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Stadi più sicuri? Basta il vizio di un bambino.

Creato il 03 settembre 2010 da Enmig

” Copione! “
Di tutte le calunnie, la più disdicevole!
Di tutte le ingiurie, la più vergognosa!
Copione!
Questo era l’epiteto oltraggioso che ogni bambino temeva sentirsi arrivare alle spalle mentre osservava dal suo piccolo banco la grande aula, dispersa in qualche angolo remoto della sua immensa scuola elementare.
Coi piedini non riuscivi forse a toccare terra, ma se qualcuno cominciava ad additarti con cotale affronto avresti voluto sprofondare sotto le mattonelle polverose dell’aula e finire dritto dritto nella cucina della mensa.
Rassicurato poi dalle morbide fattezze delle cuoche custodi e intontito dai fumi nauseabondi del rancio quotidiano avresti potuto magari tornare indietro nel tempo e smacchiare quel punto nero, così in risalto sul latteo candore della tua fresca coscienza di bimbo.
Tale calamità comunque accadeva assai di rado e ancor più raramente ai bambini bravi.
Non so. Forse la colpa è di questo ricordo antico e fanciullesco che riaffiora nelle menti dei nostri politici quando devono decidere qualcosa. Forse è questa infantile paura, ormai una fobia, che impedisce loro di guardare oltre un palmo dal proprio naso e sbirciare cosa fanno i compagni attorno, ben più preparati e abili di loro. O forse – meno poeticamente – sono soltanto talmente orgogliosi da non riconoscere i propri errori. Come quei somari che, credendosi gli unici a sapere tutto quando non sanno niente, non ascoltano i suggerimenti del più bravo, ottenendo puntualmente voti scoraggianti.
Ebbene, tra le tante cose su cui potrebbero copiare c’è anche la questione della sicurezza negli stadi. Il secchione di turno stavolta è la spocchiosa Inghilterra che è però riuscita a meritarsi un bel 9 sul suo compito.

Cito dal sito ufficiale dell’Associazione Italiana Allenatori calcio:

<<COSA PREVEDE IL MODELLO INGLESE
Leggi dure, anche contro i minorenni, e stadi moderni: così in 15 anni è stata estirpata la violenza dal calcio inglese, tanto che nella scorsa stagione nel 43% delle partite non era presente neppure un agente di polizia. La situazione, a fine anni ‘80 era ben diversa. Dopo le tragedie dell’Heysel (39 morti), e di Sheffield (96 morti) la svolta. Tutto diventa reato legato a comportamenti deviati dentro e intorno a uno stadio: stato di ebbrezza dovuta a alcool o droga, salire in sovrannumero su treni, auto, bus e pullman da e per una partita. Vietati striscioni, cori, cartelli, grida di minaccia e insulti razzisti. È reato l’introduzione di coltelli, bengala, razzi, fuochi e il lancio di qualsiasi oggetto in campo. Subito espulsi dall’impianto per un’intemperanza, subito l’arresto per uno dei fatti elencati. Una notte in cella e il giorno dopo processo per direttissima. Condanna immediata, rischio se si ricorre in appello, di veder raddoppiata la pena.
Ogni stadio della Premier League è provvisto di sala monitor controllata dalla Polizia. In alcuni impianti ci sono celle sotterranee. L’ordine interno è garantito da centinaia di steward. I biglietti hanno un costo elevato, come quelli di un teatro, una politica che ha cambiato la fisionomia sociale del calcio inglese.>>

Per fortuna nessuna norma internazionale vieta di copiare leggi altrui. Copiare, cattiva usanza tra i banchi, pare buona tra gli scranni.
Dunque, forza audace ministro Maroni! Tiri fuori il cognome.
Non smentisca l’antico e nobil motto: NOI DELLA LEGA CE L’ABBIAMO DURO! (dedussi allora che il vostro, fosse partito per soli uomini e trans).
Rinneghi invece le nobili origin celtiche e segua l’esempio dei vostri antichi dominatori: gli Anglosassoni intendo, non i Romani “ladroni”.
A proposito, ma non erano i Celti quelli famosi per aver saccheggiato Roma? Boh, ma se ne freghi della storia!
Copi!
Prenda di soppiatto tutti i fogli inglesi, li legga accuratamente e li riscriva paro paro: sessanta milioni di italiani meno qualche manciata di coglioni, le terranno gioco.
Vecchia e acciaccata, maestra Europa ha visto ben altro dalla sua penisola monella.
Per stavolta chiuderà un occhio.

 


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