L’ammiraglio supremo della Federazione, Marcus, ordina a Kirk e alla sua Enterprise di lanciarsi all’inseguimento di , condurre una vera caccia all’uomo, stanarlo e ucciderlo.
Il problema è che si è rifugiato su Kronos, pianeta natale dei Klingon, con cui la Federazione è ai ferri corti, e con i quali si è sull’orlo di una guerra totale.
Riuscirà l’equipaggio di Kirk a sventare la minaccia di John Harrison?
Ma soprattutto: chi è davvero John Harrison?
Premessa: nonostante i telefilm di Star Trek siano per me molto vecchi, e la fantascienza mostrata troppo “classica” (oggi azzerderei “retrò”), i vecchi film di Kirk, Spok e compari me li sono sorbiti tutti.
Compresi quelli della “Next Generation” di Picard.
Insomma, nonostante tutto, Star Trek non mi è mai dispiaciuto.
Il reboot di qualche anno fa l’avevo trovato piuttosto caruccio. Tanta azione, tanti effetti speciali, un villain così così per giustificare una trama al servizio del “pasticiaccio brutto” spazio-temporale.
Kirk, Spok, McCoy e compagnia cantante versione cciovani, per attirare i bimbiminkia, far incazzare i vecchi trekkies, e gridare al mondo che le leggende non muoiono mai.
Al massimo si riciclano, chè sai com’è, dopo 40 anni abbiamo esaurito le idee per fare un film.
Star Trek – Into Darkness (o Into Darkness – Star Trek com’è stato ribattezzato in Italì) è proprio il trionfo del riciclo spudorato. Non c’è un’idea nuova che sia una, Abrams ha preso Star Trek 2 – L’ira di Khan, ci ha dato una riverniciata 2.0 e l’ha buttata in faccia al mondo.
Per molti è un difetto.
Assieme al fatto che l’Enterprise bimbominkia è Enterprise solo di nome, ma non di fatto.
Per non parlare del fatto che i personaggi sono davvero le controparti bimbominkiose di quelle classiche, che fanno cose a cazzo che le controparti classiche non avrebbero mai fatto.
Ed è vero.
Però.
A me, Star Trek - Into Darkness è piaciuto.
E non poco.
Nonostante la storia non-sense.
Nonostante i buchi di sceneggiatura.
Nonostante le puttanate tattiche (su tutte, i Klingon che non si accorgono di avere ben 2 navi nemiche nei dintorni de loro pianeta natale. I Klingon. Praticamente i Saiyan di Star Trek).
Nonostante si prenderebbe volentieri Kirk per quella sua faccia da culo, e Spok…per quella sua faccia da culo (al contrario).
Giganteggia, su tutti,
Ma non è questo il punto.
Star Trek mi è piaciuto perché ha fatto il trottolone giocattoloso per 120 minuti pieni pieni, tra azione, sparatorie, inseguimenti stellari, phaser, Klingon.
Tutti gli elementi del primo reboot sono stati portati all’eccesso, col risultato (per me riuscito) di intrattenere alla grande.
Insomma, se cercate un film caciarone senza troppe pretese (salvo quella di divertirvi), Star Trek – Into Darkness può fare al caso vostro.
Più che altro, se il nuovo Star Wars sarà su questi livelli, non mi dispiacerà.
Tanto la trama in Guerre Stellari ce la siamo già giocata e bruciata ai tempi de Il ritorno dello Jedi, con gli orsetti del cuore...