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Squadra Antimafia 6: Recensione sul primo episodio “Crisalide”

Creato il 09 settembre 2014 da Nicola933
di Francesca Morgana Di Liberto Squadra Antimafia 6: Recensione sul primo episodio “Crisalide” - 9 settembre 2014

squadra antimafiaDi Francesca Di Liberto. Andata in onda 8 settembre alle ore 21.15: affrontiamo insieme quello che è accaduto durante la prima puntata “Crisalide”, infondo all’articolo il link per rivedere la puntata sul sito della Mediaset.

Lo Stregone è tornato.

La prima puntata di Squadra Antimafia 6 non è altro che la celebrazione del ritorno di uno dei personaggi più temibili e particolari dell’intera serie creata da Pietro Valsecchi: Filippo De Silva.

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De Silva, come molti sapranno è un elemento dei servizi segreti italiani, un ramo particolare dell’intelligence, nelle passate stagioni si era solo compreso in parte quale fosse il suo reale obiettivo, sapevamo che era un ramo corrotto, capace di scendere a patti con la malavita, non a caso De Silva stesso spesso e volentieri aveva rapporti con i personaggi di spicco della malavita. Con questa sesta serie abbiamo finalmente compreso qual è il suo ruolo: fa parte di un ristretto gruppo di persone che hanno come obiettivo quello di far sì che il crimine agisca in un certo modo, un modo che possa giovare agli interessi dello Stato senza danneggiarlo.

Crisalide è questo.

“Sa cos’è un cancro?”

“Cellule impazzite sono. Che si riproducono senza un reale motivo e danneggiano l’organismo.”

“Esatto, sono le stesse cellule che se guidate fanno in modo che l’organismo funzioni bene, se lasciate da sole danneggiano il corpo umano.”

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Con questa metafora, De Silva fa capire a Veronica Colombo cosa sono loro e qual è il suo reale compito ora che è dentro l’operazione, visto che sono stati loro a salvarla dal carcere.

Il ritorno di De Silva è un ritorno molto atteso, in molti sono quelli che sono rimasti dispiaciuti per la fine di questo personaggio nella quarta stagione. E’ rimasto fuori per una stagione intera o quasi, visto che riappare a stralci in alcune puntate, creduto morto e poi resuscitato improvvisamente nella sesta stagione. E’ un ritorno preparato con dovizia e con attenzione, scompare per fortificarsi e lasciare che gli eventi seguano così da reinserirsi con l’unico scopo di sempre: controllare la scacchiera della malavita italiana.

E che ritorno.

Più spietato, più calcolatore di prima, più freddo di quanto non lo sia stato in passato, non ha sentimenti, non vede nulla se non il suo obiettivo, è una macchina da guerra più di quanto non lo sia stato in quattro stagioni.Un personaggio che seppur abbia dimostrato di aver un’anima, ritorna al suo reale Io e non lo snatura, il fatto che abbia salvato Calcaterra per ben due volte durante la puntata è solo un modo per fargli capire che è lui a tenere le redini del gioco, è lui che ha il potere e se vuole restare in vita deve farsi da parte questa volta.

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Sono due avversari che tendenzialmente si rispettano molto, entrambi all’interno delle loro priorità e nel proprio essere, fanno parte dei buoni, anche se in maniera diversa, quasi speculari.

Questo rapporto fra i due è particolare, si è creato con il tempo, si è concretizzato all’interno della botola, lo stesso Calcaterra dice: “In quella botola abbiamo condiviso qualcosa. Lui mi sta cercando.”Con il ritorno di De Silva si riapre quell’ambient puramente noir e macchiavellico che nella quinta stagione avevamo perso in nome dei giochi di potere che portava con sé Veronica Colombo.Non che quei giochetti li abbiamo persi con la sesta, solo diventano lo strumento di De Silva per poter controllare le nuove cellule impazzite di questa stagione: la famiglia Ragno.

I Ragno sono ben diversi da tutte le famiglie mafiose che Valsecchi ci ha fatto conoscere.Più spietati, molto più cattivi di quanto non siano stati gli Abate e i Ferro.L’esordio di questa nuova famiglia, che è solo all’inizio, è quanto mai singolare, tre fratelli tutti diversi dall’altro che creano un’unica cosa, sono cattivi con delle sfaccettature particolari, cattivi allo stato grezzo.

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Tra tutti spicca proprio Rachele, la femmina della famiglia che tira le fila con grande maestria, il fratello Ettore quello che prende il benestare dal vecchio Boss rinchiuso in carcere, Don Salvo Basile, è il classico cattivo, arrogante, spocchioso, non ci sono novità riguardo al suo personaggio, speriamo più avanti, il fratello Nicola, è il classico elemento di mezzo che si fa trascinare.

