E per fortuna che, come si è letto in passato, ci ha messo bocca anche la soprintendenza... Ecco il risultato. I varchi di sicurezza di Roma Termini, che si sono iniziati a montare questa notte, fanno pietà e raccapriccio. Si tratta di barriere con un design datato, superato, sgradevole. A prima vista i materiali sono scadenti, restituiscono una atmosfera cupa da cancello di lager.
Siamo andati a Milano per vedere come si sono regolati nella seconda più importante stazione del paese, Milano Centrale, e la cosa è massicciamente diversa: i varchi sono di design, un bell'arco di metallo e poi tanto vetro. Tutta un'altra cosa che, anzi, valorizza la bella stazione meneghina.
Al di là di questo aspetto puramente estetico (nel 2018 si aspettano anche a Roma le barriere firmate Giugiaro... tra tre anni...), resta il punto sull'utilità reale di queste strutture così come sono congegnate e concepite. E' vero che a Roma, ma soprattutto a Milano, questi primi mesi di sperimentazione hanno abbattuto di molto i reati dentro i binari, ma è altrettanto vero che ladri e impostori non aspettano altro che organizzarsi e tornare all'attacco. Già perché i varchi sono, come dire, fin troppo umani. Demandati all'attività di controllo manuale degli addetti. Basta presentarsi con una immagine jpg modificata sul cellulare e si passa. Basta presentarsi con una fotocopia ben congegnata e si passa. E' un gioco da ragazzi. Per non dire che, dopo una cert'ora, tutti staccano e i varchi rimangono incustoditi (è successo anche ieri, a Termini). E allora perché non progettare i varchi con dei tornelli veri, modello Londra, che ti fanno passare solo se leggono davvero il tuo QR o il tuo codice a barre? Perché non installare qui dei sistemi di controllo dell'accesso ai binari che esistono altrove da 10 anni? Perché vincolare la sicurezza della stazione e dei viaggiatori alla voglia o meno di lavorare degli addetti, all'attenzione o meno degli addetti, all'errore umano o al momento di fancazzismo?