Scrivo questo articolo appena tornato dalla partecipazione alla TRADING ONLINE EXPO 2010 (TOL 2010) che si è tenuta gli scorsi due giorni presso i locali di Borsa Italiana in Piazza Affari a Milano.
Scenario abbastanza consueto quello che mi ha accolto e tipica inefficienza italiana fatta apposta per far irritare i clienti e costringerli a furbate anche queste tipicamente nostrane.
Capita infatti che, arrivato puntuale in prima mattinata 15 minuti dopo l’apertura della Fiera per partecipare al workshop che maggiormente mi interessava, mi imbatto in una coda kilometrica di tutti quei visitatori che, come il sottoscritto, si erano diligentemente già registrati online.
E fin qua, mi potresti dire, cosa c’è di strano? Se molte persone vogliono entrare si forma una coda, no?
Si, peccato che a fianco della coda per i visitatori zelanti (ma infuriati) coloro che invece non avevano fatto quanto richiesto (una ristrettissima minoranza) entravano in 30 secondi avendo a disposizione altrettante receptionist che, dopo avergli fatto compilare 4 righe, li facevano entrare rapidamente!!!
Soluzione? Beh, ovvio, anche noi registrati improvvisamente abbiamo cambiato ingresso, ci siamo dichiarati “visitatori improvvisati”, compilato il simpatico foglietto questa volta con altri dati (naturalmente fittizi) e siamo così riusciti ad entrare in tempo evitando 30 assurdi minuti di coda!! Va da sè che tutto questo avrà mandato a carte 48 le statistiche della Fiera e il loro marketing post evento …
Incredibile, no? E tutto questo nella capitale italiana del business e nel tempio dell’Alta Finanza che dovrebbero brillare per organizzazione e efficienza.
Aldilà di questo episodio, curioso ma a mio parere anche significativo dei molti mali che affliggono ogni giorno di più il “Sistema Italia“, come dicevamo lo scenario del TOL 2010 assomigliava almeno a livello “estetico” alle edizioni degli scorsi anni con le grandi banche a farla da protagoniste con stand sontuosi e gadget accattivanti, il tutto per promuovere le proprie piattaforme di trading online (realtà che cresce anno dopo anno) mostrando ad un pubblico affamato ma ancora troppo poco consapevole il consueto campionario di lucine, grafici e numeri atti a stupire e conquistare.
Il mio parere sul punto purtroppo non cambia rispetto al passato: tanto fumo e poco arrosto per il consumatore/cliente finale.
Tradotto in parole povere: molta apparenza ma software e procedure ancora distanti dagli standard USA e, soprattutto, costi molto alti soprattutto a livello commissionale. Si, certo, in fiera le offerte si sono sprecate e ho visto persino due banche arrivare a regalare un Ipad ai nuovi correntisti che sviluppano un certo volume di operazioni entro fine anno.
Il problema, a ben vedere, è il solito degli scorsi anni: con i risparmiatori in fuga dalla carissima e mal gestita industria dei Fondi Comuni di Investimento, le nostre beneamate banche hanno trovato più di un modo per tornare a mungerli in modo diverso, e nel caso specifico incoraggiandoli e spingendoli in tutti i modi verso un’operatività di brevissimo termine (day trading o addirittura scalping) che, dal loro punto di vista, ha il pregio non da poco di far produrre ai clienti una quantità smodata di transazioni (e, di conseguenza, commissioni abbondanti per le banche).
Che poi, nella pratica, meno di un 5% dei day traders e degli scalpers attivi riesca a finire in guadagno anzichè in (pesante) perdita è cosa che a loro, evidentemente, non importa affatto nonostante siano perfettamente a conoscenza di queste statistiche e prospettive.
Insomma, per noi “investitori intelligenti” o “trader professionali ma part-time” che operiamo facendo poche ma valide operazioni nel medio e lungo termine come ben sa chi ha partecipato ai miei corsi INVESTIRE IN AZIONI E ETF (POSITION TRADING) e INTELLIGENZA FINANZIARIA (la cui prossima edizione si terrà i prossimi 26-27 novembre 2010, eccezionalmente a Lugano in Canton Ticino – CLICCA QUI per INFORMAZIONI e ISCRIZIONI) le piattaforme bancarie italiane sono ancora decisamente penalizzanti rispetto a quelle americane.
