Magazine Diario personale

Srinivasa ramanujan

Da Marta Saponaro

Ramanujan Journal
Congettura di Ramanujan,il numero RamanujanMock funzioni Thetail manoscritto.
SRINIVASA RAMANUJAN
Questo manoscritto venne ritrovato nel 1976 in una scatola al Trinity college di Cambridge. E' composto da 87 fogli e contiene più di 600 formule. A scoprirlo fu George Andrews che, insieme a Berndt, afferma che tale rinvenimento è importantissimo.
Dopo la sua morte, a 32 anni, la moglie diede il libriccino all'Università di Madras. Quindi nel 1923, il cancelliere Drewsbury lo inviò ad Hardy che a sua volta, si pensa, lo diede a Watson. Dopo la morte di questi, Whittaker esaminò tutti i documenti e trovò il taccuino di Ramanujan. Decise di inviarlo alla biblioteca del Trinity College, siamo intorno al 1960. Qui rimase ma venne dimenticato fino a che Andrews, nel 1985, non lo ritrovò. Due anni dopo la casa editrice Narosa pubblica il manoscritto. A descrivere in dettaglio i fogli del matematico indiano fu Rankin.
Quest'uomo merita una menzione particolare non solo per i suoi contributi al mondo matematico, ma perché, a mio giudizio, è stato un puro genio. Da autodidatta, senza particolari studi, giunse a risultati a dir poco strabilianti.
Nasce il 22 dicembre del 1887  a Kumbakonan, una cittadina dell'India meridionale famosa solo per le zanzare e le scarse condizioni igieniche. La sua famiglia era di origini umili. Così racconta lo stesso matematico: "Non ho un nome, Iyengar è il nome della casa brahminica cui appartengo, Srinivasa è il nome di mio padre. Sono soltanto Ramanujan, che tradotto significa fratello minore di Rama". A due anni lo colpisce il vaiolo che gli lascia profonde cicatrici sul corpo. Frequenta la scuola della piccola cittadina facendosi subito apprezzare per la matematica ma in seguito la abbandona per concentrarsi su questa materia da autodidatta. Si racconta che all'età di undici anni conobbe degli studenti del Government College che alimentarono nel giovane ragazzo l'interesse per questa disciplina. Ben presto, Srinivasa, non solo raggiunse il sapere di questi giovani studenti ma li superò leggendo i testi che i ragazzi del college gli imprestavano. In soli due anni apprese tutte le nozioni del libro "Trigonometry" di Loney. Purtroppo Ramanujan non prese mai il diploma in quanto era geniale nella matematica ma meno nel resto. Da solo giunse a dimostrazioni e teoremi che già altri matematici, come Eulero, avevano scoperto. Lui, però, non ne era a conoscenza.
Si sedeva sui gradini di casa e dedicava tutta la giornata alla matematica, incurante del rumore che lo circondava , trascorreva il tempo a scrivere freneticamente su una lavagna che teneva tra le gambe e, ogni tanto, riportava qualche numero su un piccolo libretto. Era considerato un eccentrico.
Diventato grande si sposa e si reca a vivere a Madras lavorando come contabile e guadagnando 20 sterline all'anno.
Ad un certo punto, spronato da un amico, decide di inviare le sue scoperte ad alcuni matematici di Cambridge. Fu Hardy, membro del Trinity College, che comprese il valore di questa brillante mente e lo portò alla conoscenza dell'intero mondo accademico. Hardy invita in Inghilterra il giovane indiano. Nella nuova Nazione i due lavorano per lungo tempo e Ramanujan diventa anche membro della Royal  Society. 
Di lui diceva Hardy: "uomo capace di conoscere equazioni modulari e teoremi vari senza magari sapere la frazione funzionale della frazione zeta o le funzioni periodiche, teorema di Cauchy o di una funzione a variabile complessa."

L'uomo che vide l'infinito
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