USCITA CINEMA: 09/05/2013
GENERE: Drammatico
SCENEGGIATURA: Haider Rashid
ATTORI: Lorenzo Baglioni, Mohamed Hanifi, Giulia Rupi
FOTOGRAFIA: Alessio Valori
MONTAGGIO: Haider Rashid
PRODUZIONE: Radical Plans
DISTRIBUZIONE: Radical Plans
PAESE: Italia 2013
DURATA: 91 Min
FORMATO: Colore
Sito Ufficiale
Trama:
Said, un giovane sicuro e ambizioso, nato e cresciuto in Italia da genitori algerini, studia e lavora come panettiere part-time. A seguito del suicidio del direttore della fabbrica in cui lavora suo padre Hamid, la famiglia si trova di fronte alla lacerante realtà di non poter rinnovare il permesso di soggiorno, come fa da trent'anni, e riceve un decreto di espulsione.L'Italia, il paese che Said ha sempre considerato suo, appare ora come un muro di gomma che lo spinge a "tornare a casa", in Algeria, luogo che lui non ha neanche mai visitato. Nel tentativo di trovare una soluzione, Said si appella agli avvocati, ai sindacati e alla stampa, cercando di portare attenzione su un problema concreto e sempre più presente nella società italiana; questo percorso lo porterà attraverso i meandri di una burocrazia legislativa retrograda e alla riconsiderazione della sua identità, riflettendo su un dilemma profondo: rimanere in Italia clandestinamente o partire per l'Algeria con la sua famiglia, aiutandola a ricostruirsi una vita nel paese che ha lasciato trent'anni fa?
Commento:
Terzo premio come miglior film al recentissimo Gulf Film Festival di Dubai, rassegna per i registi di nazionalità o origine del golfo persico, il terzo progetto del regista Haider Rashid, madre italiana e padre iracheno, affronta con sensibilità e qualche vena retorica una delle piaghe attuali della nostra società, le difficoltà di integrazione e di riconoscimento degli immigrati in Italia, persino dopo 30 anni di onorata convivenza. Una burocrazia legislativa che non lascia scampo alla ragione ma mette alla porta anche giovani nati e cresciuti in Italia che non hanno mai neppure visto la loro terra di origine, i figli di seconda generazione, italiani di seconda categoria che non possiedono diritti di cittadinanza e vivono costantemente sul filo del rasoio di un possibile rimpatrio. Condannati a volte a una vita lontana dagli affetti, dall'amore e dagli amici, dal lavoro, dallo studio…ossia dal loro futuro.
Una pellicola necessaria, affrontata da chi questo problema lo ha vissuto completamente sulla sua pelle, viste le origini del regista, è fotografata tramite le vicende della famiglia Mahran, principalmente tramite gli occhi del primogenito Said, fiorentino e italiano di nascita di origine algerina, interpretato da un bravissimo Lorenzo Baglioni. Una trama semplice che non lesina qualche piccolo colpo di scena e affronta, pur con qualche forzatura, un intimo contatto con la realtà. Un paese in preda ad un cambiamento che non avviene mai, l’Italia vittima delle sue stesse leggi retrograde che ne minano lo sviluppo. In un modo che va in contro al multiculturalismo da noi si ha ancora difficoltà ad accettare Balotelli in nazionale. Troppo spesso si usa lo specchietto per le allodole dello straniero per mascherare i problemi reali della nostra immobilità latente. Le ultime elezioni lo dimostrano meglio di ogni parola.
Gioia nel vedere che questa immutabilità della nostra classe politica non sia condivisa dai confini artistici del nostro paese che a distanza di pochi mesi dal già forse dimenticato “Ali ha gli occhi azzurri” che affrontava il problema dell’identità culturale, tenta ancora di sensibilizzare la nostra nazione grazie a questi importantissimi soli 91 minuti, quanto mai fondamentali per l’accettazione di vivere in un mondo di origini miste. Purtroppo ho la certezza e la sensazione che il film passera completamente inosservato davanti alla staticità cronica delle nostre sale e alla poca voglia del pubblico italiano di apprendere e crescere con il cinema. Nascondersi dietro la poca voglia di sapere è il delitto più grande che potete fare alla vostra/nostra necessità di un cambiamento.
Pro.
- Pellicola necessaria.
- Capire e comprendere.
Contro.
- Qualche forzatura nella direzione degli avvenimenti.