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Anche quest'anno, ovviamente, non sono mancate le ciofeche. Qualcuna perfino d'autore, a testimonianza che nessuno è infallibile. Questo però non vuol dire che i titoli presenti in questa lista siano inguardabili in senso assoluto (oddio, qualcuno sì...) ma, semplicemente, che sono film decisamente deludenti in relazione a quanto promettevano oppure talmente pretenziosi da vanificare completamente gli sforzi creativi e produttivi profusi. Anche qui so bene che il mio giudizio potrà differire non poco da quello di voi lettori, fermo restando che ogni spettatore giudica in base alla propria sensibilità e al proprio coinvolgimento emotivo. Che non è certo uguale per tutti
(cliccate sul titolo per la recensione completa)
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A vederlo non ci si crede: Paul Schrader è il regista di American Gigolo, oltre che sceneggiatore di Taxi Driver e Toro Scatenato. E scusate se è poco. Pare impossibile che si sia abbassato a dirigere una roba come questa, talmente sciatta e sconclusionata da far quasi rivalutare la vera pornografia. Film dilettantesco, volgare, svogliato, inutile. Con una Lindsay Lohan che, paradossalmente, è l'unica a salvarsi come interprete: il suo ruolo, non a caso, è quello di un'attrice strafatta e libertina...
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Quando un regista affronta 'il film della vita' (in questo caso addirittura autobiografico) c'è sempre da stare in guardia perchè spesso il totale coinvolgimento gioca brutti scherzi. E' quello che è accaduto a Daniele Luchetti, autore che stimiamo ma qui davvero troppo didascalico e pedante, la cui esagerata ambizione cozza rumorosamente col risultato finale. Pellicola faticosa e incompiuta, che lavora per accumulo (di scene e situazioni) e finisce col mettere troppa carne al fuoco, finendo per diventare l'ennesimo involontario remake de La meglio gioventù...
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Pur restando immutata la stima nei suoi confronti, duole ammettere che l'ultimo film di George Clooney è lontanissimo dalle sue opere migliori. Sembra destino che quando gli americani si mettono a girare film storici il risultato finale è quasi sempre deludente: e qui è davvero enorme la forbice tra le intenzioni, che apprezziamo (il film ha perlomeno il merito di riportare alla luce un episodio minore ma significativo della seconda guerra mondiale) e il prodotto finito, retorico e compiaciuto, che stride molto con la morale progressista del suo regista. Ma non tutte le ciambelle riescono col buco...
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Non basta essere il direttore della fotografia prediletto di Christopher Nolan per girare un film di fantascienza ambizioso e con pretese filosofiche. Nonostante la presenza del divo Johnny Depp, la pellicola di Wally Pfister s' 'incarta' quasi subito, scadendo in noiosissime riflessioni 'alte e nobili' senza sapere bene però dove andare a parare: ne viene fuori un guazzabuglio di ordinaria banalità, terribilmente superficiale e grottesco nella messinscena. Da dimenticare, e anche in fretta.
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Altro film storico e altro naufragio: dopo Lincoln, Django Unchained e 12 anni schiavo, sembra ormai che le pellicole sui neri americani siano diventate quasi un genere cinematografico (e certamente la presidenza Obama ha sdoganato l'argomento). The Butler però non riesce a sollevarsi dallo stereotipo del filmone hollywoodiano melenso e strappalacrime, 'democratico' e convenzionale fino al midollo, che non riesce mai ad emozionare davvero malgrado il cast sontuoso e le molte scene madri presenti. Una grande occasione sprecata, malgrado la presenza di un Forest Whitaker sempre all'altezza della situazione.
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Sento già fischiarmi le orecchie per le maledizioni che mi staranno lanciando tutti coloro (e sono tanti) che hanno apprezzato questo film, capace di contendere fino all'ultimo l'oscar a Paolo Sorrentino. Per il sottoscritto, lo ripeto, Alabama Monroe è un film ricattatorio e moralistico, qualunquista e confusionario (vedasi la rozza e approssimativa battaglia sulle cellule staminali), che pretende totale coinvolgimento dello spettatore senza mai ricambiare. Pellicola furba e priva di qualsiasi senso della misura, profondamente irrispettosa del dramma. Anche se, come ho ripetuto fino allo sfinimento, per film del genere è fondamentale la sensibilità di chi guarda...