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Stai lontana da me

Creato il 29 dicembre 2013 da Ussy77 @xunpugnodifilm

49594Se l’originale è mediocre, la copia non può essere migliore

Remake della pellicola francese Per sfortuna che ci sei (La chance de ma vie, 2010), Stai lontana da me (2013), diretto da Alessio Maria Federici, non convince e si attesta a misera fotocopia di un prodotto originale già scadente.

Jacopo, consulente di coppia eccelso, è perseguitato da un’insolita sfortuna: quando si fidanza con una ragazza, quest’ultima viene afflitta da ogni tipo di catastrofe. Di conseguenza Jacopo opta per la solitudine, fino a quando non incontra Sara, una giovane architetto che sembra la sua donna ideale.

Se la commedia italiana perde colpi non è sicuramente colpa di questo film. Eppure la crisi d’idee nel circuito cinematografico italiano c’è e la pellicola diretta da Federici (e interpretata da Brignano e Ambra Angiolini) ne è la cartina tornasole. Difatti quando l’originalità scarseggia si fa affidamento a script altrui, a fenomeni esteri (in questo caso d’oltralpe) e si mettono in scena dei copia e incolla fastidiosi e pressoché inutili. Ed è proprio quest’aria di inutilità che si respira durante la visione di Stai lontana da me, un prodotto sdolcinato e velatamente ironico, che studia l’amore, le conseguenze e i fenomeni esterni (in questo caso una sfortuna viscerale) all’interno di una neonata coppia.

Tuttavia il problema non sono gli interpreti (che elevano l’ironia e l’umorismo a livelli più alti), ma la vicenda in sé, che già nel film francese denotava parecchie pecche e qualche caduta di stile. Federici ricopia senza pudore, mette insieme le stesse situazioni, peripezie e fraintendimenti, che Nicolas Cuche (il regista francese) aveva costruito ad hoc per i suoi caratteri, peraltro fallendo miseramente. E senza farsi mancare nulla Federici fa crescere la barba a Brignano, gli costruisce un passato identico (le sequenze in flashback sono al limite del plagio) e lo accompagna passivamente verso una conclusione telefonata e non priva di un buonismo stucchevole, che fa perdere qualche piccola vena di godibilità.

Purtroppo l’impressione è quella di un deja-vu scontato e lo stesso regista non ha fatto nemmeno lo sforzo di attualizzare, di italianizzare la storia, di renderla più popolare e più autentica. Almeno Miniero, con Benvenuti al Sud (2010) aveva tentato di modificare qualche dettaglio, cercando di prendere le distanze dall’originale (senza riuscirci pienamente). Insomma aveva un po’ di coraggio. Coraggio che è decisamente mancato a Federici.

Uscita al cinema: 14 novembre 2013

Voto: **


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