Ma i nuovi cattivi piacciono, hanno dato un ottima prova, non perdono tempo e fanno le cose velocemente.

“Come la lava scenderemo e bruceremo tutto.” Dice Ettore di fronte una delle porte di Catania costruita per fermare la lava dell’Etna molti molti anni prima, è un Leader vecchio stampo, carismatico senza alcun dubbio.L’aggiunta di Veronica Colombo, che nonostante tutto mantiene anche lei la sua faccia tosta, è intrigante.

Che cos’è che colpisce a conti fatti di questi cattivi nella sesta stagione?

Che alla fine i cattivi restano cattivi anche se arrivano in zone di mezzo, ma alla fine tornano al loro posto, Valsecchi non snatura nessuno dei suoi personaggi.

Proprio per questo Rosy Abate ormai è solo un elemento di nicchia, un jolly da giocare quando la situazione si complica, l’elemento che scatena il caos tutte le volte.  Ha dato così tanto, è un personaggio che ha fatto così tanta storia in sei stagioni che sinceramente tutte le volte che entra in gioco, anche solo per mezza scena tutto cambia.

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L’abilità di Valsecchi sta proprio, ormai nel giocarla al momento giusto e nel modo giusto, a piccole dosi, perché è un elemento pericoloso, soprattutto ora che ha perso suo figlio e non ha nessun legame, è una cattiva senza legami, un elemento che ben sappiamo può essere pericoloso, chi non ha nulla da perdere fa tutto come viene, poco importa il resto. E Rosy ormai è questo.

Tra i membri della Squadra non ci sono elementi che spiccano particolarmente, solo Calcaterra e Pietrangeli, ma loro sono elementi che durano da molto, pietre miliari della serie. Calcaterra stupisce ancora, per tutto ciò che è diventato da quando è entrato nella serie, non annoia. Pietrangeli nelle nuove vesti, già annunciate dall’attore apre la porta verso uno scenario diverso, ancora tutto da giocare a conti fatti.

Ci possiamo solo aspettare, che le cose migliorino per gli altri elementi, essendo la prima puntata è bene non mettere troppa carne al fuoco, è giusto.

Andando ad analizzare la puntata nel complesso, decisamente non si può restar delusi, l’azione è dosata don dovizia, la prima puntata è spesso un modo per introdurre alla storia, sistemare i pezzi sulla scacchiera, mostrarli.

Ed è quello che accade, tra Crisalide, i Ragno e la Squadra, vediamo con chiarezza cosa si svilupperà nei prossimi nove episodi.

Forse e diciamo forse, qualcosa di più riguardo a Rosy, oltre quella piccola scena sarebbe stato un tocco che ai fan della serie sarebbe stata assai gradita, vederla di nuovo in stato catatonico abbassa un po’ le attese, e in un certo senso le alza perché la curiosità aumenta, circa quello che farà nelle prossime puntate.

Le tempistiche sono proprie di Squadra Antimafia, si seguono bene gli avvenimenti, c’è spazio per tutti e nulla, nemmeno il dettaglio più insignificante viene inquadrato, sono pezzi importanti che saranno più utili in altre puntate.

Il momento migliore?

E’ ovvio che vada a gusto, per quello che mi riguarda la scena in cui Calcaterra viene quasi strangolato da un killer di Crisalide, il fatto che Del Silva appaia dall’alto a parlargli e salvargli la vita come un monito a non proseguire, si sposta alla perfezione con l’impronta che la puntata e l’intera serie vuole darci: quella di un thriller poliziesco in cui le regole sono poche ed essenziali, morte e vita sono su una bilancia i cui pesi vengono decisi da qualcuno all’interno della storia.

Per quanto ci siano un po’ tutti, sembra quasi che Valsecchi abbia voluto dedicare questa prima puntata a De Silva, è onnipresente, ma dopo tutto lui è Crisalide, e il suo ritorno doveva essere portato avanti in un certo modo, non poteva certo essere un ritorno silenzioso, vi pare?

Il finale aperto e da stacco improvviso è un classico per Squadra Antimafia, ti colpisce nel momento peggiore e ti lascia in attesa fino al prossimo episodio.

Ci possiamo aspettare molto da questa serie, che rispetto alla precedenza parte con forza maggiore con più carne al fuoco di quanto si potesse immaginare, forse.

Qui di seguito i link per rivedere la puntata e il promo della prossima puntata.

Rivedi la Prima Puntata

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Fonte delle Immagini: Pagina Facebook Squadra Antimafia


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