscita vicino al mercato delle carni... per quanto si possa chiamare mercato!"
Le Perlustrazioni del Papa erano lo strumento in assoluto più prezioso per l'intera storia del Comitato, la scoperta più grandiosa degli ultimi duemila anni. Quando Magnus scomparve da Roma, la città imperiale, aveva solo 5 anni: eppure era determinato a fuggire da quel mondo di povertà e di abusi,, per cercarsi una vita normale. Si imbarcò abusivamente su una nave di commercianti intergalattici, nascosto nella stiva, in mezzo ad animali di ogni tipo. Riuscì a scendere su Isis, un remotissimo pianeta ai confini dell'Universo, dove trovò ospitalità presso una delle famiglie più in vista della società locale. Lì ebbe il primo contatto con i Costruttori e grazie alle cure delle donne della società del pianeta, crebbe immerso negli studi sulle origini dell'Universo, della sua costruzione ed espansione. A 8 anni, per la prima volta, si accorse quasi per caso dei suoi poteri visionari: era notte fonda, si era addormentato, ma era appena entrato nel dormiveglia, quando all'improvviso una scossa di terremoto percorse l'intera regione, senza distruggere nulla, ma arrivò a scuotere violentemente la casa della famiglia che lo aveva adottato. Il letto tremò per più di un minuto, e nel frattempo il rimbombo, quasi un lunghissimo enorme tuono, risuonò nella mente di Magnus, quasi in trance. Quell'insieme di suoni e movimenti prepotenti fecero scattare qualcosa nel suo cervello, quasi ad unire circuiti misteriosi che nessun altro era mai riuscito a collegare, ed improvvisamente credette di svegliarsi, proiettato in un mondo che non riconosceva. Camminò a lungo per strade sconosciute, poi all'improvviso riconobbe un monumento altissimo, che ricordava gli obelischi dell'antico Egitto che aveva studiato sui libri. Si avvicinò alla targa ed a fatica lesse quel che rimaneva di un'antica iscrizione: "Augustus pontifex maximus Aegypto in potestatem populi romani dedit". All'improvviso capì di essere di nuovo a Roma... ma... come? Cosa era il sogno? La vita su Isis o questa nuova Roma? Non capì, venne preso dal panico, si sentì improvvisamente stremato, stanchissimo, la testa gli girava e dovette sedersi non appena trovò un gradino. Realizzò solo allora che la gente indossava abiti diversi da quelli che conosceva sulla Terra anni prima... gli parevano più leggeri, tuniche invece che abiti spezzati, e copricapi strani che non aveva mai visto. Un suono cupo echeggiò all'improvviso nell'aria della piazza assolata, come un colpo di cannone potentissimo: sentì uno spostamento d'aria prepotente travolgerlo, ed il sangue gli si gelò nelle vene in pochi istanti. Svenne. Quando riaprì gli occhi si ritrovò sul ciglio della strada, tra le braccia di Fania, la ragazzina della famiglia che lo ospitava, la sua "sorellastra". Lei lo tranquillizzò, ripetendo all'infinito: "Non temere, non preoccuparti, ora sei qui con noi, non ci hai mai lasciato".
"Papa, sei libero, spiega le ali e vola via. Segui le indicazioni che ti sono arrivate sul ricevitore. Sarai fuori in un minuto!". Premette - come ogni volta - il pulsante che avviava l'iniezione del mix di inibitori nella colonna vertebrale di Magnus...
"Eccomi 10. 1971: ho visto la fine. Indici un Consiglio Supremo del Comitato al più presto. Il tempo stringe."
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