L'accusa di Gardini giunge al termine di una settimana che ha visto rimbalzare altri gravi accuse sul comportamento di istituzioni legate alla vita economica della città, accusate di essere in mano a caste di "lungotenenti", ovvero a persone che occupano le poltrone da troppo tempo e gestiscono le cose come se si trattasse di affari di una casta di privilegiati.
Le dichiarazioni del prof. Gardini si leggono nel sito di Newsrimini.it, giornale telematico. Da cui abbiamo ripreso l'immagine.
Riproduciamo il testo completo della notizia.
Gardini accusa la classe dirigente riminese: 'Metodi di stampo sovietico'
Il docente universitario di statistica, curatore di numerose ricerche sul turismo, accusa le amministrazioni pubbliche riminesi di gestire l'informazione con poca trasparenza. E punta il dito contro la (mala)gestione pubblica del turismo.
Una classe dirigente inadeguata, litigiosa, che diffonde o insabbia le informazioni in base al proprio tornaconto. Attilio Gardini, docente di econometria nel polo riminese dell'Università di Bologna, si era riproposto di essere diplomatico. Ma alla fine non ce l'ha fatta.
Durante l'intervista per la trasmissione 44.12 di Confartigianato, in onda su Icaro Tv ed altre emittenti locali, ha indicato con chiarezza le responsabilità della politica nei problemi del turismo riminese.
I dati
L'ultimo Oscar (Osservatorio sull'economia turistica regionale) evidenzia un declino dell'offerta turistica riminese rispetto alle altre località della Riviera Romagnola: nel primo trimestre 2010 le presenze nella provincia di Rimini sono aumentate del 1,2% rispetto all'anno precedente, a Forlì-Cesena del 2% e a Ravenna addirittura del 2,6%.
Ancora peggio il confronto sulla fiducia espressa dagli albergatori: mentre a Ravenna è aumentata del 3% circa, a Rimini è calata del 3%, raggiungendo il minimo storico in 7 anni di rilevazioni.
Le responsabilità della politica
A causare il crollo di fiducia degli operatori riminesi però non è la crisi economica (segnalata dal 18% degli intervistati), ma la mancanza di valorizzazione del territorio in termini di attrazioni e innovazione (49%). Ovvero, conclude Gardini, l'incapacità della sua classe dirigente: 'Basta confrontare il sistema di informazione turistica della provincia di Rimini con quello di Ravenna per rendersi conto della differenza abissale' spiega il professore. 'Quello di Ravenna è aggiornato, completo, molto ricco, quindi gli imprenditori hanno in questo servizio un'informazione effettiva. Quello della Provincia di Rimini è pressoché inutilizzabile, pubblica solo dei grafici anziché dei valori (quindi bisogna inventarsi poi i numeri), e la classe politica usa le informazioni in modo riservato: le dice, non le dice... Questo è un modello dell'informazione che oserei definire di tipo sovietico'.
Qualche riferimento a una vecchia ricerca sulla ricaduta economica del Capodanno Rai, secondo indiscrezioni mai resa nota perché avrebbe dato risultati negativi? Impossibile saperlo.
Una riviera-marmellata senza capitale
Gardini non è tenero neanche nell'illustrare i punti deboli dell'offerta turistica riminese: una spiaggia schiacciata dal cemento, a modello catena di montaggio, senza una capitale in grado di attrarre i turisti. 'Qui la capitale è progressivamente svanita - spiega Gardini, - la riviera è una marmellata indistinta di piccole destinazioni, incapace di offrire una vacanza-esperienza ma solo vacanze-arrostimento sul lettino'.
E conclude: 'Serve tutta un'innovazione nella gestione del turismo, soprattutto nella parte pubblica. La possibilità di ritrovare una capitale attraverso una classe dirigente che nelle sue imprese principali - dalle banche agli enti pubblici - riesca ad esercitare l'effetto di attrattore sarebbe un fattore di svolta significativo'.
© Newsrimini.it
[10.04.2010, anno V, post n. 91 (1182), © by Antonio
Montanari 2010. Mail.]
Divieto di sosta. Antonio Montanari. blog.lastampa.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA[/COPYRIGHT]