La traduzione del termine inglese " stalking" è, letteralmente, "cacciare la preda". Più in generale indica una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo, i quali affliggono un'altra persona perseguitandola, generandole stati di paura e ansia, arrivando persino a compromettere lo svolgimento della normale vita quotidiana. Un reato in crescita - catalogato in Italia tra gli "atti persecuori" - che ha attirato l'attenzione e la sensibilità, oltre che delle forze dell'ordine, di associazioni a tutela e prevenzione delle vittime, così come vasta eco sta conoscendo il fenomeno sulla stampa, sui social e, adesso, anche la serialità americana.
Dal 28 ottobre prende il via su Premium Crime " Stalker", la prima serie tv sullo stalking. Il tenente Beth Davis ( Maggie Q) e il detective Jack Larsen ( Dylan McDermott) indagano su vari casi di persecuzioni personali per la Threat Assessment Unit del dipartimento di polizia di Los Angeles. Entrambi, come nuova serialità comanda, inanellano scheletri nell'armadio tra un'indagine e l'altra. Il rapporto di coppia - il primo è alle dipendenze della seconda - è il fil rouge che s'innesta nel plot e, altresì, fuori dal set: nel corso delle riperese Q e McDermott si sono fidanzati.
La serie vanta la triplice firma DOC, da ideatore-sceneggiatore-produttore, di Kevin Williamson (autore della saga di "Scream" al cinema, mentre in tv si segnala per i cult "Dawson's Creek", "The Vampire Diaries", "The Following"). Originariamente il serial doveva conoscere un cross-over con "The Following" dello stesso Williamson, il quale poi ha rinunciato all'idea chiosando: " ad ogni serie la sua psicosi!". Mira Sorvino compare in più di un episodio. Phoebe Tonkin ("The Originals", "The Vampire Diaries"), Shanola Hampton ("Shameless"), Kat Graham ("The Vampire Diaries"), AnnaLynne McCord ("90210"), Caity Lotz ("Arrow"), Kerr Smith ("Dawson's Creek"), Samaire Armstrong ("The OC") e Sofia Vassillieva ("Medium") sono tra gli altri volti noti che sfilano. Su "Variety" il critico Brian Lowry ha commentato l'avvento del serial con "ha qualcosa di nichilistico, non so dire se in senso positivo o negativo... ".
La Polizia di Stato ha sempre dedicato un'attenzione particolare ai reati che colpiscono le donne essendo stata la prima forza di polizia a dotarsi, fin dall'inizio degli anni Sessanta, di una struttura dedicata: il corpo di polizia Femminile. Disciolto il Corpo della Polizia Femminile, dagli anni 80 ha elaborato strategie sempre più efficaci per la repressione e il contrasto di queste forme delittuose che spesso possono assumere dei tragici connotati. Sono state, infatti, istituite delle apposite sezioni negli apparati investigativi con personale specializzato, oltreché che punti di ascolto sempre attivi e a disposizione delle potenziali vittime. Proprio per cercare di aiutare le donne che si trovano in tali condizioni la Polizia di Stato ha da tempo attivato campagne informative e di sensibilizzazione sul tema.