Magazine Società

“Stamina”: quando la “forza” popolare supera la scienza. Ecco tutte le bugie di Vannoni

Creato il 24 dicembre 2013 da Stivalepensante @StivalePensante

Una cura scientifica che di scientifico ha poco. Un laureato in lettere e filosofia contro il mondo della scienza. Un metodo che fa acqua da tutte le parti: ma cos’è questo “metodo Stamina”?

Provette in laboratorio (youthunitedpress.com)

Provette in laboratorio (youthunitedpress.com)

Vannoni, il finto medico che sta truffando gli ammalati. Tale Davide Vannoni, docente ed autore di testi di psicologia della pubblicità e della comunicazione, nelle scorse ore è stato accusato anche di “servizio abusivo della professione medica”. Insieme a lui saranno indagate anche tutte quelle figure professionali che gli hanno permesso di entrare in ospedali pubblici senza la documentazione appropriata. Alcuni testimoni dicono: “Girava in camice bianco e firmava documenti”.

La nascita del “metodo” e della “Fondazione Stamina”. Davide Vannoni racconta di avere avviato il progetto in seguito alla propria esperienza personale: curato nel 2007 in Ucraina per una paralisi facciale con un trapianto di staminali, decide di proporre il trattamento anche in Italia mettendosi in società, tra gli altri, con due biologi ucraini, prima stabilendosi a Torino, nel sottoscala della sua azienda di ricerche di mercato e, in seguito, dopo l’entrata in vigore della disciplina europea del 2007 sulle terapie con staminali, a San Marino. Il metodo viene pubblicizzato da depliant che parlano di «oltre mille casi trattati, un recupero del danno dal 70 al 100 per cento, una gamma di una ventina di malattie trattate» e da dei video che mostravano «un ballerino russo affetto da parkinson che si alzava dalla carrozzella e tornava a ballare», «di una giovane paralizzata dalla SLA che riprendeva a camminare», «Di un uomo che guariva da una grave forma di psoriasi alle mani».

Il padre del

Il padre del “metodo Stamina”, Davide Vannoni (blogo.it)

I primi problemi legati alla giustizia. Nel maggio del 2009, in seguito ad un articolo del Corriere della Sera e ad un esposto di un dipendente della società Cognition, di cui Vannoni era amministratore, viene avviata un’inchiesta dal magistrato Raffaele Guariniello, che intende chiarire la posizione di Vannoni in merito all’uso di cellule staminali al di fuori dei protocolli sperimentali previsti dalla legge. E così sul finire del 2009 compaiono sulla stampa diversi articoli giornalistici sulle attività di Vannoni, coinvolto in un intreccio di società e la fondazione Stamina. La stampa riporta di come Vannoni prometta la cura di molte malattie neurodegenerative per cifre che oscillano dai 20.000 ai 50.000 euro, utilizzando metodi poco chiari e a volte con danni e conseguenze indesiderate. Nell’agosto 2012, la procura dispone il rinvio a giudizio di 12 indagati, tra cui alcuni medici e lo stesso Vannoni, per ipotesi di reato di somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi per la salute pubblica, truffa e associazione per delinquere. Dal 2011 grazie all’interessamento del dottor Marino Andolina, divenuto collaboratore di Vannoni, il “metodo Stamina” veniva praticato come cura compassionevole nell’Ospedale di Brescia; agli inizi 2013, però, viene sospeso in seguito a un’ispezione dei NAS e dell’AIFA, in cui fu rilevato il mancato rispetto dei requisiti di sicurezza e igiene e la carenza nella documentazione prescritta dalla legge. Nelle ispezioni si rilevò che i preparati cellulari non contenevano quantità rilevanti di cellule staminali mesenchimali, non erano in grado di differenziarsi in neuroni e contenevano una quantità rilevante di inquinanti pericolosi. L’AIFA da parte sua procedette all’analisi delle cartelle cliniche di 36 pazienti, da esse non risultava alcun miglioramento nei pazienti salvo che in tre casi e solo in base a valutazioni soggettive: i genitori riportavano miglioramenti nel caso di due bambini e un adulto riferiva di essere migliorato dalla patologia che lo affliggeva.

