come volevasi dimostrare, anche oggi è stata una giornata di quelle.
mi sono annoiata gestendo solo diciassette chiamate più annesse varie ed eventuali lavorazioni cosiddette offline, stando sempre pronta a prendere la chiamata che puntualmente si presentava e andava in coda.
sono stanca. ho il cervello fermo, che sto facendo ripartire azzerando i pensieri e girovagando qua e là per la rete.
penso a tante cose: agli amici, vicini e lontani, a quelli che vogliono allontanarsi ulteriormente. quelli che vorrei trattenere ma che devo lasciar andare; che magari torneranno ma che adesso devono fare la loro strada in autonomia, prendendo la via che vogliono, che sentono di dover seguire. si deve saper aspettare, a volte, sapendo di non doversi aspettar niente indietro. potrebbe anche non esserci mai un ritorno, chissà. l'affetto rimarrà comunque intatto, invariato.
penso ai giorni di ferie che ho davanti, che grazie a una disposizione fortunatissima di festivi e liberi sul lavoro, mi fa stare lontana dal lavoro fino al tredici dicembre. ne ho bisogno: son quattro mesi che macino senza sosta!
penso alla vita. a quanto è bella nonostante tutto, a quanto debba essere ogni giorno grata per averne una e per avercela così com'è.
ieri io e il maritopreferito abbiamo fatto il censimento on-line e ci siamo sentiti fortunati a mettere due X alla voce tempo indeterminato alla domanda "che contratto di lavoro ha?".
non andrò mai in pensione, forse da morta, ma intanto per ora un busta paga proporzionata alle effettive ore di lavoro ce l'ho. e ti pare poco...
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