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Stanno tutti bene

Da Aperturaastrappo
Stanno tutti beneProfumo di zagara, verso di cicale, l’estate sta arrivando e il suo fischio è per i picciliddri il segnale. Pace, tranquillità, mare, bei bambini, cinque lire per un capello bianco trovato e la voglia di andare lui da loro per una volta. In treno parla dei figli con orgoglio a gente sconosciuta e indifferente, esibisce la foto dei suoi capolavori, ciascuno ha il nome di un opera lirica. A Napoli, lo raggiunge un incubo: si affaccia dal cielo una medusa aerea tutta nera. A Roma, uccelli suicidi mirano alle fontane: Boh, s’ammazzano! quando passano sopra la città perdono il senso d’orientamento, impazziscono e s’ammazzano. E ancora quella visione onirica, quasi il presagio della verità che non vuole conoscere: la medusa si avvicina e striscia coi suoi tentacoli i bambini. La sensazione che qualcosa non vada per il verso giusto, il verso che lui ha dato alle cose. Raccoglie il coltello a serramanico che il giovane teppista gli ha prima puntato addosso e poi ha lasciato cadere e perciò si ritrova, lui, vecchio e perbene, ad uscire da un commissariato dopo aver spiegato che è, si, siciliano ma, onesto.Cose strane.
Un cervo sulla strada per Firenze. Lei osserva suo padre mentre è notte e dorme davanti a Santa Croce con quella visione che gli anima il sonno. Di mattina un neonato guarda la tv. Una vita carica di bugie. Lucciole a Milano,  che sono uno sballo, ma si tratta di un trucco. Alla Scala ordina una Traviata, preludio all’Atto III e il maestro esegue.È di nuovo notte e di nuovo l’ incubo: la medusa aerea è sopra i suoi figli che si avvinghiano ai tentacoli pendenti e salgono, salgono verso l’alto lasciando lui e Angela sgomenti e disperati. Mezza verità rubata dai muri sussurrati e la nebbia elusa in uno scatolone dentro una notte torinese: li rivede picciliddri carichi di sincerità. Il pranzo disertato e la morte, la solitudine, una brutta bestia! il fallimento e la perdita intuiti nella stessa foto obliterata per errore: la realtà lo ha quasi ucciso ma ha riunito tutti attorno ad un letto d’ospedale.Matteo, quante volte te l’ho detto: quando nascono i figli, la prima volta che si ci tagliano le unghie, ci devi fare stringere i soldi in mano, così crescono forti e fortunati.Ma lui credeva che figli fossero felici, invece i suoi sacrifici non erano serviti a niente: né i suoi, né quelli di Angela.Torno a casa mia cara: ho camminato assai, è stato un viaggio importante e i nostri figli, i nostri figli stanno tutti bene e anche loro ti salutano e ti mandano tanti baci.Lucia ImmordinoQuadro di Caterina Guttuso

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