15 gennaio 2013 Lascia un commento
Attenzione, non stiamo parlando di portieri d’albergo o baristi di vecchia frequentazione ma delle testimonianze della moglie, di registi come Spielberg e Scorsese, collaboratori come Arthur Clarke e attori alla Nicholson, McDowell, il redivivo Dullea e Tom Cruise anche nelle vesti di narratore.
Documentario del 2001 in aria quindi di omaggio e poco repertorio, voluto evidentemente da sfere molto in alto o semplicemente da un ritorno economico previsto sull’onda lunga delle infinite commemorazioni funebri.
In fondo non c’e’ poi tanto da commentare con nomi del genere che nei ricordi o negli scambi d’opinioni, impressionano per autorevolezza, parole importanti quando giungono dai diretti interessati dei film che cronologicamente vengono ripercorsi passando per aneddoti e racconti sulla vita del regista.
Si inizia con straordinarie riprese di Kubrick bambino effettuate da suo padre, e si conclude alla sua ultima settimana di vita. Piu’ che un’analisi delle sue opere, in fondo impossibile per un documentario siffatto, si punta all’elenco illustrato e commentato, un’orazione tra amici virtualmente raccolti in una grande stanza a raccontare il cordoglio per l’amico scomparso, ripercorrendone la carriera e mescolandola con le esperienze personali, queste ultime per certo, la parte piu’ interessante dell’intera operazione.
Il difetto principale del documentario e’ come accade in questi casi, che il protagonista sia sempre buono, caro e perfetto ma conoscendo a fondo la storia del regista, e’ facile distinguere le verita’ taciute o smorzate dalla cronaca incondizionata. Del resto il genio non si discute, l’uomo si, per quanto le due figure non siano scindibili e l’una sia funzionale all’altra.
Bel lavoro comunque, uno dei migliori, a patto pero’ di non pensare che Kubrick sia tutto qui.