Ciò che invece ho trovato estremamente interessante alla TRADING ONLINE EXPO, e anche il vero motivo per il quale le ho dedicato due giornate di lavoro, è stata la grande attenzione che è stata dedicata al mondo degli ETF (Exchange Traded Funds) e, novità di quest’anno, degli ETC (Exchange Traded Commodities), la vera novità del momento per la grande attenzione che si sta sempre più riversando sul settore delle materie prime, metalli preziosi in primis (vedi anche i miei recenti articoli dedicati all’ORO e all’ARGENTO).
Erano infatti presenti in fiera e ai numerosi workshop e convegni i principali manager italiani delle più importanti società emittenti di ETF e ETC. Marcello Cecchelli di Lyxor, Mauro Giangrande di Deutsche Bank, Massimo Siani di ETF Securities e svariati altri loro colleghi hanno avuto spazio e modo non solo di presentare e decantare caratteristiche e vantaggi degli ETF e ETC distribuiti in Italia dalle rispettive società ma hanno anche dato vita ad interessanti confronti di idee e ad alcune sessioni didattiche che ho avuto modo di frequentare e apprezzare soprattutto quando sono scesi in alcuni super tecnicismi che, noiosi e sconosciuti ai più, ho ritenuto importante approfondire per poter essere sempre di maggior supporto e aiuto ai miei clienti ed ai lettori del blog.Non posso che vedere con grande piacere il grande interesse che sempre di più circonda in Italia il mondo degli ETF e degli ETC di cui rivendico con orgoglio il mio ruolo un pò da “pioniere” essendo stato uno dei primi a parlarne in Italia già svariati anni fa quando ancora non li conosceva praticamente nessuno e lo stesso segmento di Borsa Italiana ETF Plus muoveva appena i primi passi.
Aldilà di ciò, mi rendo comunque sempre più conto di come il mondo degli investimenti finanziari sia davvero complesso da penetrare per la maggioranza delle persone e anche in fiera ne ho avuto conferma osservando i volti dei partecipanti spesso perplessi e un pò sopraffatti dalla marea di informazioni da gestire, metabolizzare e cercare infine di tradurre in indicazioni pratiche e concrete.
Si perchè, alla fine fine, la domanda più ingenua e simpatica (ma anche quella che avrebbero voluto porre in tantissimi…) la ha fatta un anziano e vigoroso signore che, verso la fine di un workshop ha candidamente chiesto ai relatori: “Bello tutto, ma alla fine io non ho capito una cosa: cosa devo comprare e quando devo farlo per poterci guadagnare e non perdere?”
Avrei voluto abbracciarlo, così come non mi ha stupito che nessuno gli abbia dato una risposta concreta!
La formazione (e non solo l’informazione) sono fondamentali se si vuole imparare a far lavorare il proprio denaro per sè e altrettanto importanti sono l’esperienza e il limare e approfondire le proprie conoscenze e strategie anno dopo anno. Per quanto lo si possa desiderare, in finanza le over semplificazioni non pagano e le “pillole miracolose” dell’investimento perfetto non le ha ancora inventate nessuno così come dubito che compariranno in futuro.
Ciò che invece comparirà e che è stato anche oggetto di alcuni incontri che ho avuto in questi giorni con colleghi, partner e amici, è invece un sempre maggior supporto da parte mia a tutti voi che, bontà vostra, avete la pazienza di seguirmi con fiducia, affetto e simpatia.
Aldilà delle consuete attività, sto preparando svariate iniziative che vedranno la luce nei prossimi mesi e che, ne sono sicuro, non mancheranno di interessarvi (mi piacerebbe anche coinvolgervi in un rapido sondaggio per verificare le vostre idee e desideri prima di definire nel dettaglio i vari progetti).
Tieni d’occhio il blog e la tua casella di posta elettronica: da qui a fine anno interessanti novità ed almeno 2-3 regali sono in arrivo per te!
A presto,
Roberto Pesce
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