C’è qualche cosa di strano, in questi giorni nel cielo.
Si ha l’impressione che gli Astronomi abbiano puntato per la prima volta i loro strumenti verso il sistema solare. Quasi fossimo all’epoca di Galileo. Naturalmente non è così, ma l’accavallarsi di notizie celesti lascia i non addetti ai lavori tra il basito ed il confuso.
Prima spunta un Saturno in miniatura, “Chariklo” asteroide dotato di anelli che vaga nelle regioni esterne del sistema solare e poi, quasi dal nulla, sbuca un nuovo “pianeta nano“, scoperto sì nel 2012, ma la cui esistenza è stata confermata definitivamente solo ora (nella gallery le immagini con le frecce gialle).
Il nuovo arrivato – battezzato 2012 VP113 – si trova oltre quello che è considerato, a tutti gli effetti, il confine del sistema solare interno (la sua traiettoria la vedete nella galleria immagini). Il pianeta sarebbe uno dei corpi (più grandi) di quella che è chiamata nube di Oort, ossia la fascia sferica di materiale comprendente asteroidi e comete, posta tra 20.000 e 100.000 Unita Astronomiche, o 0,3 e 1,5 anni luce dal Sole, cioè circa 2400 volte la distanza tra il Sole e Plutone.
La nube non è mai stata osservata perché troppo distante e buia, ma si pensa sia il luogo da cui provengono le comete di lungo periodo (Hale-Bopp, Hyakutake) che attraversano la parte interna del sistema solare. Quindi gli Studiosi che hanno scoperto VP113 hanno ipotizzato che il “pianeta nano” sia il “primo membro certo della nube di Oort”.
Scherzandoci sopra, potremmo supporre che, la ritardata comunicazione ai Media dell’esistenza di VP113 da parte degli scienziati, sia dovuta al fatto che la scoperta è avvenuta nel 2012. Come ricorderete la data era diventata tutt’uno con la presunta profezia Maya e quindi agli Astronomi sarà parso poco opportuno darne notizia. Ci sarebbe stato un “bailamme” degno dei peggiori angiporti: si sarebbe parlato di Pianeta X, di Nibiru, di Annunaki e chi ne ha più ne metta, facendo passare decisamente in secondo piano il rilievo scientifico del rinvenimento.
Comunque sia, la cautela dei due scopritori (Scott Sheppard e Chadwick Trujillo) pare sia stata inutile, perché proprio le fluttuazioni fatte registrare dall’orbita di VP113 stanno riportando in auge la controversa teoria che a perturbare lo stato delle comete nella nube di Oort sia un’ipotetica stella compagna del Sole chiamata Nemesis (nelle immagini alcune ricostruzioni di questa “failed star“).
In un paio di siti specializzati in astronomia rifanno capolino timide osservazioni, mentre qualcuno azzarda l’ipotesi che i disturbi osservati anche in altri corpi, oltre che nell’orbita di VP113, siano da attribuire ad un nuovo, enorme pianeta “con una massa fino a 10 volte la terra”.
Che questo gigante sia Nemesis, Nibiru, Planet X, Darkstar, poco importa.
Il nano pianeta appena rivelato al mondo, sta già generando un mondo di ipotesi più o meno scientifiche che stimolano la fantasia ed accendono l’immaginazione, con buona pace di Sheppard e Trujillo.