Nessuno si ricorda, o probabilmente sa, dove si trova Srebrenica. Attualmente, si trova nella Repubblica Serba di Bosnia-Erzegovina, ad est. Il suo nome significa "miniera d'argento". Questa cittadina però, quando ancora faceva parte di quel miscuglio etnico che fu la "Slavia del Sud" (Jugoslavia), è stata teatro di uno dei più grandi genocidi del nostro tempo. Oggi si celebra il 16° anniversario di quel fatidico 11 luglio 1995, quando 8.372 civili musulmani sono stati trucidati in pochi giorni dalle truppe serbe capeggiate da Ratko Mladić. La città si trovava sotto protezione del reparto olandese delle Nazioni Unite che non sono riuscite ad agire con decisione e ad evitare che succedesse il massacro.
“Quel giorno i militari olandesi – ha raccontato ancora Nuhanovi – hanno permesso a 5-6 mila persone di entrare nella base, mentre le altre 20.000 sono rimaste fuori e il giorno dopo sono arrivati i soldati serbi e hanno cominciato a separare gli uomini dalle donne e ad uccidere, mentre noi dentro la base siamo rimasti relativamente al sicuro fino al 13 luglio quando gli olandesi ordinarono ai rifugiati di uscire”. Tra questi c’erano anche il padre e il fratello di Nuhanovic e il 5 luglio un tribunale civile olandese, ha stabilito che “lo stato olandese è responsabile della morte di questi uomini in quanto il battaglione olandese non li avrebbe dovuti consegnare” alle truppe serbo-bosniache. (da "Il fatto quotidiano", tutto l'articolo qui)
Sono stati aperti processi contro l'Olanda e la stessa ONU per i crimini commessi a Srebrenica. Sono stati individuati i responsabili, ma nessuno potrà mai cancellare un'ennesima tragedia nella storia dell'umanità. Un'eccidio terribile che si ripercuote ogni anno, siccome, ancora adesso, molte vittime devono ancora essere identificate. Un calvario per i famigliare che aspettano di vedere finalmente sepolti i loro cari. Una ferita aperta per la Bosnia, l'Olanda, l'Europa intera. C'è chi cerca giustificazioni assurde, come quella di John Sheehan, un generale americano in pensione, ex comandante delle forze Nato:
"il contingente olandese era gravemente impreparato a difendere i musulmani bosniaci dall’aggressione delle armate serbe perché c’erano anche numerosi soldati gay" (da Libero)Accuse che lasciano sgomenti. Non dimentichiamo tutto questo, perché forse un giorno l'uomo riuscirà ad imparare dai sui terribili errori.