c’è chi va camminando barcollante lungo il marciapiede
con lo sguardo al cemento,
e chi ha le mani in tasca e lo sguardo perso in un amaro,
doppio, che gli oscilla sotto il naso puzzando di rancida sconfitta,
e io in questo bar trafficato da lupi avvinti,
vedo attraverso il loro riflesso
banconi lerci e troppi caffè
e una me stessa a pensarsi e ricordare:
un anno fa, precisamente in questo momento,
scrivevo una lettera, mai spedita al destinatario.
Se ne sta lì, nelle bozze, e attende
qualcosa che forse a questo punto non accadrà mai
o forse attende il tempo di un altro anno,
e di questo suo preciso momento.