Alcuni manifestanti pro cura con il

Alcuni manifestanti pro cura con il “metodo Stamina” (wired.it)

Il ruolo delle organizzazioni scientifiche e dei media. Del caso si occupano anche l’Accademia dei Lincei, e il 26 marzo, in ambito internazionale, anche la rivista Nature e l’Agenzia europea per i medicinali. Il 3 maggio 2013, tredici scienziati pubblicano sul The EMBO Journal una analisi critica del metodo, mettendo in luce le loro preoccupazioni in relazione all’inconsistenza delle prove scientifiche, alle carenze metodologiche e all’assenza di pubblicazioni. A partire da marzo dello stesso anno anche l’associazione Famiglie SMA, che riunisce i familiari dei pazienti affetti da SMA, interviene esprimendosi più volte in maniera molto critica verso il metodo Stamina e verso i servizi televisivi de Le Iene, che mostrando l’utilizzo delle staminali su diversi bambini affetti da SMA, sostengono come le infusioni di staminali avrebbero generato miglioramenti in essi. Diventando un caso mediatico a livello nazionale il metodo Stamina diviene quindi oggetto di proteste popolari in favore della cura.

L’opinione del premio Nobel per la Medicina 2012 e le immagini falsificate. Il risalto è tale che lo studioso e medico giapponese Shinya Yamanaka, premio Nobel per la medicina nel 2012 e presidente della Società Internazionale per la Ricerca sulle Cellule Staminali (ISSCR), pubblica un comunicato in cui esprime preoccupazione per l’autorizzazione da parte delle autorità italiane di un metodo del quale non si conosce la sicurezza e privo di qualunque evidenza di efficacia. Il 2 luglio 2013 la rivista Nature in un nuovo articolo definisce la presunta terapia come promossa da «uno psicologo trasformatosi in imprenditore medico», «basata su dati fallaci» e «plagio di un altro studio già sviluppato e soprattutto tecnica inefficace»: la rivista ha scoperto che due immagini utilizzate per depositare il brevetto della terapia nel 2010 erano in realtà identiche a quelle di un articolo del 2003 e uno del 2006 di un team di ricercatori russi e ucraini, coordinati dalla biologa molecolare Elena Schegelskaya, della Kharkov National Medical University. Anche il team della Schegelskaya cercava cellule del midollo osseo capaci di differenziarsi in cellule nervose, ma la loro soluzione di acido retinoico raggiungeva un decimo della concentrazione del metodo di Vannoni, e prevedeva l’incubazione delle cellule per diversi giorni: Nature fece notare perciò come la stessa immagine era stata utilizzata per rappresentare due modalità molto differenti di sviluppo sperimentale.

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin (repubblica.it)

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin (repubblica.it)

Le scelte del governo italiano e del ministro della Salute Lorenzin. In ogni caso, dopo tutto questo clamore, il 15 maggio 2013 la Commissione affari sociali della Camera dei deputati ha approvato all’unanimità l’avvio della sperimentazione clinica del metodo ideato da Vannoni; il 23 maggio il Parlamento ratifica la sperimentabilità del metodo, stanziando anche 3 milioni di Euro per gli anni 2013-2014. A fine giugno 2013 il ministro della salute Beatrice Lorenzin nomina i membri del comitato che dovrà seguire la sperimentazione nel servizio pubblico (definendone aspetti quali la scelta delle cell factory per produrre le staminali, l’arruolamento dei pazienti, la scelta degli ospedali) e che seguirà le fasi della ricerca (della durata di 1 anno e mezzo). La presidenza è stata affidata al capo dell’Istituto Superiore di Sanità, e tra i membri ci sono i direttori dell’AIFA, del Centro nazionale trapianti, la federazione delle associazioni delle persone colpite da malattie rare. L’11 settembre 2013 il comitato scientifico istituito dal Ministro ha steso un rapporto consultivo secondo cui il metodo non avrebbe nessuna consistenza scientifica, per cui mancano delle basi che giustifichino la sperimentazione già autorizzata dal Parlamento; il trattamento inoltre esporrebbe al rischio di trasmissione di malattie quali l’AIDS e il morbo della mucca pazza; la notizia è stata riportata anche dalla stampa scientifica internazionale.

Vannoni nel suo intento con il “metodo Stamina” è sicuramente riuscito ad attirare l’attenzione su di sé, ricavandone profitto mentre truffava le persone dandogli la speranza di poter guarire con una cura, quindi, che non ha niente di scientificamente provato. Come imprenditore cinicamente avido di soldi con smania di protagonismo, il presidente della “Fondazione Stamina” ha sicuramente avuto il successo mediatico mondiale che cercava, ma come “medico”, non ci sarebbe da stupirsi se Vannoni avesse già previsto, in passato, la non validità della “sua” creazione.

  • “Stamina”: quando la “forza” popolare supera la scienza. Ecco tutte le bugie di Vannoni
“Stamina”: quando la “forza” popolare supera la scienza. Ecco tutte le bugie di Vannoni

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :